con l'occasione...
Con l'occasione del lutto si cerca di tornare ad un concetto di capodanno meno devastante di quello che si è visto negli ultimi anni.
31/12/2004
Il problema del calzino spaiato (lei mi può capire)
Il problema del calzino spaiato, apparentemente semplice, è in realtà di assai complessa soluzione.
Il problema:
A) il mio assortimento di calzini è declinato nei colori blu scuro, grigio scuro, nero.
B) la mattina, per non svegliare mia moglie, non accendo la luce e mi limito a pescare al buio dal cassetto una coppia di calzini.
C) spesso mi accorgo che la coppia non era affatto tale: uno blu ed uno nero, oppure uno grigio ed uno nero, oppure uno blu ed uno grigio...Bastano tre colori per rendere possibile un numero piuttosto elevato di combinazioni.
Allora che fare ?
La soluzioni possibili sono molteplici, ma ognuna presenta delle difficoltà intrinseche o delle controindicazioni:
A) Accendere la luce e controllare il corretto abbinamento dei colori, cosa peraltro difficile anche in piena luce e comunque suscettibile di svegliare la mia consorte.
B) Occuparmi io stesso della stiratura dei calzini. Questa infatti è quella delicata fase in cui, se non si presta la dovuta cura, se non la si esegue con uno spirito zen, si crea la disarmonia dei colori. Mia moglie si è infatti iscritta ad un corso zen per corrispondenza, ma oltre ad essere un corso generico e non applicato alle arti casalinghe, non credo l'abbia seguito con la necessaria assiduità.
C) Decidere di acquistare calzini di un solo colore: è la cosa che forse farò, anche se non ho ancora deciso fra blu e nero (il grigio, poverino, non ha superato la prima fase delle eliminatorie). Questa è forse la soluzione più semplice anche se implica un certo periodo per la sua completa realizzazione: quel periodo, cioè, necessario per consumare i calzini dei colori da dismettere.
Buon giorno e Buon capodanno a tutti !
5am
Il problema del calzino spaiato, apparentemente semplice, è in realtà di assai complessa soluzione.
Il problema:
A) il mio assortimento di calzini è declinato nei colori blu scuro, grigio scuro, nero.
B) la mattina, per non svegliare mia moglie, non accendo la luce e mi limito a pescare al buio dal cassetto una coppia di calzini.
C) spesso mi accorgo che la coppia non era affatto tale: uno blu ed uno nero, oppure uno grigio ed uno nero, oppure uno blu ed uno grigio...Bastano tre colori per rendere possibile un numero piuttosto elevato di combinazioni.
Allora che fare ?
La soluzioni possibili sono molteplici, ma ognuna presenta delle difficoltà intrinseche o delle controindicazioni:
A) Accendere la luce e controllare il corretto abbinamento dei colori, cosa peraltro difficile anche in piena luce e comunque suscettibile di svegliare la mia consorte.
B) Occuparmi io stesso della stiratura dei calzini. Questa infatti è quella delicata fase in cui, se non si presta la dovuta cura, se non la si esegue con uno spirito zen, si crea la disarmonia dei colori. Mia moglie si è infatti iscritta ad un corso zen per corrispondenza, ma oltre ad essere un corso generico e non applicato alle arti casalinghe, non credo l'abbia seguito con la necessaria assiduità.
C) Decidere di acquistare calzini di un solo colore: è la cosa che forse farò, anche se non ho ancora deciso fra blu e nero (il grigio, poverino, non ha superato la prima fase delle eliminatorie). Questa è forse la soluzione più semplice anche se implica un certo periodo per la sua completa realizzazione: quel periodo, cioè, necessario per consumare i calzini dei colori da dismettere.
Buon giorno e Buon capodanno a tutti !
5am
Finora
Chissà perchè in mezzo alle catastrofi i nostri media sono sempre così ansiosi di rifilarci buone (e false) notizie.
Il 26 dicembre, giorno dell'evento, tutti i notiziari ci hanno bombardato della rassicurante: "nessun italiano morto", senza neppure uno straccio di "finora" per mitigare un'affermazione così intempestiva e fasulla.
Il giorno dopo si è presto avuto un nuovo conteggio, meno ottimistico, di 13 italiano morti.
Ieri mattina Gianfranco Fini ha parlato di 600 italiani di cui si sono perse le tracce e per i quali "dobbiamo prepararci al peggio".
Chissà perchè in mezzo alle catastrofi i nostri media sono sempre così ansiosi di rifilarci buone (e false) notizie.
Il 26 dicembre, giorno dell'evento, tutti i notiziari ci hanno bombardato della rassicurante: "nessun italiano morto", senza neppure uno straccio di "finora" per mitigare un'affermazione così intempestiva e fasulla.
Il giorno dopo si è presto avuto un nuovo conteggio, meno ottimistico, di 13 italiano morti.
Ieri mattina Gianfranco Fini ha parlato di 600 italiani di cui si sono perse le tracce e per i quali "dobbiamo prepararci al peggio".
28/12/2004
cavalli di battaglia
Un mio cavallo di battaglia è ormai la pubblicazione dello scontrino di Natale della Feltrinelli.
Quest'anno:
E. Salgari "Il Corsaro Nero" >> ai nipotini
F. Baum "Il Mago di Oz" >> alle nipotine
R. Kipling "I Libri della Giungla ed altri racconti di animali" >> ai miei figli
R. Carver "Cattedrale" >> a mia moglie
A. Nafisi "Leggere Lolita a Teheran" >> a mia suocera
D. Jared "Armi, Acciaio e Malattie" >> a mio suocero
E. Hemingway "Per chi suona la campana" e G. Verga "I Malavoglia" > a mia madre.
Un mio cavallo di battaglia è ormai la pubblicazione dello scontrino di Natale della Feltrinelli.
Quest'anno:
E. Salgari "Il Corsaro Nero" >> ai nipotini
F. Baum "Il Mago di Oz" >> alle nipotine
R. Kipling "I Libri della Giungla ed altri racconti di animali" >> ai miei figli
R. Carver "Cattedrale" >> a mia moglie
A. Nafisi "Leggere Lolita a Teheran" >> a mia suocera
D. Jared "Armi, Acciaio e Malattie" >> a mio suocero
E. Hemingway "Per chi suona la campana" e G. Verga "I Malavoglia" > a mia madre.
marketing plan
Buona parte dei blogger sono esperti di comunicazione e marketing.
Io no.
Per questo nell'assegnazione dei compiti per il nostro prossimo piano di marketing mi sono candidato per fare un lavoro di basso profilo: scrivere un articolo multifunzione, lasciando ai miei soci altri compiti ben più ardui quali frequentare il circolo del tennis, o del golf, sperando di conoscere qualche imprenditore potenzialmente interessato ai nostri servizi oppure attivare qualche venditore per diffondere il verbo.
Articolo multifunzione ? Certo:
Funzione a) documentare un progetto;
Funzione b) fornire ai venditori uno strumento per capire e far capire quello che devono vendere;
Funzione c) creare materiale commerciale per un convegno prossimo.
Mi fermo qui.
Ah, stamattina ho scritto la bozza della premessa. Se qualche anima pia ha voglia di leggerla e dare buoni consigli, assicuro che avrà l'anteprima esclusiva anche delle bozze successive.
Eccola:
Premessa – la scelta di SDWEB
In questo articolo illustreremo come un'Azienda, appartenente alla classica categoria delle PMI, abbia potuto rapidamente ottenere significativi benefici dall'utilizzo del servizio di accesso web ai sistemi direzionali(di seguito: SDWEB).
Il percorso inizia nel dicembre 2003, quando l'Azienda, circa 4 milioni di euro annui di fatturato con 1500 clienti attivi, avverte l'esigenza di sostituire il sistema informativo, che viene utilizzato “con soddisfazione” da oltre 10 anni. L'espressione “con soddisfazione” sta a significare che il sistema assolve adeguatamente le varie funzioni e necessità di ambito operativo, tuttavia il sistema appare totalmente inadeguato alle esigenze di controllo di gestione, dettate dalla situazione di mercato sempre più competitiva.
Dopo avere valutato approfonditamente una ipotesi di sostituzione del sistema informatvo con un erp di nuova generazione, l'Azienda decide di seguire una strada diversa, che mira alla rapida e diretta soluzione del problema più cogente: disporre di un efficiente e flessibile sistema di controllo delle aree commerciale e produttiva, nei tempi più rapidi ed ai costi più contenuti.
Nel corso dello studio di fattibilità per la sostituzione del sistema informativo, infatti, ci si rende conto di disporre di una base dati ricca ed aperta (il data base è Microsoft SQL Server); quello che manca, in realtà, è il Sistema Direzionale: quell'insieme di viste e di reports che permettono di eseguire adeguate analisi sulle dinamiche di gestione.
La scelta cade quindi sul servizio SDWEB per i seguenti principali motivi: a) l'esperienza dello staff di Koan srl nelle attività d'impianto dei sistemi di controllo aziendali; b) i costi certi e contenuti, basati sulla formula del canone d'uso, e l'assenza d'investimenti hardware e software (per l'accesso al servizio è necessario disporre esclusivamente di un collegamento ad internet); c) la possibilità di fruizione del servizio sempre e dovunque: il servizio infatti è attivo 24 ore su 24 e, in quanto accessibile via web, può essere consultato da qualunque postazione collegata ad internet, permettendone la fruizione anche da parte di collaboratori esterni all'azienda (es.: agenti, consulenti, ecc.) dotati di personali chiavi di accesso. (fine prima parte)
30/12/04 (seconda parte)
La fase di setup
A questo punto, siamo nel gennaio 2004, inizia la fase di impostazione del sistema.
Abbiamo detto prima che il data base era aperto, tuttavia una difficoltà particolare, che è quasi la norma in questi casi, derivava dalla totale mancanza di documentazione del data base stesso; nè si poteva fare affidamento su risorse aziendali che potessero conoscerlo, mancando completamente una figura di responsabile edp o equivalente; infine i rapporti con la software house fornitrice del sistema erp erano piuttosto "difficili" e non si riteneva fosse il caso di chiedere il loro aiuto per avere indicazioni su come reperire rapidamente le informazioni necessarie all'interno del db.
Quindi ci siamo dovuti rimboccare le maniche ed abbiamo dovuto scavare nel db, spulciando fra tabelle e viste, spesso con nomi molto simili fra loro, alla ricerca di quelle che facessero al caso nostro.
Ripeto, questa situazione è la norma, non l'eccezione, e non a caso questo tipo di attività è stato definito di "data mining", termine che rende proprio la fatica di procedere per tentativi alla caccia dei dati che servono.
In questa attività l'esperienza del professionista che esegue l'esame del db, l'individuazione delle tabelle "interessanti" e la verifica dei dati così rintracciati, costituisce la sottile differenza che può passare fra un fallimento totale del progetto (o, il che è lo stesso, un suo costo insostenibile) ed un successo.
Nel nostro caso l'individuazione delle tabelle (anagrafiche clienti e prodotti, movimenti di magazzino), la successiva verifica dei dati così individuati (es: quadratura del fatturato per cliente), e l'impostazione della query di estrazione delle informazioni da indirizzare al nostro datawarehouse, ha richiesto un impegno contenuto in circa 3 giornate di lavoro, che ci sentiamo di qualificare come "rapido".
(fine seconda parte)
07/01/05 (terza parte)
Una volta individuate le fonti delle informazioni di base si trattava ora di costruire il Sistema Direzionale vero e proprio.
La struttura avrebbe previsto i seguenti livelli:
a) estrazione ed aggiornamento periodico del datawarehouse
b) universo dati
c) set di reports e viste
Per quanto riguarda i dati da estrarre periodicamente essi possono essere raggruppati in dati anagrafici, dati temporali e dati quantitativi.
Dati anagrafici sono:
* codici e ragioni sociali dei clienti;
* codici e ragioni sociali degli agenti;
* codici di aggregazione dei clienti: categoria (rivenditori, utilizzatori, ecc.); città, provincia, zona, regione, nazione.
* codici e descrizioni dei prodotti;
* codici di aggregazione dei prodotti: (categoria merceologica, ecc.)
* unità di misura dei prodotti
Dati temporali sono:
* data ordine;
* data spedizione;
* data fattura;
* aggregazioni temporali (mese, anno di fatturazione).
Dati quantitativi sono:
* quantità venduta
* quantità (omogenea) venduta (espressa in kg)
* ricavo netto (in euro)
* costo del venduto
* provvigione di vendita
Si è previsto di aggiornare il datawarehouse, attraverso l'estrazione di queste informazioni elementari, in corrispondenza della chiusura della fatturazione mensile. Pertanto ogni mese, con una apposita query, vengono estratti i nuovi dati e trasferiti su una tabella. La tabella viene poi trasferita, a mezzo Ftp, sul server che ospita il datawarehouse e, a questo punto, scatta l'aggiornamento del datawarehouse stesso, mediante un processo di acquisizione dei nuovi dati.
Tale processo non è altro che una query di accodamento, definita come data transformation service ("dts": un componente standard di Microsoft SQL Server, che permette di impostare ed eseguire automaticamente, anche ad intervalli di tempo predefiniti, varie operazioni sulle tabelle di data base).
L'importanza dei servizi dts è notevole: essi permettono di rendere automatiche le tre fasi di aggiornamento del database, che sono:
estrazione dei dati “grezzi” dal database di origine;
importazione dei dati estratti, tramite ftp, nel server di destinazione;
aggiornamento, a partire dai nuovi dati estratti, delle tabelle che formano il datawarehouse.
Inoltre, grazie all'agente di pianificazione di Sql Server, è possibile impostare l'avvio automatico di tali operazioni ad intervalli di tempo prestabiliti.
A questo punto tutto era pronto per la pubblicazione dei reports destinati alla Direzione Aziendale.
La struttura dei reports adottata ha previsto un Report, il primo del menu, specificamente destinato alla consultazione a video: questo report, basato su un tool java, permette di eseguire all'interno del browser di internet le classiche operazioni di “esplorazione dati”. Partendo da una semplice struttura che mostra una tabella pivot con i dati aggregati per regione / mese, è possibile eseguire operazioni di “drill down” (letteralmente trapanare giù) disaggregando le chiavi di lettura in zone, agenti, clienti, famiglie di prodotti, e singoli articoli. Naturalmente è possibile poi il processo inverso di ritorno alle aggregazioni superiori, cioè di “drill up”.
Gli altri reports pubblicati sono invece espressamente progettati per la stampa, pertanto alla loro apertura viene caricato acrobat reader ed i dati (tabelle e grafici) vengono esposti in formato pdf, particolarmente adeguato per la stampa. Questa caratteristica non deve però far pensare che si tratti di reports statici. Anche questi, infatti, sono direttamente connessi con il datawarehouse e vengono aggiornati nel momento stesso della loro visualizzazione e, successivamente, a richiesta dell'utente.
Conclusioni
La più grande soddisfazione di questo progetto è notare come oggi l'Azienda trovi normale tutto questo ed abbia dimenticato l'epoca, non così lontana nel tempo ma veramente un'altra epoca, in cui ci si doveva accontentare di una conoscenza solo aprossimativa dei propri dati fondamentali, per citarne solo alcuni: clienti, prodotti, quantità vendute, importi fatturati.
collegamento auto-sponsorizzato: in questo blog a volte si parla di business intelligence, qui invece la si pratica di continuo.
Buona parte dei blogger sono esperti di comunicazione e marketing.
Io no.
Per questo nell'assegnazione dei compiti per il nostro prossimo piano di marketing mi sono candidato per fare un lavoro di basso profilo: scrivere un articolo multifunzione, lasciando ai miei soci altri compiti ben più ardui quali frequentare il circolo del tennis, o del golf, sperando di conoscere qualche imprenditore potenzialmente interessato ai nostri servizi oppure attivare qualche venditore per diffondere il verbo.
Articolo multifunzione ? Certo:
Funzione a) documentare un progetto;
Funzione b) fornire ai venditori uno strumento per capire e far capire quello che devono vendere;
Funzione c) creare materiale commerciale per un convegno prossimo.
Mi fermo qui.
Ah, stamattina ho scritto la bozza della premessa. Se qualche anima pia ha voglia di leggerla e dare buoni consigli, assicuro che avrà l'anteprima esclusiva anche delle bozze successive.
Eccola:
Premessa – la scelta di SDWEB
In questo articolo illustreremo come un'Azienda, appartenente alla classica categoria delle PMI, abbia potuto rapidamente ottenere significativi benefici dall'utilizzo del servizio di accesso web ai sistemi direzionali(di seguito: SDWEB).
Il percorso inizia nel dicembre 2003, quando l'Azienda, circa 4 milioni di euro annui di fatturato con 1500 clienti attivi, avverte l'esigenza di sostituire il sistema informativo, che viene utilizzato “con soddisfazione” da oltre 10 anni. L'espressione “con soddisfazione” sta a significare che il sistema assolve adeguatamente le varie funzioni e necessità di ambito operativo, tuttavia il sistema appare totalmente inadeguato alle esigenze di controllo di gestione, dettate dalla situazione di mercato sempre più competitiva.
Dopo avere valutato approfonditamente una ipotesi di sostituzione del sistema informatvo con un erp di nuova generazione, l'Azienda decide di seguire una strada diversa, che mira alla rapida e diretta soluzione del problema più cogente: disporre di un efficiente e flessibile sistema di controllo delle aree commerciale e produttiva, nei tempi più rapidi ed ai costi più contenuti.
Nel corso dello studio di fattibilità per la sostituzione del sistema informativo, infatti, ci si rende conto di disporre di una base dati ricca ed aperta (il data base è Microsoft SQL Server); quello che manca, in realtà, è il Sistema Direzionale: quell'insieme di viste e di reports che permettono di eseguire adeguate analisi sulle dinamiche di gestione.
La scelta cade quindi sul servizio SDWEB per i seguenti principali motivi: a) l'esperienza dello staff di Koan srl nelle attività d'impianto dei sistemi di controllo aziendali; b) i costi certi e contenuti, basati sulla formula del canone d'uso, e l'assenza d'investimenti hardware e software (per l'accesso al servizio è necessario disporre esclusivamente di un collegamento ad internet); c) la possibilità di fruizione del servizio sempre e dovunque: il servizio infatti è attivo 24 ore su 24 e, in quanto accessibile via web, può essere consultato da qualunque postazione collegata ad internet, permettendone la fruizione anche da parte di collaboratori esterni all'azienda (es.: agenti, consulenti, ecc.) dotati di personali chiavi di accesso. (fine prima parte)
30/12/04 (seconda parte)
La fase di setup
A questo punto, siamo nel gennaio 2004, inizia la fase di impostazione del sistema.
Abbiamo detto prima che il data base era aperto, tuttavia una difficoltà particolare, che è quasi la norma in questi casi, derivava dalla totale mancanza di documentazione del data base stesso; nè si poteva fare affidamento su risorse aziendali che potessero conoscerlo, mancando completamente una figura di responsabile edp o equivalente; infine i rapporti con la software house fornitrice del sistema erp erano piuttosto "difficili" e non si riteneva fosse il caso di chiedere il loro aiuto per avere indicazioni su come reperire rapidamente le informazioni necessarie all'interno del db.
Quindi ci siamo dovuti rimboccare le maniche ed abbiamo dovuto scavare nel db, spulciando fra tabelle e viste, spesso con nomi molto simili fra loro, alla ricerca di quelle che facessero al caso nostro.
Ripeto, questa situazione è la norma, non l'eccezione, e non a caso questo tipo di attività è stato definito di "data mining", termine che rende proprio la fatica di procedere per tentativi alla caccia dei dati che servono.
In questa attività l'esperienza del professionista che esegue l'esame del db, l'individuazione delle tabelle "interessanti" e la verifica dei dati così rintracciati, costituisce la sottile differenza che può passare fra un fallimento totale del progetto (o, il che è lo stesso, un suo costo insostenibile) ed un successo.
Nel nostro caso l'individuazione delle tabelle (anagrafiche clienti e prodotti, movimenti di magazzino), la successiva verifica dei dati così individuati (es: quadratura del fatturato per cliente), e l'impostazione della query di estrazione delle informazioni da indirizzare al nostro datawarehouse, ha richiesto un impegno contenuto in circa 3 giornate di lavoro, che ci sentiamo di qualificare come "rapido".
(fine seconda parte)
07/01/05 (terza parte)
Una volta individuate le fonti delle informazioni di base si trattava ora di costruire il Sistema Direzionale vero e proprio.
La struttura avrebbe previsto i seguenti livelli:
a) estrazione ed aggiornamento periodico del datawarehouse
b) universo dati
c) set di reports e viste
Per quanto riguarda i dati da estrarre periodicamente essi possono essere raggruppati in dati anagrafici, dati temporali e dati quantitativi.
Dati anagrafici sono:
* codici e ragioni sociali dei clienti;
* codici e ragioni sociali degli agenti;
* codici di aggregazione dei clienti: categoria (rivenditori, utilizzatori, ecc.); città, provincia, zona, regione, nazione.
* codici e descrizioni dei prodotti;
* codici di aggregazione dei prodotti: (categoria merceologica, ecc.)
* unità di misura dei prodotti
Dati temporali sono:
* data ordine;
* data spedizione;
* data fattura;
* aggregazioni temporali (mese, anno di fatturazione).
Dati quantitativi sono:
* quantità venduta
* quantità (omogenea) venduta (espressa in kg)
* ricavo netto (in euro)
* costo del venduto
* provvigione di vendita
Si è previsto di aggiornare il datawarehouse, attraverso l'estrazione di queste informazioni elementari, in corrispondenza della chiusura della fatturazione mensile. Pertanto ogni mese, con una apposita query, vengono estratti i nuovi dati e trasferiti su una tabella. La tabella viene poi trasferita, a mezzo Ftp, sul server che ospita il datawarehouse e, a questo punto, scatta l'aggiornamento del datawarehouse stesso, mediante un processo di acquisizione dei nuovi dati.
Tale processo non è altro che una query di accodamento, definita come data transformation service ("dts": un componente standard di Microsoft SQL Server, che permette di impostare ed eseguire automaticamente, anche ad intervalli di tempo predefiniti, varie operazioni sulle tabelle di data base).
L'importanza dei servizi dts è notevole: essi permettono di rendere automatiche le tre fasi di aggiornamento del database, che sono:
estrazione dei dati “grezzi” dal database di origine;
importazione dei dati estratti, tramite ftp, nel server di destinazione;
aggiornamento, a partire dai nuovi dati estratti, delle tabelle che formano il datawarehouse.
Inoltre, grazie all'agente di pianificazione di Sql Server, è possibile impostare l'avvio automatico di tali operazioni ad intervalli di tempo prestabiliti.
A questo punto tutto era pronto per la pubblicazione dei reports destinati alla Direzione Aziendale.
La struttura dei reports adottata ha previsto un Report, il primo del menu, specificamente destinato alla consultazione a video: questo report, basato su un tool java, permette di eseguire all'interno del browser di internet le classiche operazioni di “esplorazione dati”. Partendo da una semplice struttura che mostra una tabella pivot con i dati aggregati per regione / mese, è possibile eseguire operazioni di “drill down” (letteralmente trapanare giù) disaggregando le chiavi di lettura in zone, agenti, clienti, famiglie di prodotti, e singoli articoli. Naturalmente è possibile poi il processo inverso di ritorno alle aggregazioni superiori, cioè di “drill up”.
Gli altri reports pubblicati sono invece espressamente progettati per la stampa, pertanto alla loro apertura viene caricato acrobat reader ed i dati (tabelle e grafici) vengono esposti in formato pdf, particolarmente adeguato per la stampa. Questa caratteristica non deve però far pensare che si tratti di reports statici. Anche questi, infatti, sono direttamente connessi con il datawarehouse e vengono aggiornati nel momento stesso della loro visualizzazione e, successivamente, a richiesta dell'utente.
Conclusioni
La più grande soddisfazione di questo progetto è notare come oggi l'Azienda trovi normale tutto questo ed abbia dimenticato l'epoca, non così lontana nel tempo ma veramente un'altra epoca, in cui ci si doveva accontentare di una conoscenza solo aprossimativa dei propri dati fondamentali, per citarne solo alcuni: clienti, prodotti, quantità vendute, importi fatturati.
collegamento auto-sponsorizzato: in questo blog a volte si parla di business intelligence, qui invece la si pratica di continuo.
vinte / perse
Oggi ho perso una scommessa, ma ho vinto una battaglia che durava da quasi un anno.
La battaglia era contro una porta seriale di un server che non ne voleva sapere di funzionare.
La scommessa l'ho fatta con MadMax, un sistemista con i controfiocchi, che è riuscito senza sforzo, me incredulo, a far resuscitare la maledetta porta.
Mi appresto a pagare pegno, che consiste nell'assistere ad una messa alla chiesa dei testimoni di geova di Bologna, già perchè il buon MadMax, oltre che essere uno che fa cantare i server (con annessi e connessi) fa anche il testimone di geova, appunto, specializzato nella conversione di atei e cinesi (io sarei l'ateo, dopo di me, se funziona, ci proverà con Cofferati).
Ripensandoci, forse Geova, che probabilmente non ama perdere le scommesse, stavolta ci ha messo lo zampino.
Ah !, dimenticavo, se anche voi avete bisogno di un aiuto (sistemistico) veramente speciale, potete trovare MadMax qui.
5am
Oggi ho perso una scommessa, ma ho vinto una battaglia che durava da quasi un anno.
La battaglia era contro una porta seriale di un server che non ne voleva sapere di funzionare.
La scommessa l'ho fatta con MadMax, un sistemista con i controfiocchi, che è riuscito senza sforzo, me incredulo, a far resuscitare la maledetta porta.
Mi appresto a pagare pegno, che consiste nell'assistere ad una messa alla chiesa dei testimoni di geova di Bologna, già perchè il buon MadMax, oltre che essere uno che fa cantare i server (con annessi e connessi) fa anche il testimone di geova, appunto, specializzato nella conversione di atei e cinesi (io sarei l'ateo, dopo di me, se funziona, ci proverà con Cofferati).
Ripensandoci, forse Geova, che probabilmente non ama perdere le scommesse, stavolta ci ha messo lo zampino.
Ah !, dimenticavo, se anche voi avete bisogno di un aiuto (sistemistico) veramente speciale, potete trovare MadMax qui.
5am
a volte ritornano
Sulla recente sparizione dei commenti da questo blog
>On Tue, 28 Dec 2004 11:13:12 +0100, Albamarina wrote:
> Caro Cinque Del Mattino,
> non per farmi gli affari tuoi ma dove son finiti i commenti del tuo blog?
> Non dirmi che erano inutili, ché mi offenderei...
>
Risposta:
Carissima Alba, non so se il tuo apprezzamento per i miei post sia dovuto alle affinità di orario, spesso infatti l'alba si trova bene alle 5 del mattino, o se ti piacciano sul serio.
In ogni caso ti sarò per sempre riconoscente della solitaria opera di sostegno che stai conducendo nei confronti del mio blog, ormai agonizzante proprio a causa della mancanza di sufficienti stimoli (cioè lettori, cioè commenti).
I commenti ? Si sono chiusi da soli, io non ho fatto nulla.
Di solito ritornano da soli dopo qualche giorno, come il mio gatto quando esce di casa la sera.
Comunque, se non dovessero più tornare, gatto o commenti che siano, vedrò di adottare gli opportuni provvedimenti.
Un bacio pieno di gratitudine
5am
allora, provvisoriamente, riattiviamo la terribile funzione commenti di blogger
Sulla recente sparizione dei commenti da questo blog
>On Tue, 28 Dec 2004 11:13:12 +0100, Albamarina
> Caro Cinque Del Mattino,
> non per farmi gli affari tuoi ma dove son finiti i commenti del tuo blog?
> Non dirmi che erano inutili, ché mi offenderei...
>
Risposta:
Carissima Alba, non so se il tuo apprezzamento per i miei post sia dovuto alle affinità di orario, spesso infatti l'alba si trova bene alle 5 del mattino, o se ti piacciano sul serio.
In ogni caso ti sarò per sempre riconoscente della solitaria opera di sostegno che stai conducendo nei confronti del mio blog, ormai agonizzante proprio a causa della mancanza di sufficienti stimoli (cioè lettori, cioè commenti).
I commenti ? Si sono chiusi da soli, io non ho fatto nulla.
Di solito ritornano da soli dopo qualche giorno, come il mio gatto quando esce di casa la sera.
Comunque, se non dovessero più tornare, gatto o commenti che siano, vedrò di adottare gli opportuni provvedimenti.
Un bacio pieno di gratitudine
5am
allora, provvisoriamente, riattiviamo la terribile funzione commenti di blogger
23/12/2004
oh! jingle bell, jingle bell, jingle orzowei
Tempo di Natale, tempo di novità
Novità: scopro ieri sera al ritorno un enorme pacco di posta.
Le poste sono diventate moderne, non consegnano più tutti i giorni ma raggruppano, tanto se uno ha fretta ci sono altri mezzi.
E come dar loro torto, basta fare l'elenco di quello che ho ricevuto:
-Dws investments, un fondo comune che mi rende circa 1€ all'anno, mi scrive per informarmi che hanno fuso due fondi in uno solo;
-Hera, nientepopodimeno che la holding energia risorse ambiente, mi comunica la bolletta dell'acqua;
-ABB, un'azienda che una volta faceva cose serie, mi informa di una loro promozione, in joint venture con tim, per farmi comprare un “telefonino”, lo chiamano proprio così, che può far accendere la lavatrice a distanza (meraviglie della domotica);
-Ace europe, improbabile compagnia assicurativa che mi ha rifilato una polizza per non so quale rischio nascondendola negli estratti conto della visa, mi informa che si sono fusi con qualche altra associazione a delinquere;
-Infine Autogerma mi scrive per informarmi che l'auto del mio socio potrebbe avere un guasto allo sterzo, sarà meglio che mi ricordi di dirglielo, si sa mai.
oh! jingle bell, jingle bell, jingle orzowei
Ecco, vedete come è emozionante la posta che ho ricevuto per natale ?
Ma nel pacco c'era anche qualcosa di interessante, una copia omaggio del giornale di quartiere: “la piazza”, che è uno dei miei giornali preferiti: mi gusto il bell'articolo sul successo incredibile ed inaspettato che ha avuto il film lavorare con lentezza, che ha riempito per mesi tutte le sere il cinema Rialto.
oh! jingle bell, jingle bell, jingle orzowei
E, a proposito di giornali, riesumo dalla borsa il 24ore di lunedì scorso, che avevo conservato per farmi quattro risate: volevo infatti capire come mai Bologna, da cui medito di fuggire, è al primo posto in Italia, e Messina, dove sogno di abitare, sta all'ultimo.
A parte il nuovo sindaco, che da quando è stato eletto fa di tutto per non farsi notare dai cittadini, e montezemolo, Bologna offre ai bolognesi la terza ricchezza, e costo della vita, d'italia; la terza infrastruttura imprenditoriale; il 14°(sentiment: 31°) livello di servizi ed ambiente; il 102° , penultimo, posto nel livello di criminalità; l'84° negli indicatori socio-demografici (suicidi, divorzi, ecc...); il 2° posto per svago e cultura (cinema, vendite libri, numero ristoranti, ecc.).
Ecco, ora capisco meglio il contrasto fra la statistica ed il mio “sentiment”: io sono quello che non ha mangiato il mezzo pollo: io vado al cinema 2 volte l'anno e altrettante volte, magari le stesse sere del cinema, a cena fuori per svago: quindi mi perdo i benefici e mi becco le sfighe del vivere a Bologna.
oh! jingle bell, jingle bell, jingle orzowei
Tempo di natale, tempo di bambini: ieri sera mentre mi dannavo ad assemblare un infernale deposito di zio paperone, regalatoci da una simpatica vicina di casa, mio figlio, 5 anni fra 10 giorni, mi comunicava il nome della sua fidanzata. Ah, bene.
oh! jingle bell, jingle bell, jingle orzowei
Tempo di natale, tempo di bilanci: lunedì scorso ci siamo ritrovati fra soci per festeggiare un anno dalla nascita del nostro innovativo business: un cliente. Poteva andarci peggio.
oh! jingle bell, jingle bell, jingle orzowei
Buongiorno e Buon Natale a Tutti !
5am
Tempo di Natale, tempo di novità
Novità: scopro ieri sera al ritorno un enorme pacco di posta.
Le poste sono diventate moderne, non consegnano più tutti i giorni ma raggruppano, tanto se uno ha fretta ci sono altri mezzi.
E come dar loro torto, basta fare l'elenco di quello che ho ricevuto:
-Dws investments, un fondo comune che mi rende circa 1€ all'anno, mi scrive per informarmi che hanno fuso due fondi in uno solo;
-Hera, nientepopodimeno che la holding energia risorse ambiente, mi comunica la bolletta dell'acqua;
-ABB, un'azienda che una volta faceva cose serie, mi informa di una loro promozione, in joint venture con tim, per farmi comprare un “telefonino”, lo chiamano proprio così, che può far accendere la lavatrice a distanza (meraviglie della domotica);
-Ace europe, improbabile compagnia assicurativa che mi ha rifilato una polizza per non so quale rischio nascondendola negli estratti conto della visa, mi informa che si sono fusi con qualche altra associazione a delinquere;
-Infine Autogerma mi scrive per informarmi che l'auto del mio socio potrebbe avere un guasto allo sterzo, sarà meglio che mi ricordi di dirglielo, si sa mai.
oh! jingle bell, jingle bell, jingle orzowei
Ecco, vedete come è emozionante la posta che ho ricevuto per natale ?
Ma nel pacco c'era anche qualcosa di interessante, una copia omaggio del giornale di quartiere: “la piazza”, che è uno dei miei giornali preferiti: mi gusto il bell'articolo sul successo incredibile ed inaspettato che ha avuto il film lavorare con lentezza, che ha riempito per mesi tutte le sere il cinema Rialto.
oh! jingle bell, jingle bell, jingle orzowei
E, a proposito di giornali, riesumo dalla borsa il 24ore di lunedì scorso, che avevo conservato per farmi quattro risate: volevo infatti capire come mai Bologna, da cui medito di fuggire, è al primo posto in Italia, e Messina, dove sogno di abitare, sta all'ultimo.
A parte il nuovo sindaco, che da quando è stato eletto fa di tutto per non farsi notare dai cittadini, e montezemolo, Bologna offre ai bolognesi la terza ricchezza, e costo della vita, d'italia; la terza infrastruttura imprenditoriale; il 14°(sentiment: 31°) livello di servizi ed ambiente; il 102° , penultimo, posto nel livello di criminalità; l'84° negli indicatori socio-demografici (suicidi, divorzi, ecc...); il 2° posto per svago e cultura (cinema, vendite libri, numero ristoranti, ecc.).
Ecco, ora capisco meglio il contrasto fra la statistica ed il mio “sentiment”: io sono quello che non ha mangiato il mezzo pollo: io vado al cinema 2 volte l'anno e altrettante volte, magari le stesse sere del cinema, a cena fuori per svago: quindi mi perdo i benefici e mi becco le sfighe del vivere a Bologna.
oh! jingle bell, jingle bell, jingle orzowei
Tempo di natale, tempo di bambini: ieri sera mentre mi dannavo ad assemblare un infernale deposito di zio paperone, regalatoci da una simpatica vicina di casa, mio figlio, 5 anni fra 10 giorni, mi comunicava il nome della sua fidanzata. Ah, bene.
oh! jingle bell, jingle bell, jingle orzowei
Tempo di natale, tempo di bilanci: lunedì scorso ci siamo ritrovati fra soci per festeggiare un anno dalla nascita del nostro innovativo business: un cliente. Poteva andarci peggio.
oh! jingle bell, jingle bell, jingle orzowei
Buongiorno e Buon Natale a Tutti !
5am
16/12/2004
15/12/2004
a proposito di password
Lei è disordinata in modo pazzesco e mi paga anche perchè io sono sempre calmo e organizzato.
Ieri però l'ho delusa: non sono riuscito a rintracciarLe la password di posta elettronica (che aveva già perso diverse volte).
Il mio errore: per rispetto della sua privacy non me l'ero annotata.
Lei è disordinata in modo pazzesco e mi paga anche perchè io sono sempre calmo e organizzato.
Ieri però l'ho delusa: non sono riuscito a rintracciarLe la password di posta elettronica (che aveva già perso diverse volte).
Il mio errore: per rispetto della sua privacy non me l'ero annotata.
sensi di colpa
Beh, ripensandoci, anch'io, come torturatore di povera gente che avrebbe anche altro da fare oltre a ricordare ed inserire password, non scherzo.
Paolo mi aveva promesso il "single sign-on", ma mentiva sapendo di mentire ed io sapevo che mentiva ma volevo tanto crederci.
Chiedo scusa a tutti.
Beh, ripensandoci, anch'io, come torturatore di povera gente che avrebbe anche altro da fare oltre a ricordare ed inserire password, non scherzo.
Paolo mi aveva promesso il "single sign-on", ma mentiva sapendo di mentire ed io sapevo che mentiva ma volevo tanto crederci.
Chiedo scusa a tutti.
Smartphone review
(meglio di tante recensioni su riviste specializzate)
Commenti su: Rapida review tecnologica
Dici ? Permettimi di dissentire. Ho avuto quello vecchio (TIM) fin dai primi giorni di commercializzazione, e mi sono sempre trovata benissimo. Ora ho da parecchi mesi quello nuovo (blu, sempre TIM), e va alla grandissima ! Usandolo MOLTO per i mail, e parecchio per le telefonate la batteria dura 5 giorni abbondanti, prende ovunque, anche più del vecchio nokia che sembrava quasi un TACS, e non ho mai avuto problemi di connessione.
Commento di Storiedime, 09.12.04 08:27
io sto usando la scheda umts di vodafone. devo dire che nei pochi posti dove funziona funziona da dio. un blackberry di terza generazione non c’è ancora vero?
Commento di livefast, 09.12.04 18:46
il numero uno dell’inutilità rimarrà sempre il nokia communicator.
Commento di kos, 09.12.04 22:08
Ragazzi, allora io sono sfigato: il mio vodafone non prende un cazzo e come telefono è inusabile, cade la linea ogni 5 minuti. Blackberry 3G ancora non c’è.
Commento di Carlo, 09.12.04 22:52
Io so solo che il nek che ti danno col contratto 3 è una merda senza paragoni. Non prende da nessuna parte e non si trovano nemmeno i drivers per passare le foto su pc.
Sono tornato al nokia 3310 blu con la coda tra le gambe.
Jaco
Commento di Jaco, 10.12.04 09:19
Vedo che possiedi un blakberry, e questo e’ da tempo che penso di acquistare. Temo pero’ di avere idee sbagliate su di esso. Percio’ ti domando se puo’ servire come piccolo computer? Il computer che uso, mi obbliga a restare ore e ore seduto a casa; mentre sarebbe bello usare un computer seduto sul lungomare. Pero’ mi hanno detto che lo si usa collegato con un telefonino e che ogni mail verrebbe a costare parecchio. Puoi darmi delle spiegazioni? Grazie.
Commento di sebastiano35, 14.12.04 08:54
(meglio di tante recensioni su riviste specializzate)
Commenti su: Rapida review tecnologica
Dici ? Permettimi di dissentire. Ho avuto quello vecchio (TIM) fin dai primi giorni di commercializzazione, e mi sono sempre trovata benissimo. Ora ho da parecchi mesi quello nuovo (blu, sempre TIM), e va alla grandissima ! Usandolo MOLTO per i mail, e parecchio per le telefonate la batteria dura 5 giorni abbondanti, prende ovunque, anche più del vecchio nokia che sembrava quasi un TACS, e non ho mai avuto problemi di connessione.
Commento di Storiedime, 09.12.04 08:27
io sto usando la scheda umts di vodafone. devo dire che nei pochi posti dove funziona funziona da dio. un blackberry di terza generazione non c’è ancora vero?
Commento di livefast, 09.12.04 18:46
il numero uno dell’inutilità rimarrà sempre il nokia communicator.
Commento di kos, 09.12.04 22:08
Ragazzi, allora io sono sfigato: il mio vodafone non prende un cazzo e come telefono è inusabile, cade la linea ogni 5 minuti. Blackberry 3G ancora non c’è.
Commento di Carlo, 09.12.04 22:52
Io so solo che il nek che ti danno col contratto 3 è una merda senza paragoni. Non prende da nessuna parte e non si trovano nemmeno i drivers per passare le foto su pc.
Sono tornato al nokia 3310 blu con la coda tra le gambe.
Jaco
Commento di Jaco, 10.12.04 09:19
Vedo che possiedi un blakberry, e questo e’ da tempo che penso di acquistare. Temo pero’ di avere idee sbagliate su di esso. Percio’ ti domando se puo’ servire come piccolo computer? Il computer che uso, mi obbliga a restare ore e ore seduto a casa; mentre sarebbe bello usare un computer seduto sul lungomare. Pero’ mi hanno detto che lo si usa collegato con un telefonino e che ogni mail verrebbe a costare parecchio. Puoi darmi delle spiegazioni? Grazie.
Commento di sebastiano35, 14.12.04 08:54
Hi Tech
L'altra sera, al ritorno dal lavoro, mia moglie mi racconta le torture tecnologiche cui deve sottostare per far partire i voli lufthansa: tutta l'operazione va gestita con l'ausilio di un palmare collegato via umts con il centro operativo LH di Capetown.
Che c'è di male ?
Nulla di particolare se si esclude che: con il freddo di questi giorni la batteria del palmare si scarica alla velocità di uno starnuto; la stabilità del segnale umts, sulla pista dell'aeroporto, è paragonabile a quella di una democrazia sudamericana; e, infine, con buona pace del desiderio di risparmio che, presumibilmente, aveva spinto la compagnia a centralizzare gli uffici in Sudafrica, in mancanza del palmare l'intera operazione va completata con una bella telefonata, della durata di 20 minuti circa, al centro di Capetown.
Per comprendere meglio quanto il tutto fosse cervellotico, mi sono preso lo sfizio di leggere il manuale operativo del sofware che gira sul palmare: un vero campo minato di finestre, di user-id, di chiavi mobili: l'ideale per chi deve affrontare contemporaneamente: pilota, addetti ai bagagli, addetti alle pulizie, addetti al catering, passeggeri incazzati, col freddo che ti gela le dita e le turbine dell'aereo che ti rintronano il cervello.
Poi mi lamento che mia moglie è un pò stressata.
L'altra sera, al ritorno dal lavoro, mia moglie mi racconta le torture tecnologiche cui deve sottostare per far partire i voli lufthansa: tutta l'operazione va gestita con l'ausilio di un palmare collegato via umts con il centro operativo LH di Capetown.
Che c'è di male ?
Nulla di particolare se si esclude che: con il freddo di questi giorni la batteria del palmare si scarica alla velocità di uno starnuto; la stabilità del segnale umts, sulla pista dell'aeroporto, è paragonabile a quella di una democrazia sudamericana; e, infine, con buona pace del desiderio di risparmio che, presumibilmente, aveva spinto la compagnia a centralizzare gli uffici in Sudafrica, in mancanza del palmare l'intera operazione va completata con una bella telefonata, della durata di 20 minuti circa, al centro di Capetown.
Per comprendere meglio quanto il tutto fosse cervellotico, mi sono preso lo sfizio di leggere il manuale operativo del sofware che gira sul palmare: un vero campo minato di finestre, di user-id, di chiavi mobili: l'ideale per chi deve affrontare contemporaneamente: pilota, addetti ai bagagli, addetti alle pulizie, addetti al catering, passeggeri incazzati, col freddo che ti gela le dita e le turbine dell'aereo che ti rintronano il cervello.
Poi mi lamento che mia moglie è un pò stressata.
Scusa se non ti ho risposto prima. Avrai capito che il pensiero libero, nella mia vita, occupa uno spazio marginale; quello che ci può essere solo la mattina presto, quando tutti dormono, in casa e fuori casa, e nessuno ha bisogno del mio tempo, forse la cosa migliore di me.
Finalmente questa mattina sono sveglio, non ho granchè voglia di scrivere, ma almeno sono sveglio e la mente è libera.
Pace ? Non mi pareva fossimo in guerra. Comunque la pace è bella e pace sia.
Buongiorno a Te
Finalmente questa mattina sono sveglio, non ho granchè voglia di scrivere, ma almeno sono sveglio e la mente è libera.
Pace ? Non mi pareva fossimo in guerra. Comunque la pace è bella e pace sia.
Buongiorno a Te
08/12/2004
tempo di radio
Se da un pò di tempo mi si vede più raramente da queste parti, dove dovrei passare la mattina presto, è anche per una riscoperta del piacere di stare sotto le coperte, tuttavia non è che me ne stia lì a dormire, proprio no.
Semplicemente faccio del mio meglio per rompere le scatole a mia moglie: escludendo gli approcci affettuosi, già è dura alle ore comandate, figuriamoci alle 5, le alternative a mia disposizione sono i libri e la radio.
E spesso le uso entrambe.
Forse non avete mai avuto occasione di sentire la trasmissione per gli immigrati ("permesso di soggiorno", rai uno, ore 5.50 am). Beh, dovreste farlo, è parecchio istruttiva.
Si può ad esempio imparare che un bambino nato in italia da genitori immigrati non ha la cittadinanza italiana e, magari, alla bella età di diciotto anni, passati tutti nel nostro paese, si può vedere recapitare un bel decreto di espulsione, in quanto clandestino.
Cose da pazzi ?
Semplicemente cose da italia.
Se da un pò di tempo mi si vede più raramente da queste parti, dove dovrei passare la mattina presto, è anche per una riscoperta del piacere di stare sotto le coperte, tuttavia non è che me ne stia lì a dormire, proprio no.
Semplicemente faccio del mio meglio per rompere le scatole a mia moglie: escludendo gli approcci affettuosi, già è dura alle ore comandate, figuriamoci alle 5, le alternative a mia disposizione sono i libri e la radio.
E spesso le uso entrambe.
Forse non avete mai avuto occasione di sentire la trasmissione per gli immigrati ("permesso di soggiorno", rai uno, ore 5.50 am). Beh, dovreste farlo, è parecchio istruttiva.
Si può ad esempio imparare che un bambino nato in italia da genitori immigrati non ha la cittadinanza italiana e, magari, alla bella età di diciotto anni, passati tutti nel nostro paese, si può vedere recapitare un bel decreto di espulsione, in quanto clandestino.
Cose da pazzi ?
Semplicemente cose da italia.
soubrette-s
Adesso che in tv comandano loro , possiamo rilassarci e (s)parlare un pò di lei.
Forse è simpatica, come sembrano trovarla i suoi colleghi, ma a me sembra piuttosto un'antipatica che si sforza di sembrare simpatica. E la perenne risata chioccia la tradisce.
In più mi ha reso stucchevoli alcune delle rare trasmissioni televisive che trovavo divertenti (zelig in particolare).
Rimpiango i tempi in cui faceva l'oscuro mestiere della moglie del cantante famoso o, più ancora, quelli in cui reclamizzava mutandine, ma forse non se lo può più permettere.
Vorrei quindi levare un appello accorato: aridatece la Hellen Hidding !
Adesso che in tv comandano loro , possiamo rilassarci e (s)parlare un pò di lei.
Forse è simpatica, come sembrano trovarla i suoi colleghi, ma a me sembra piuttosto un'antipatica che si sforza di sembrare simpatica. E la perenne risata chioccia la tradisce.
In più mi ha reso stucchevoli alcune delle rare trasmissioni televisive che trovavo divertenti (zelig in particolare).
Rimpiango i tempi in cui faceva l'oscuro mestiere della moglie del cantante famoso o, più ancora, quelli in cui reclamizzava mutandine, ma forse non se lo può più permettere.
Vorrei quindi levare un appello accorato: aridatece la Hellen Hidding !
possibile che adesso siamo così diversi ?
Non avrei fatto granchè caso a questa notizia se non avessi da poco letto il capolavoro di Marguerite Yourcenar "Memorie di Adriano".
In quel libro si lascia intendere che, nell'antichità, il vero amore era quello omosessuale, in particolare quello dell'uomo maturo nei confronti del giovane adolescente.
Le donne potevano essere rispettate ed ammirate, come la moglie di Traiano, oppure sopportate, come la propria moglie (*), oppure godute nelle notti di festa orgiastica, ma raramente potevano essere amate.
Ora può essere comprensibile che il libro di M.Y. sposi questa tesi, essendo Lei stessa stata felicemente "sposata" ad una donna, tuttavia mi pare pacifico che nell'antichità classica questo tipo di amore non fosse particolarmente scandaloso.
Ora non più.
Duemila anni di religione monoteista hanno cancellato questa possibilità o, meglio, l'anno resa "peccato"; ma quel particolare tipo di peccato che è tale anche per chi non ha affinità religiose. Non come quei peccati che ci piace commettere, magari, o forse ancora di più, segretamente.
No, questo è un peccato che ti blocca l'istinto prima ancora che l'azione.
Peccato.
(*) mi rassicura invece che in questi duemila anni qualcosa per noi uomini non sia ancora cambiato: il dovere di sopportare la moglie.
Non avrei fatto granchè caso a questa notizia se non avessi da poco letto il capolavoro di Marguerite Yourcenar "Memorie di Adriano".
In quel libro si lascia intendere che, nell'antichità, il vero amore era quello omosessuale, in particolare quello dell'uomo maturo nei confronti del giovane adolescente.
Le donne potevano essere rispettate ed ammirate, come la moglie di Traiano, oppure sopportate, come la propria moglie (*), oppure godute nelle notti di festa orgiastica, ma raramente potevano essere amate.
Ora può essere comprensibile che il libro di M.Y. sposi questa tesi, essendo Lei stessa stata felicemente "sposata" ad una donna, tuttavia mi pare pacifico che nell'antichità classica questo tipo di amore non fosse particolarmente scandaloso.
Ora non più.
Duemila anni di religione monoteista hanno cancellato questa possibilità o, meglio, l'anno resa "peccato"; ma quel particolare tipo di peccato che è tale anche per chi non ha affinità religiose. Non come quei peccati che ci piace commettere, magari, o forse ancora di più, segretamente.
No, questo è un peccato che ti blocca l'istinto prima ancora che l'azione.
Peccato.
(*) mi rassicura invece che in questi duemila anni qualcosa per noi uomini non sia ancora cambiato: il dovere di sopportare la moglie.
05/12/2004
21/11/2004
Blog of the blog è un sito di interesse nazionale, dovrebbe essere protetto dal wbf (world blogger fund), quindi, se Strelnik ha finito i soldi per rinnovare il dominio, propongo il lancio di una sottoscrizione per aiutarlo.
security bullettin
Finalmente, dopo due mesi di fastidioso servizio, questa mattina il zone alarm si è reso utile segnalando un dialer (IE11EB.TMP.EXE) preso chissà dove, di cui non ho trovato traccia su google.
Azioni: 1) su ZA: ok al blocco dell'accesso a internet; 2) su Task Manager: terminato il processo; 3) su Registro del Sistema: eliminata la corrispondente chiave.
Ora vado a dare da mangiare al gatto.
Buongiorno e Buona Domenica.
5am
Finalmente, dopo due mesi di fastidioso servizio, questa mattina il zone alarm si è reso utile segnalando un dialer (IE11EB.TMP.EXE) preso chissà dove, di cui non ho trovato traccia su google.
Azioni: 1) su ZA: ok al blocco dell'accesso a internet; 2) su Task Manager: terminato il processo; 3) su Registro del Sistema: eliminata la corrispondente chiave.
Ora vado a dare da mangiare al gatto.
Buongiorno e Buona Domenica.
5am
17/11/2004
perchè i bloggers vogliono pubblicare un libro ?
Finito un libro, le meravigliose "Memorie di Adriano", ne attacco subito un altro, "I Racconti" di Italo Svevo.
Un librio che fa parte di quella categoria denominata, dal mio diletto Kundera, dei "Testamenti Traditi", cioè quei libri costruiti e pubblicati dopo la morte dell'autore, per motivi più o meno leciti, poco importa, comunque libri non pensati e voluti dall'autore.
In ogni caso questo c'era in casa da leggere e questo leggerò.
Scusami Italo.
Inizio leggendo la bibliobiografia dell'autore.
Più che una lettura è un ripasso, poichè l'ho già letta in passato in occasione della "Coscienza di Zeno" e di "Senilità".
Ricordarsi di comprare "Una vita", il primo romanzo che non ho mai letto. Almeno credo.
Sempre interessanti le biografie degli autori, sempre ricche di spunti di riflessione, come lo è stata quella che ho letto di recente, alla fine del libro di Marguerite Yourcenar.
Italo Svevo era uno scrittore-lavoratore.
Un pò come sono tanti bloggers.
Faceva un lavoro che non aveva nulla a che fare con la scrittura: impiegato di banca prima, dirigente dell'azienda di vernici sottomarine dello suocero, poi.
Eppure scriveva divinamente.
Eppure faceva fatica a pubblicare le sue opere e, soprattutto, non ottenne mai il successo che avrebbe meritato. O meglio l'ottenne poco tempo prima di morire.
E' vero che era molto apprezzato dal suo insegnante d'inglese, un tale di nome James Joyce, che non era l'ultimo degli incompetenti in fatto di scrittura.
Ma il pubblico lo snobbava.
E lui un pò ci soffriva.
Anche i bloggers ci soffrono e per questo vorrebbero pubblicare un libro.
Per vedere se qualcuno pagherebbe per leggere le loro opere.
Perchè l'accesso gratuito, e spesso distratto, dei lettori dei blog non è la prova provata di piacere.
Ma ti piace quello che scrivo? Ma quanto ti piace ?
E, fatale domanda, compreresti un mio libro ?
Finito un libro, le meravigliose "Memorie di Adriano", ne attacco subito un altro, "I Racconti" di Italo Svevo.
Un librio che fa parte di quella categoria denominata, dal mio diletto Kundera, dei "Testamenti Traditi", cioè quei libri costruiti e pubblicati dopo la morte dell'autore, per motivi più o meno leciti, poco importa, comunque libri non pensati e voluti dall'autore.
In ogni caso questo c'era in casa da leggere e questo leggerò.
Scusami Italo.
Inizio leggendo la bibliobiografia dell'autore.
Più che una lettura è un ripasso, poichè l'ho già letta in passato in occasione della "Coscienza di Zeno" e di "Senilità".
Ricordarsi di comprare "Una vita", il primo romanzo che non ho mai letto. Almeno credo.
Sempre interessanti le biografie degli autori, sempre ricche di spunti di riflessione, come lo è stata quella che ho letto di recente, alla fine del libro di Marguerite Yourcenar.
Italo Svevo era uno scrittore-lavoratore.
Un pò come sono tanti bloggers.
Faceva un lavoro che non aveva nulla a che fare con la scrittura: impiegato di banca prima, dirigente dell'azienda di vernici sottomarine dello suocero, poi.
Eppure scriveva divinamente.
Eppure faceva fatica a pubblicare le sue opere e, soprattutto, non ottenne mai il successo che avrebbe meritato. O meglio l'ottenne poco tempo prima di morire.
E' vero che era molto apprezzato dal suo insegnante d'inglese, un tale di nome James Joyce, che non era l'ultimo degli incompetenti in fatto di scrittura.
Ma il pubblico lo snobbava.
E lui un pò ci soffriva.
Anche i bloggers ci soffrono e per questo vorrebbero pubblicare un libro.
Per vedere se qualcuno pagherebbe per leggere le loro opere.
Perchè l'accesso gratuito, e spesso distratto, dei lettori dei blog non è la prova provata di piacere.
Ma ti piace quello che scrivo? Ma quanto ti piace ?
E, fatale domanda, compreresti un mio libro ?
un arabo
8.45 Marzabotto centro.
Lui è fermo sul bordo della strada, come aspettando di poter attraversare.
Io mi fermo per lasciarlo passare.
Vedo che non si decide e gli faccio segno come per dire: "Non deve attraversare ?"
Lui, per tutta risposta mi fa un cenno come per dire: "Mi da un passaggio ?"
Faccia da lavoratore, mi fermo, "Dove va ?"
Lui, in buon italiano: "A Sibano"
"Salga"
Sale.
"Allora stava aspettando la corriera ?" chiedo.
"Sì, arriva alle 10," risponde.
"Alle 10 ?" chiedo stupito "Manca più di un'ora, forse voleva dire alle 9"
"No, no, proprio alle 10"
"Allora aveva un bel pò da aspettare, con questo freddo poi.."
"Eh sì," risponde tranquillo. L'idea di dovere aspettare la corriera per un'ora ad un grado di temperatura, non sembra turbarlo granchè.
"Va a lavorare ?"
"Sì, lavoro a Sibano ma abito a Galliera"
"Galliera, quella vicino a Ferrara ?" chiedo, sempre più stupito.
"Sì, proprio lì"
"Beh, gli affitti lì sono meno cari che a Bologna"
"Sì, anche se devo fare un bel viaggio per venire a lavorare qui: sono partito alle 6 da Galliera, poi ho preso il treno alle 8.05 a Bologna per Marzabotto e adesso dovevo aspettare la corriera fino alle 10 per arrivare a Sibano (da Marzabotto a Sibano sono circa cinque chilometri)"
"Proprio un bel viaggio," dico "però a lavorare ha un buon orario se può iniziare oltre le 10".
"Eccoci a Sibano, dov'è il posto ?"
"E' quella casa lì, grazie, il cantiere è quasi finito"
Accosto e mi fermo: "Bene, allora buon lavoro"
"Grazie amico, ciao !"
"Ciao"
8.45 Marzabotto centro.
Lui è fermo sul bordo della strada, come aspettando di poter attraversare.
Io mi fermo per lasciarlo passare.
Vedo che non si decide e gli faccio segno come per dire: "Non deve attraversare ?"
Lui, per tutta risposta mi fa un cenno come per dire: "Mi da un passaggio ?"
Faccia da lavoratore, mi fermo, "Dove va ?"
Lui, in buon italiano: "A Sibano"
"Salga"
Sale.
"Allora stava aspettando la corriera ?" chiedo.
"Sì, arriva alle 10," risponde.
"Alle 10 ?" chiedo stupito "Manca più di un'ora, forse voleva dire alle 9"
"No, no, proprio alle 10"
"Allora aveva un bel pò da aspettare, con questo freddo poi.."
"Eh sì," risponde tranquillo. L'idea di dovere aspettare la corriera per un'ora ad un grado di temperatura, non sembra turbarlo granchè.
"Va a lavorare ?"
"Sì, lavoro a Sibano ma abito a Galliera"
"Galliera, quella vicino a Ferrara ?" chiedo, sempre più stupito.
"Sì, proprio lì"
"Beh, gli affitti lì sono meno cari che a Bologna"
"Sì, anche se devo fare un bel viaggio per venire a lavorare qui: sono partito alle 6 da Galliera, poi ho preso il treno alle 8.05 a Bologna per Marzabotto e adesso dovevo aspettare la corriera fino alle 10 per arrivare a Sibano (da Marzabotto a Sibano sono circa cinque chilometri)"
"Proprio un bel viaggio," dico "però a lavorare ha un buon orario se può iniziare oltre le 10".
"Eccoci a Sibano, dov'è il posto ?"
"E' quella casa lì, grazie, il cantiere è quasi finito"
Accosto e mi fermo: "Bene, allora buon lavoro"
"Grazie amico, ciao !"
"Ciao"
ultime dal fronte
"Tanto più tenevo a far di Gerusalemme una città come le altre, dove potessero coesistere in pace più culti e più razze; dimenticavo che, in ogni conflitto tra il fanatismo e il buon senso, è raro che quest'ultimo prevalga."
Da "Memorie di Adriano" di Marguerite Yourcenar, ed. Plon Parigi 1951 (la traduzione è dall'edizione Einaudi Tascabili del 2002).
Buongiorno
5am
"Tanto più tenevo a far di Gerusalemme una città come le altre, dove potessero coesistere in pace più culti e più razze; dimenticavo che, in ogni conflitto tra il fanatismo e il buon senso, è raro che quest'ultimo prevalga."
Da "Memorie di Adriano" di Marguerite Yourcenar, ed. Plon Parigi 1951 (la traduzione è dall'edizione Einaudi Tascabili del 2002).
Buongiorno
5am
miseria patinata
Sabato, dopo lungo travaglio interiore, acquisto La Repubblica.
La scelta del quotidiano da sfogliare il sabato non dovrebbe essere granchè difficile. Per abitudine sarei portato ad acquistare Repubblica, ma c'è quel dannato inserto che mi scoccia maledettamente essere obbligato a portarmi a casa.
Odio gli inserti dei giornali in generale e, particolarmente, l'inserto D del sabato.
Forse sabato, almeno, ho capito razionalmente il perchè di questa antipatia.
Annegati in un fiume in piena di profumi, gioielli, belle donne provocanti, cromature d'auto e quant'altro di meglio il capitalismo più sfacciato e consumista può proporre al giorno d'oggi, due servizi sulla miseria nel mondo: minatori di carbone in Cina e la favela di Rio de Janeiro. Le fotografie dei minatori scattate con la stessa tecnica del servizio di moda, una bella collezione stile china-hardwork, ti fanno quasi venire voglia di andare a passare una settimana in miniera, allo stesso modo in cui due pagine prima ti saresti volentieri scopato la modella di cavalli, direttamente lì sul set di posa, poi, dopo l'idromassaggio, ti saresti cosparso di profumo, avresti visto sulla tua patacca di marca di essere terribilmente in ritardo e saresti salito di corsa a bordo dell'ultimo modello di bmw per tornare a casa, un loft da sogno nel quale non entrerai mai in vita tua, neppure per consegnare una pizza.
I media, particolarmente quelli “di sinistra”, ci vedono così: gente che sbava per gli oggetti di lusso ma che vuole anche essere un pò informata delle sfighe del mondo.
Sabato, dopo lungo travaglio interiore, acquisto La Repubblica.
La scelta del quotidiano da sfogliare il sabato non dovrebbe essere granchè difficile. Per abitudine sarei portato ad acquistare Repubblica, ma c'è quel dannato inserto che mi scoccia maledettamente essere obbligato a portarmi a casa.
Odio gli inserti dei giornali in generale e, particolarmente, l'inserto D del sabato.
Forse sabato, almeno, ho capito razionalmente il perchè di questa antipatia.
Annegati in un fiume in piena di profumi, gioielli, belle donne provocanti, cromature d'auto e quant'altro di meglio il capitalismo più sfacciato e consumista può proporre al giorno d'oggi, due servizi sulla miseria nel mondo: minatori di carbone in Cina e la favela di Rio de Janeiro. Le fotografie dei minatori scattate con la stessa tecnica del servizio di moda, una bella collezione stile china-hardwork, ti fanno quasi venire voglia di andare a passare una settimana in miniera, allo stesso modo in cui due pagine prima ti saresti volentieri scopato la modella di cavalli, direttamente lì sul set di posa, poi, dopo l'idromassaggio, ti saresti cosparso di profumo, avresti visto sulla tua patacca di marca di essere terribilmente in ritardo e saresti salito di corsa a bordo dell'ultimo modello di bmw per tornare a casa, un loft da sogno nel quale non entrerai mai in vita tua, neppure per consegnare una pizza.
I media, particolarmente quelli “di sinistra”, ci vedono così: gente che sbava per gli oggetti di lusso ma che vuole anche essere un pò informata delle sfighe del mondo.
11/11/2004
gossip
A proposito di morti, moribondi e vite stressanti, fonti bene informate affermano che all'origine delle difficoltà coronariche del senatùr, ci sarebbe una passione, ricambiata, per la luisona nazionale. Sarà vero ?
Conferme non ne ho trovate, ma indizi parecchi.
5am
A proposito di morti, moribondi e vite stressanti, fonti bene informate affermano che all'origine delle difficoltà coronariche del senatùr, ci sarebbe una passione, ricambiata, per la luisona nazionale. Sarà vero ?
Conferme non ne ho trovate, ma indizi parecchi.
5am
morti due volte
Un'ora fa l'annuncio, definitivo, si spera: Arafat è morto.
Era già morto la settimana scorsa, poi si sono accorti che c'erano parecchie cose da sistemare e l'hanno fatto resuscitare.
Ora dovrebbe essere tutto a posto.
R.I.P.
Buongiorno a tutti gli altri !
5am
Un'ora fa l'annuncio, definitivo, si spera: Arafat è morto.
Era già morto la settimana scorsa, poi si sono accorti che c'erano parecchie cose da sistemare e l'hanno fatto resuscitare.
Ora dovrebbe essere tutto a posto.
R.I.P.
Buongiorno a tutti gli altri !
5am
05/11/2004
il pifferaio
Avete presente quei coglioni che si divertivano a buttare sassi dai cavalcavia sulle auto che passavano sotto ?
Cominciava uno, tv e giornali ne parlavano.
Proseguiva un altro, tv e giornali ne straparlavano.
E diventava una vera epidemia.
Ecco, secondo me il fanatismo islamico è, per certi versi, un fenomeno simile.
Bin Laden che, evidentemente, questi meccanismi li conosce molto bene, compie azioni clamorose: poca spesa e molta resa, soprattutto mediatica, e gli altri seguono, è naturale, come l'ultimo in Olanda di cui ho parlato poco fa.
Avete presente quei coglioni che si divertivano a buttare sassi dai cavalcavia sulle auto che passavano sotto ?
Cominciava uno, tv e giornali ne parlavano.
Proseguiva un altro, tv e giornali ne straparlavano.
E diventava una vera epidemia.
Ecco, secondo me il fanatismo islamico è, per certi versi, un fenomeno simile.
Bin Laden che, evidentemente, questi meccanismi li conosce molto bene, compie azioni clamorose: poca spesa e molta resa, soprattutto mediatica, e gli altri seguono, è naturale, come l'ultimo in Olanda di cui ho parlato poco fa.
fioretto e mannaia
E, a proposito de Il Foglio e dintorni, parliamo del suo baricentro, del suo megadirettore, del Giuliano Ferrara, che ieri mattina era l'ambito ospite delle trasmissioni radiofoniche a commento delle presidenziali USA.
Giustamente celebrato per il trionfo del suo sagace e spiritoso cazzeggio, gigioneggiava per radio, che è sempre un piacere ascoltarlo, che ci sa dare di fioretto e di mannaia.
La mannaia però non passa mica tanto inosservata: dire che è dimostrato che è in atto una guerra fra civiltà, perchè ieri uno stronzo ha assassinato, per motivi religiosi, il pro-pro-nipote di Van Gogh, è un colpo di mannaia che meriterebbe di cadere sul suo piedone: così imparerebbe a non far finta di dimenticare gli integralisti cattolici made in USA che ammazzano i ginecologi, rei di non essere obiettori sull'aborto.
Più che di scontro di civiltà si dovrebbe parlare di micidiale gara a chi è più fanatico.
Buongiorno !
5am
E, a proposito de Il Foglio e dintorni, parliamo del suo baricentro, del suo megadirettore, del Giuliano Ferrara, che ieri mattina era l'ambito ospite delle trasmissioni radiofoniche a commento delle presidenziali USA.
Giustamente celebrato per il trionfo del suo sagace e spiritoso cazzeggio, gigioneggiava per radio, che è sempre un piacere ascoltarlo, che ci sa dare di fioretto e di mannaia.
La mannaia però non passa mica tanto inosservata: dire che è dimostrato che è in atto una guerra fra civiltà, perchè ieri uno stronzo ha assassinato, per motivi religiosi, il pro-pro-nipote di Van Gogh, è un colpo di mannaia che meriterebbe di cadere sul suo piedone: così imparerebbe a non far finta di dimenticare gli integralisti cattolici made in USA che ammazzano i ginecologi, rei di non essere obiettori sull'aborto.
Più che di scontro di civiltà si dovrebbe parlare di micidiale gara a chi è più fanatico.
Buongiorno !
5am
04/11/2004
E' ufficiale, è Camillo
La casa non era già abbastanza piccola, la famiglia non era già abbastanza numerosa, ma io, nel corso del rituale tour dei cimiteri, per la festa di Aulin, dopo tanti morti, quando ho visto, sul prato della fattoria di mio zio, quella simpatica nidiata di cuccioli, che era un inno alla vita, non ho resistito, ho ceduto, così da solo, senza che nessuno mi chiedesse nulla, e sono tornato a casa con Camillo, che non è il fratello di wittgenstein, per la felicità generale dei miei figli, e questo era scontato, ma anche di, sorpresa !, mia moglie.
Valle a capire le donne !
La casa non era già abbastanza piccola, la famiglia non era già abbastanza numerosa, ma io, nel corso del rituale tour dei cimiteri, per la festa di Aulin, dopo tanti morti, quando ho visto, sul prato della fattoria di mio zio, quella simpatica nidiata di cuccioli, che era un inno alla vita, non ho resistito, ho ceduto, così da solo, senza che nessuno mi chiedesse nulla, e sono tornato a casa con Camillo, che non è il fratello di wittgenstein, per la felicità generale dei miei figli, e questo era scontato, ma anche di, sorpresa !, mia moglie.
Valle a capire le donne !
Succede di tutto.
Arafat muore, Frattini viene nominato commissario UE, le presidenziali USA si sono chiuse ieri, e cosa ti passa Rai uno dalle 19.00 alle 21.00 ? La solita partita di calcio, preceduta dalla biografia di Walter Zenga, questa sera allenatore della squadra .... (non mi chiedete quale perchè non l'ho proprio registrata).
Uè dico ! (scusate, stavo tornando da Milano) E' morto Arafat, mica uno qualunque, uno che sta in mezzo, volente o nolente, a buona parte delle guerre che si sono combattute dopo la II mondiale, per non parlare del suo ruolo nella storia del terrorismo dalla fine degli anni 60 in poi.
Ma voi appassionatevi pure alle vicende del simpatico Walter, raccontateci pure dei quattro mortaretti che sono stati lanciati in campo, di come porta i capelli la mezz'ala.
Very very interesting.
Fortunatamente su Radio24 c'è una giornalista che sa il fatto suo e non va a farfalle come fate voi. Maria Giovanna Maglie, che lavorava dalle vostre parti, ma che probabilmente non valeva la pena trattenere, come anche Santalmassi e come chissà quanti altri giornalisti con la G maiuscola, che forse potevano fare ombra al vespino vostro.
Ah, buona poi quella che ho sentito nel mini-notiziario che avete mandato quando lorsignori hanno dovuto sospendere la partitella per cambiarsi la canottiera: Un tizio (un ministro, un sottosegretario, boh ? Sicuramente un pirla) ha proposto questa bella pensata: introdurre un articolo del codice penale per poter processare i commercianti taglieggiati dalla mafia, nel caso non sporgano denuncia contro i loro ricattatori. “Così forniremo loro un pretesto per opporsi al pagamento del pizzo” (riporto quasi testualmente). Ridiamo per non piangere: ecco a Voi una delle efficaci misure del governo contro la criminalità.
Da aggiungere al già lungo elenco dei traguardi raggiunti in fatto di sicurezza dei cittadini.
Sarebbe stato meglio aveste ripreso a parlare di Zenga.
Succede di tutto ma, davanti al pallone, alla Rai non frega un cazzo di niente.
5am
Arafat muore, Frattini viene nominato commissario UE, le presidenziali USA si sono chiuse ieri, e cosa ti passa Rai uno dalle 19.00 alle 21.00 ? La solita partita di calcio, preceduta dalla biografia di Walter Zenga, questa sera allenatore della squadra .... (non mi chiedete quale perchè non l'ho proprio registrata).
Uè dico ! (scusate, stavo tornando da Milano) E' morto Arafat, mica uno qualunque, uno che sta in mezzo, volente o nolente, a buona parte delle guerre che si sono combattute dopo la II mondiale, per non parlare del suo ruolo nella storia del terrorismo dalla fine degli anni 60 in poi.
Ma voi appassionatevi pure alle vicende del simpatico Walter, raccontateci pure dei quattro mortaretti che sono stati lanciati in campo, di come porta i capelli la mezz'ala.
Very very interesting.
Fortunatamente su Radio24 c'è una giornalista che sa il fatto suo e non va a farfalle come fate voi. Maria Giovanna Maglie, che lavorava dalle vostre parti, ma che probabilmente non valeva la pena trattenere, come anche Santalmassi e come chissà quanti altri giornalisti con la G maiuscola, che forse potevano fare ombra al vespino vostro.
Ah, buona poi quella che ho sentito nel mini-notiziario che avete mandato quando lorsignori hanno dovuto sospendere la partitella per cambiarsi la canottiera: Un tizio (un ministro, un sottosegretario, boh ? Sicuramente un pirla) ha proposto questa bella pensata: introdurre un articolo del codice penale per poter processare i commercianti taglieggiati dalla mafia, nel caso non sporgano denuncia contro i loro ricattatori. “Così forniremo loro un pretesto per opporsi al pagamento del pizzo” (riporto quasi testualmente). Ridiamo per non piangere: ecco a Voi una delle efficaci misure del governo contro la criminalità.
Da aggiungere al già lungo elenco dei traguardi raggiunti in fatto di sicurezza dei cittadini.
Sarebbe stato meglio aveste ripreso a parlare di Zenga.
Succede di tutto ma, davanti al pallone, alla Rai non frega un cazzo di niente.
5am
03/11/2004
Conoscete per caso un ragazzo di Boston
la cui faccia ricorda il crollo di una diga?
(dedicato a John Kerry)
"Lui adesso vive ad Atlantide
con un cappello pieno di ricordi
ha la faccia di uno che ha capito
e anche un principio di tristezza in fondo all'anima
nasconde sotto il letto barattoli di birra disperata
e a volte ritiene di essere un eroe
Lui adesso vive in California
da 7 anni sotto una veranda ad aspettare le nuvole
è diventato un grosso suonatore di chitarre
e stravede per una donna chiamata Lisa
quando le dice tu sei quella con cui vivere
gli si forma una ruga sulla guancia sinistra
Lui adesso vive nel terzo raggio
dove ha imparato a non fare più domande del tipo
conoscete per caso una ragazza di Roma
la cui faccia ricorda il crollo di una diga?
io la incontrai un giorno ed imparai il suo nome
ma mi portò lontano il vizio dell'amore
E così pensava l'uomo di passaggio
mentre volava alto sul cielo di Napoli
rubatele pure i soldi rubatele anche i ricordi
ma lasciatele sempre la sua dolce curiosità
ditele che l'ho perduta quando l'ho capita
ditele che la perdono per averla tradita."
***
Mi dispiace che tu abbia perso.
Non che nutrissi una cieca fiducia in te, ma proprio non potevo pensare che le vincesse l'uomo che si è fatto impallinare come un fesso a casa sua e che, per tutta reazione, ha iniziato a radere al suolo una buona fetta di Asia, senza neppure scalfire coloro che l'avevano provocato e preso per i fondelli.
Forse qualcosa mi sfugge, o forse è sfuggita ai milioni di americani che l'hanno votato, ma non riesco a farmene una ragione.
Peccato, caro John, consoliamoci ascoltando questa bellissima e triste canzone (*).
5am
(*): il testo fra virgolette è quello della canzone Atlantide di Francesco De Gregori, dall'album Buffalo Bill.
la cui faccia ricorda il crollo di una diga?
(dedicato a John Kerry)
"Lui adesso vive ad Atlantide
con un cappello pieno di ricordi
ha la faccia di uno che ha capito
e anche un principio di tristezza in fondo all'anima
nasconde sotto il letto barattoli di birra disperata
e a volte ritiene di essere un eroe
Lui adesso vive in California
da 7 anni sotto una veranda ad aspettare le nuvole
è diventato un grosso suonatore di chitarre
e stravede per una donna chiamata Lisa
quando le dice tu sei quella con cui vivere
gli si forma una ruga sulla guancia sinistra
Lui adesso vive nel terzo raggio
dove ha imparato a non fare più domande del tipo
conoscete per caso una ragazza di Roma
la cui faccia ricorda il crollo di una diga?
io la incontrai un giorno ed imparai il suo nome
ma mi portò lontano il vizio dell'amore
E così pensava l'uomo di passaggio
mentre volava alto sul cielo di Napoli
rubatele pure i soldi rubatele anche i ricordi
ma lasciatele sempre la sua dolce curiosità
ditele che l'ho perduta quando l'ho capita
ditele che la perdono per averla tradita."
***
Mi dispiace che tu abbia perso.
Non che nutrissi una cieca fiducia in te, ma proprio non potevo pensare che le vincesse l'uomo che si è fatto impallinare come un fesso a casa sua e che, per tutta reazione, ha iniziato a radere al suolo una buona fetta di Asia, senza neppure scalfire coloro che l'avevano provocato e preso per i fondelli.
Forse qualcosa mi sfugge, o forse è sfuggita ai milioni di americani che l'hanno votato, ma non riesco a farmene una ragione.
Peccato, caro John, consoliamoci ascoltando questa bellissima e triste canzone (*).
5am
(*): il testo fra virgolette è quello della canzone Atlantide di Francesco De Gregori, dall'album Buffalo Bill.
Safagna
Dialettale, bolognese, meglio csa fagna; in italiano: cosa facciamo, nel senso filosofico-esistenziale di cosa ci stiamo a fare qui.
Safagna, in “Lavorare con lentezza” è il nome immaginario del molto reale quartiere-(ex)ghetto del Pilastro.
Dico ex-ghetto perchè ormai è uno dei quartieri simbolo del proletariato bolognese, e le sue linee architettoniche, direttamente derivate dalla Germania Est degli anni cinquanta, così squallide e così poeticamente rappresentate dalla bella fotografia del film, sono ormai parte di noi.
La nostra consuetudine al brutto è stata plasmata dalle lunghe domeniche passate in quelle cornici, senza avere granchè da fare se non sognare qualche esotica avventura che avremmo dovuto vivere in posti migliori. E allora cosa ci stiamo a fare qui ? Safagna, appunto.
E cosa ci stavamo a fare lì, a diciassette anni, troppo giovani per essere completamente coinvolti e troppo cresciuti per non essere affascinati dal comprendere che qualcosa stava succedendo, nascevano le radio libere, “ma libere veramente”, si provava, per l'ultima volta nel ventesimo secolo, a fare la rivoluzione.
Mi sono riconosciuto nei due sfigati protagonisti del film.
E forse ci siamo riconosciuti in tanti, anche fuori Bologna.
5am
Dialettale, bolognese, meglio csa fagna; in italiano: cosa facciamo, nel senso filosofico-esistenziale di cosa ci stiamo a fare qui.
Safagna, in “Lavorare con lentezza” è il nome immaginario del molto reale quartiere-(ex)ghetto del Pilastro.
Dico ex-ghetto perchè ormai è uno dei quartieri simbolo del proletariato bolognese, e le sue linee architettoniche, direttamente derivate dalla Germania Est degli anni cinquanta, così squallide e così poeticamente rappresentate dalla bella fotografia del film, sono ormai parte di noi.
La nostra consuetudine al brutto è stata plasmata dalle lunghe domeniche passate in quelle cornici, senza avere granchè da fare se non sognare qualche esotica avventura che avremmo dovuto vivere in posti migliori. E allora cosa ci stiamo a fare qui ? Safagna, appunto.
E cosa ci stavamo a fare lì, a diciassette anni, troppo giovani per essere completamente coinvolti e troppo cresciuti per non essere affascinati dal comprendere che qualcosa stava succedendo, nascevano le radio libere, “ma libere veramente”, si provava, per l'ultima volta nel ventesimo secolo, a fare la rivoluzione.
Mi sono riconosciuto nei due sfigati protagonisti del film.
E forse ci siamo riconosciuti in tanti, anche fuori Bologna.
5am
29/10/2004
28/10/2004
tormento(ne) google
Ieri sera, al rientro dal lavoro, nei 20 minuti che ho impegato a percorrere i 500 metri di tangenziale che vanno da Borgo Panigale all'Aeroporto, ho sfogliato Il Sole 24 Ore.
E' sempre un bel giornale, denso di notizie utili, come quella sulla pubblicazione della consueta analisi annuale di Mediobanca sui bilanci delle principali aziende italiane, o come quella sul nuovo documento della fondazione OIC (organismo italiano di contabilità) sugli effetti della riforma del diritto societario nella redazione del bilancio d'esercizio.
Ma una notizia, più di tutte, ha attirato la mia curiosità e l'ho voluta leggere subito. Il titolo: “Google poteva essere made in Italy”; l'autore: Vito Lops; l'argomento: è un 'intervista al giovane matematico veneziano (lo so, di solito i matematici sono napoletani, ma questo è veneziano, cosa ci volete fare ?) Massimo Marchiori, autore, nel 1997, di Hypersearch un motore di ricerca che “poggiava su un algoritmo più “qualitativo” rispetto a quello di Google”.
Dunque Marchiori avrebbe discusso nel 1997 di motori di ricerca con il signor Larry Page, della premiata ditta Page & Brin, cercando di spiegargli che il metodo di ricerca del pagerank aveva un sacco di difetti e, a quanto pare, convincendolo dell'esatto contrario. A tal punto da indurlo a creare il famoso google, basato proprio sul pagerank.
Il titolo dell'articolo evoca un micidiale e tipico mix di senso d'orgoglio, d'invidia e di sfiga nazional-popolare, cui sembra però, fortunatamente, essere immune il diretto interessato che, fra le righe, lascia intendere che pure lui, sooner or later, tirerà fuori dal cassetto le sue formulette e si metterà in affari.
E lo farà quando google fallirà miseramente, vittima delle debolezze di fondo del metodo pagerank, che lui aveva già individuato nel 1997 e che aveva cercato, invano, di spiegare a quel cocciuto di Larry.
E sapete quale sarà una delle cause principali di questo fallimento ?
I blog.
Sì, avete capito bene, proprio i nostri cari, amati e odiati blog.
Per evitare malintesi riporto le testuali parole del Dr. Marchiori: “con il boom dei blog nella Rete, il link, l'elemento centrale su cui si basa l'algoritmo di Google, ha perso il peso specifico che aveva nel 1997 ed è oggi inflazionato.”
Come al solito Massimo vede le cose esattamente al contrario di Larry.
A Larry, infatti, piacciono tanto i blog che si è perfino comprato Blogger, la piattaforma numero uno, in tutti i sensi, dei blog.
Chi avrà ragione ?
Ai posteri l'ardua sentenza.
Buongiorno a tutti !
5am
Ieri sera, al rientro dal lavoro, nei 20 minuti che ho impegato a percorrere i 500 metri di tangenziale che vanno da Borgo Panigale all'Aeroporto, ho sfogliato Il Sole 24 Ore.
E' sempre un bel giornale, denso di notizie utili, come quella sulla pubblicazione della consueta analisi annuale di Mediobanca sui bilanci delle principali aziende italiane, o come quella sul nuovo documento della fondazione OIC (organismo italiano di contabilità) sugli effetti della riforma del diritto societario nella redazione del bilancio d'esercizio.
Ma una notizia, più di tutte, ha attirato la mia curiosità e l'ho voluta leggere subito. Il titolo: “Google poteva essere made in Italy”; l'autore: Vito Lops; l'argomento: è un 'intervista al giovane matematico veneziano (lo so, di solito i matematici sono napoletani, ma questo è veneziano, cosa ci volete fare ?) Massimo Marchiori, autore, nel 1997, di Hypersearch un motore di ricerca che “poggiava su un algoritmo più “qualitativo” rispetto a quello di Google”.
Dunque Marchiori avrebbe discusso nel 1997 di motori di ricerca con il signor Larry Page, della premiata ditta Page & Brin, cercando di spiegargli che il metodo di ricerca del pagerank aveva un sacco di difetti e, a quanto pare, convincendolo dell'esatto contrario. A tal punto da indurlo a creare il famoso google, basato proprio sul pagerank.
Il titolo dell'articolo evoca un micidiale e tipico mix di senso d'orgoglio, d'invidia e di sfiga nazional-popolare, cui sembra però, fortunatamente, essere immune il diretto interessato che, fra le righe, lascia intendere che pure lui, sooner or later, tirerà fuori dal cassetto le sue formulette e si metterà in affari.
E lo farà quando google fallirà miseramente, vittima delle debolezze di fondo del metodo pagerank, che lui aveva già individuato nel 1997 e che aveva cercato, invano, di spiegare a quel cocciuto di Larry.
E sapete quale sarà una delle cause principali di questo fallimento ?
I blog.
Sì, avete capito bene, proprio i nostri cari, amati e odiati blog.
Per evitare malintesi riporto le testuali parole del Dr. Marchiori: “con il boom dei blog nella Rete, il link, l'elemento centrale su cui si basa l'algoritmo di Google, ha perso il peso specifico che aveva nel 1997 ed è oggi inflazionato.”
Come al solito Massimo vede le cose esattamente al contrario di Larry.
A Larry, infatti, piacciono tanto i blog che si è perfino comprato Blogger, la piattaforma numero uno, in tutti i sensi, dei blog.
Chi avrà ragione ?
Ai posteri l'ardua sentenza.
Buongiorno a tutti !
5am
27/10/2004
non mi R-FIDo
I vecchi, si sa, sono diffidenti.
E io non mi fido.
Non mi fido delle parole d'ordine che ogni 6 mesi vengono lanciate dai guru di turno, e subito ripetute da stampa e commerciali con ritornelli ossessivi.
Non mi fido degli investimenti di cui non si possa stabilire in poco tempo un costo preciso e ragionevole ed una durata definita.
Se volete una rapida panoramica delle mode, più o meno fasulle, che in questi anni hanno fatto sacrificare fior di quattrini a fior di aziende, eccovi serviti:
ERP = Enterprise Resource Planning = Sistema Informativo Integrato = SAP. Avevi un buon programma di contabilità, le bolle e le fatture già le facevi e non eri soddisfatto, ti mancava qualcosa. Ora sei felice, hai comprato un ERP, hai speso qualche milione (di euro) e, dopo tre anni di lacrime e sangue, finalmente le bolle escono di nuovo come si deve. PS: lo chiamano pacchetto, ma vi assicuro che è il più grosso pacco che avrete mai preso.
BPR = Business Process Re-engeneering (di solito associato all'introduzione di un ERP). Pagare un bello studio, copiato da quello di un'altra azienda, a volte dimenticandosi di modificare i nomi, su come dovresti essere organizzato, lasciare che quattro incompetenti ti incasinino l'azienda per qualche mese, poi cercare a fatica di rimettere insieme i cocci. Una curiosità mi è rimasta: io vendo bicchieri di carta, a cosa mi sarebbe mai servito il reparto assistenza tecnica ?
SCM = Supply Chain Management. Trattasi di un sofisticatissimo ed innovativo software che t'insegna a... fare il conto della serva. Cioè a produrre quello di cui hai bisogno quando ne hai bisogno. Insomma, banalizzando un pò, il classico missile nucleare per andare a caccia di mosche. Senza contare che era già incluso nell'ERP che avevi già comprato, ma nessuno se n'era accorto.
CRM = Customer Relationship Management. Come spendere parecchi milioni, sempre in euro, per un centralino, una rubrica ed un'agenda.
BSC = Balanced Scorecards. Alcune simpatiche tabelle di improbabili indici di risultato, che nessuno nella vostra azienda riuscirà mai a tenere aggiornati.
ABC = Activity Based Costing. Calcolare i costi dei processi aziendali. Vi siete mai chiesti quanto vi costa emettere una fattura ? Vi siete mai chiesti quanto costa fare un recupero crediti ? Vi siete mai chiesti quanto costa la pausa caffè ? No ? Siete i soliti vetero-capitalisti, preoccupati solo del costo del prodotto ! Come dite ? Vi siete però chiesti quanto Vi costa quel consulente da quattro soldi, che parla solo per sigle e frasi fatte ? Beh, suvvia, non è il caso di andare sempre a cercare il pelo nell'uovo.
ABM = Activity Based Management, derivato dall'ABC. Gestire l'azienda per processi. Ovvero quando quelli del commerciale si fanno i cazzi di quelli della produzione, e viceversa, e quando quelli della contabilità si fanno i cazzi di tutti gli altri.
TCO = Total Cost of Ownership. Ovvero i pc con i programmi della microsoft costano troppo. Pagare per credere.
WI-FI = Wireless Fidelity. Finalmente una cosa che funziona e che costa poco. Non fosse che poi ci hanno ammorbato con questa sigletta per 4 anni, non essendoci nulla di più interessante di cui parlare.
R-FID = Radio Frequency Identification. Cioè il futuro sostituto del codice a barre. Tradotto non sembra così eccitante vero ? Pensate che, solo 12 mesi fa, cercare informazioni su questa tecnologia era come cercare un ago nel pagliaio. Oggi sembra che anche l'ultimo sfigato sia un'autorità in materia. Tutti ne parlano fino alla nausea. Wal Mart ha pensato di introdurre l'R-Fid sui suoi prodotti ? HP e IBM sono fornitori di Wal Mart ? Sì, di pc e stampanti da vendere sugli scaffali dei supermercati e, improvvisamente, si scoprono essere autorità in materia. E vai con i convegni, vai con i redazionali ! In realtà ad oggi ancora nessuno ha visto un r-fid vero funzionare in un negozio vero.
Cosa ci volete fare, questa mattina mi sono svegliato un pò storto. Sarà colpa di quella maledetta zanzara che mi ronzava sopra la testa.
comunque, Buongiorno a tutti !
5am
update 28/10/04: se volete vedere un video, breve ma spassoso, sugli effetti dell'introduzione di SAP nelle aziende, lo potete scaricare da qui (un pò complicato, ma vale la pena).
I vecchi, si sa, sono diffidenti.
E io non mi fido.
Non mi fido delle parole d'ordine che ogni 6 mesi vengono lanciate dai guru di turno, e subito ripetute da stampa e commerciali con ritornelli ossessivi.
Non mi fido degli investimenti di cui non si possa stabilire in poco tempo un costo preciso e ragionevole ed una durata definita.
Se volete una rapida panoramica delle mode, più o meno fasulle, che in questi anni hanno fatto sacrificare fior di quattrini a fior di aziende, eccovi serviti:
ERP = Enterprise Resource Planning = Sistema Informativo Integrato = SAP. Avevi un buon programma di contabilità, le bolle e le fatture già le facevi e non eri soddisfatto, ti mancava qualcosa. Ora sei felice, hai comprato un ERP, hai speso qualche milione (di euro) e, dopo tre anni di lacrime e sangue, finalmente le bolle escono di nuovo come si deve. PS: lo chiamano pacchetto, ma vi assicuro che è il più grosso pacco che avrete mai preso.
BPR = Business Process Re-engeneering (di solito associato all'introduzione di un ERP). Pagare un bello studio, copiato da quello di un'altra azienda, a volte dimenticandosi di modificare i nomi, su come dovresti essere organizzato, lasciare che quattro incompetenti ti incasinino l'azienda per qualche mese, poi cercare a fatica di rimettere insieme i cocci. Una curiosità mi è rimasta: io vendo bicchieri di carta, a cosa mi sarebbe mai servito il reparto assistenza tecnica ?
SCM = Supply Chain Management. Trattasi di un sofisticatissimo ed innovativo software che t'insegna a... fare il conto della serva. Cioè a produrre quello di cui hai bisogno quando ne hai bisogno. Insomma, banalizzando un pò, il classico missile nucleare per andare a caccia di mosche. Senza contare che era già incluso nell'ERP che avevi già comprato, ma nessuno se n'era accorto.
CRM = Customer Relationship Management. Come spendere parecchi milioni, sempre in euro, per un centralino, una rubrica ed un'agenda.
BSC = Balanced Scorecards. Alcune simpatiche tabelle di improbabili indici di risultato, che nessuno nella vostra azienda riuscirà mai a tenere aggiornati.
ABC = Activity Based Costing. Calcolare i costi dei processi aziendali. Vi siete mai chiesti quanto vi costa emettere una fattura ? Vi siete mai chiesti quanto costa fare un recupero crediti ? Vi siete mai chiesti quanto costa la pausa caffè ? No ? Siete i soliti vetero-capitalisti, preoccupati solo del costo del prodotto ! Come dite ? Vi siete però chiesti quanto Vi costa quel consulente da quattro soldi, che parla solo per sigle e frasi fatte ? Beh, suvvia, non è il caso di andare sempre a cercare il pelo nell'uovo.
ABM = Activity Based Management, derivato dall'ABC. Gestire l'azienda per processi. Ovvero quando quelli del commerciale si fanno i cazzi di quelli della produzione, e viceversa, e quando quelli della contabilità si fanno i cazzi di tutti gli altri.
TCO = Total Cost of Ownership. Ovvero i pc con i programmi della microsoft costano troppo. Pagare per credere.
WI-FI = Wireless Fidelity. Finalmente una cosa che funziona e che costa poco. Non fosse che poi ci hanno ammorbato con questa sigletta per 4 anni, non essendoci nulla di più interessante di cui parlare.
R-FID = Radio Frequency Identification. Cioè il futuro sostituto del codice a barre. Tradotto non sembra così eccitante vero ? Pensate che, solo 12 mesi fa, cercare informazioni su questa tecnologia era come cercare un ago nel pagliaio. Oggi sembra che anche l'ultimo sfigato sia un'autorità in materia. Tutti ne parlano fino alla nausea. Wal Mart ha pensato di introdurre l'R-Fid sui suoi prodotti ? HP e IBM sono fornitori di Wal Mart ? Sì, di pc e stampanti da vendere sugli scaffali dei supermercati e, improvvisamente, si scoprono essere autorità in materia. E vai con i convegni, vai con i redazionali ! In realtà ad oggi ancora nessuno ha visto un r-fid vero funzionare in un negozio vero.
Cosa ci volete fare, questa mattina mi sono svegliato un pò storto. Sarà colpa di quella maledetta zanzara che mi ronzava sopra la testa.
comunque, Buongiorno a tutti !
5am
update 28/10/04: se volete vedere un video, breve ma spassoso, sugli effetti dell'introduzione di SAP nelle aziende, lo potete scaricare da qui (un pò complicato, ma vale la pena).
the next big thing ?
Beh, non è detto che loro debbano avere il monopolio delle buone idee.
Questi di clusty mi sembra che abbiano avuto una buona idea (*) da sommare alle tante buone idee contenute in google.
Bisogna però riconoscere che google finora l'ha presa sportivamente, infatti...
indovinate un pò come ho trovato l'indirizzo.
5am
(*) La buona idea consiste nel fornire un'aggregazione, per argomento o per altre categorie, dei risultati della ricerca.
Beh, non è detto che loro debbano avere il monopolio delle buone idee.
Questi di clusty mi sembra che abbiano avuto una buona idea (*) da sommare alle tante buone idee contenute in google.
Bisogna però riconoscere che google finora l'ha presa sportivamente, infatti...
indovinate un pò come ho trovato l'indirizzo.
5am
(*) La buona idea consiste nel fornire un'aggregazione, per argomento o per altre categorie, dei risultati della ricerca.
26/10/2004
"...purchè ambientato di notte"
Adesso ho scoperto cosa c'è di sbagliato nel mio blog: è il titolo !
Adesso ho scoperto cosa c'è di sbagliato nel mio blog: è il titolo !
siete informati ?
Secondo Voi Basilea2 è:
a) La nuova linea di metropolitana di superficie della città svizzera;
b) Un nuovo programma edilizio che inaugura l'espansione all'estero della Edilnord;
c) Il prossimo risultato del campionato svizzero: Basilea2 - Lugano1
La risposta esatta è qui.
E del DPS cosa mi dite ? Scegliete fra:
a) Dove Possiamo Sbattere ? (la testa)
b) Demone ! Porco ! Salame ! (interiezioni assortite)
O, più burocraticamente parlando, questa roba qui.
Secondo Voi Basilea2 è:
a) La nuova linea di metropolitana di superficie della città svizzera;
b) Un nuovo programma edilizio che inaugura l'espansione all'estero della Edilnord;
c) Il prossimo risultato del campionato svizzero: Basilea2 - Lugano1
La risposta esatta è qui.
E del DPS cosa mi dite ? Scegliete fra:
a) Dove Possiamo Sbattere ? (la testa)
b) Demone ! Porco ! Salame ! (interiezioni assortite)
O, più burocraticamente parlando, questa roba qui.
cifre tonde
Sono belle le cifre tonde: ieri, ad un'ora imprecisata questo blog ha raggiunto i 40.000 accessi.
Non ho assistito allo scoccare del 40millesimo accesso, è passata la trepidazione dei bei tempi, ma un semplice calcolo fa risalire a ieri l'evento.
Comunque il blog ha due anni, 40.000 diviso due fa 20.000/anno, roba da terzo mondo, lo so, ma non mi dispiace poi tanto, c'è anche di peggio.
Come direbbe l'arguto Spiritum, è una discreta misura d'ombelico.
Sono belle le cifre tonde: ieri, ad un'ora imprecisata questo blog ha raggiunto i 40.000 accessi.
Non ho assistito allo scoccare del 40millesimo accesso, è passata la trepidazione dei bei tempi, ma un semplice calcolo fa risalire a ieri l'evento.
Comunque il blog ha due anni, 40.000 diviso due fa 20.000/anno, roba da terzo mondo, lo so, ma non mi dispiace poi tanto, c'è anche di peggio.
Come direbbe l'arguto Spiritum, è una discreta misura d'ombelico.
Smau 2004 - quasi un bloggers' raduno
Della mia accompagnatrice, Aglaja, vi ho già detto, ma non vi ho detto di un tentativo, alla mia maniera un pò "casual", di organizzare un altro blogger raduno.
Metto un commento sul blog di Dario, di questo tenore: "Venerdì sarò a Milano per lo smau, potremmo incontrarci, per le coordinate: 5delmattino@gmail.com".
La risposta non tarda ed è di questo tono: "Certo che potremmo vederci, io lavoro fino alle 18 dalle parti di Linate".
Le 18 è giusto l'ora in cui pensavo di rientrare a Bologna, tuttavia gli mando il mio numero di telefono, si sa mai.
Venerdì, ore 18.30, 2 chilometri da Fiorenzuola d'Arda, 40 chilometri dall'inizio della riserva del gasolio, saltato già un distributore della Erg (come sapete per il mio diesel voglio solo il blu diesel dell'agip), Aglaja, ignara di tutto, continua fiduciosa a parlare con me.
Suona il telefono, al secondo squillo parte il vivavoce:
"Pronto"
"Pronto, sei tu ?"
"Si sono io, e tu sei tu ?"
"Sì, sono io, dove sei ?"
"Eh, sono già in autostrada, ho passato Piacenza"
"Che peccato, pensavo ti saresti fermato a Milano anche questa sera"
"No no, non te l'avevo detto, ma era solo una toccata e fuga"
Intanto svolto a destra per entrare nell'area di servizio, che ricordo essere Agip, ma, distratto dalla telefonata, imbocco invece la rampa di uscita di Fiorenzuola, che sembra un ottovolante e mi ributta sull'autostrada giusto dopo l'area di servizio.
Comincio ad essere leggermente preoccupato: da 45 chilometri sono in riserva, non posso andare avanti ancora per molto.
Lo dico al telefono e Aglaja si gira verso di me e mi guarda preoccupata.
Sono comunque tranquillo, Dario di mestiere organizza soccorsi stradali.
Finita la telefonata e quasi finita la riserva di gasolio, a Fidenza mi arrendo, esco dall'autostrada alla ricerca di un distributore.
E' subito lì, naturalmente non è agip, è un esso, ma facciamo buon viso a cattiva sorte:
"Il pieno, grazie !"
5am
Della mia accompagnatrice, Aglaja, vi ho già detto, ma non vi ho detto di un tentativo, alla mia maniera un pò "casual", di organizzare un altro blogger raduno.
Metto un commento sul blog di Dario, di questo tenore: "Venerdì sarò a Milano per lo smau, potremmo incontrarci, per le coordinate: 5delmattino@gmail.com".
La risposta non tarda ed è di questo tono: "Certo che potremmo vederci, io lavoro fino alle 18 dalle parti di Linate".
Le 18 è giusto l'ora in cui pensavo di rientrare a Bologna, tuttavia gli mando il mio numero di telefono, si sa mai.
Venerdì, ore 18.30, 2 chilometri da Fiorenzuola d'Arda, 40 chilometri dall'inizio della riserva del gasolio, saltato già un distributore della Erg (come sapete per il mio diesel voglio solo il blu diesel dell'agip), Aglaja, ignara di tutto, continua fiduciosa a parlare con me.
Suona il telefono, al secondo squillo parte il vivavoce:
"Pronto"
"Pronto, sei tu ?"
"Si sono io, e tu sei tu ?"
"Sì, sono io, dove sei ?"
"Eh, sono già in autostrada, ho passato Piacenza"
"Che peccato, pensavo ti saresti fermato a Milano anche questa sera"
"No no, non te l'avevo detto, ma era solo una toccata e fuga"
Intanto svolto a destra per entrare nell'area di servizio, che ricordo essere Agip, ma, distratto dalla telefonata, imbocco invece la rampa di uscita di Fiorenzuola, che sembra un ottovolante e mi ributta sull'autostrada giusto dopo l'area di servizio.
Comincio ad essere leggermente preoccupato: da 45 chilometri sono in riserva, non posso andare avanti ancora per molto.
Lo dico al telefono e Aglaja si gira verso di me e mi guarda preoccupata.
Sono comunque tranquillo, Dario di mestiere organizza soccorsi stradali.
Finita la telefonata e quasi finita la riserva di gasolio, a Fidenza mi arrendo, esco dall'autostrada alla ricerca di un distributore.
E' subito lì, naturalmente non è agip, è un esso, ma facciamo buon viso a cattiva sorte:
"Il pieno, grazie !"
5am
crisis reloaded
Questa mattina non mi faccio fregare dall'enel: i post li scrivo prima su word, con frequenti salvataggi, poi li pubblicherò.
Parlavamo poco fa di smau 2004, ebbene non mi sembrava certo la stessa persona, Aglaja, quando ieri l'ho vista, con quel generoso décolleté.
Venerdì scorso, quando è salita in auto con me, direzione Milano - Fiera - Smau, era arredata in maniera tutt'altro che provocante, vi basti solo la citazione del foulardino modello collettivo femminista o, se preferite un riferimento più aggiornato, modello duesimone.
Se mai fossi stato animato da cattivi propositi, e non lo ero, un'occhiata al foulard sarebbe bastata a fugarli.
Quindi il viaggio ha preso subito un tono serio e professionale, com'era giusto che fosse.
Che dire dello smau ?
Beh, la cosa più interessante l'ho vista fuori, a pochi metri dalla porta Eginardo (mi pare), c'era un palazzo bellissimo, ci ho girato intorno due volte poi ci ho parcheggiato l'auto vicino.
Al ritorno non ho resistito, sono andato all'ingresso per vedere chi ci lavorasse dentro, nessuna insegna, targa o campanello a deturpare la purezza dell'ingresso ed a soddisfare la mia curiosità.
Però sulla porta stava un simpatico signore.
Camicia bianca, pancia prominente, sigaretta in bocca. Mancava solo un paio di bretelle a farne il perfetto prototipo del giornalista in pausa relax fra un articolo e la riunione con il redattore capo.
"Scusi cosa c'è qui dentro ?" faccio io.
"E' la sede de Il Sole 24 Ore," risponde, gentile, lui.
"Ah, molto bella, complimenti !" e lo saluto, notando nuovamente quello che avevo già notato: un manifesto del settimanale "Ventiquattro" dietro la vetrata ed il colore dei mattoni del palazzo, della stessa tonalità delle pagine del giornale.
Le altre cose che si notavano dello smau 2004 erano le assenze: Telecom Italia, che valeva un intero padiglione, spazzata via; Tiscali e Panasonic, altro mezzo padiglione, pure sparite; Sony: quattro playstation(s) e pedalare.
Insomma la crisi dell'informatica è stabile e ci fa bene: uno smau più concentrato, con tanti piccoli stand di cinesini pieni di schede, antennine, telecamerine, palmarini dall'aspetto molto allettante. Meno spettacolo e più sostanza, come piace a noi duri.
Questa mattina non mi faccio fregare dall'enel: i post li scrivo prima su word, con frequenti salvataggi, poi li pubblicherò.
Parlavamo poco fa di smau 2004, ebbene non mi sembrava certo la stessa persona, Aglaja, quando ieri l'ho vista, con quel generoso décolleté.
Venerdì scorso, quando è salita in auto con me, direzione Milano - Fiera - Smau, era arredata in maniera tutt'altro che provocante, vi basti solo la citazione del foulardino modello collettivo femminista o, se preferite un riferimento più aggiornato, modello duesimone.
Se mai fossi stato animato da cattivi propositi, e non lo ero, un'occhiata al foulard sarebbe bastata a fugarli.
Quindi il viaggio ha preso subito un tono serio e professionale, com'era giusto che fosse.
Che dire dello smau ?
Beh, la cosa più interessante l'ho vista fuori, a pochi metri dalla porta Eginardo (mi pare), c'era un palazzo bellissimo, ci ho girato intorno due volte poi ci ho parcheggiato l'auto vicino.
Al ritorno non ho resistito, sono andato all'ingresso per vedere chi ci lavorasse dentro, nessuna insegna, targa o campanello a deturpare la purezza dell'ingresso ed a soddisfare la mia curiosità.
Però sulla porta stava un simpatico signore.
Camicia bianca, pancia prominente, sigaretta in bocca. Mancava solo un paio di bretelle a farne il perfetto prototipo del giornalista in pausa relax fra un articolo e la riunione con il redattore capo.
"Scusi cosa c'è qui dentro ?" faccio io.
"E' la sede de Il Sole 24 Ore," risponde, gentile, lui.
"Ah, molto bella, complimenti !" e lo saluto, notando nuovamente quello che avevo già notato: un manifesto del settimanale "Ventiquattro" dietro la vetrata ed il colore dei mattoni del palazzo, della stessa tonalità delle pagine del giornale.
Le altre cose che si notavano dello smau 2004 erano le assenze: Telecom Italia, che valeva un intero padiglione, spazzata via; Tiscali e Panasonic, altro mezzo padiglione, pure sparite; Sony: quattro playstation(s) e pedalare.
Insomma la crisi dell'informatica è stabile e ci fa bene: uno smau più concentrato, con tanti piccoli stand di cinesini pieni di schede, antennine, telecamerine, palmarini dall'aspetto molto allettante. Meno spettacolo e più sostanza, come piace a noi duri.
ancora libri
Anche questa volta è confermato: il dio delle piccole cose governa questo blog.
I grandi temi del commercio internazionale non se li fuma nessuno, le piccole disavventure casalinghe suscitano una messe inattesa di commenti.
Dunque è giusto rispondere alla curiosità dell'aspirante nipotina del vecchio e compianto (*) cilIndro.
Cara Seia M., volevi sapere quali libri non letti ho riesumato dal caos primordiale che regnava nella mia libreria ? Eccoli:
1) Graham Greene "Il Fattore umano", una storia di spionaggio vecchio stampo. Ho iniziato a leggerlo per primo. Alla seconda pagina mi pare di averlo già letto, proseguo comunque, pensando di averlo abbandonato di lì a poco. Non riesco, infatti, a ricordare minimamente come prosegua la trama. Arrivato a pagina 100 abbandono la lettura: continuo a non ricordare come vada a finire però fino a qui mi sono accorto di averlo già letto quindi, poichè non è che il racconto mi prenda tanto, decido di smettere.
2) Marguerite Yourcenar "Memorie di Adriano", una autobiografia (un elegante falso ?, penso di sì ma lo scopriremo alla fine) di uno degli ultimi grandi imperatori romani. Niente male e, a proposito di antiquariato, avreste dovuto leggere anche voi la traduzione (l'originale è un pò ostico) del papiro egizio esposto al museo civico di Bologna: è un atto di vendita di un terreno ed è impressionante vedere come tutte le clausole, che di prassi vengono scritte oggi su questo tipo di atti, sono già presenti, ma scritte con uno slancio poetico che lascia a bocca aperta. Che ci facevo al museo ? Indovinate un pò: accompagnavo la prole che desiderava tanto vedere mummie e scheletri (de gustibus...).
3) Italo Svevo "Racconti", aggiunto, in attesa del suo turno, alla pila dei libri vicino al letto, sul pavimento.
4) Joseph Conrad, la mia penultima passione letteraria, "The secret agent" (in inglese).
A completare la pila:
5) Roddy Doyle "The commitments", anche questo, come molti altri ex libri di testo di mia moglie, in inglese. Iniziato prima dell'estate, poi sospeso, prima o poi lo riprenderò per finirlo. Il problema è che il mio inglese non è così sciolto da rendermi divertente e fluida, come meriterebbe, la lettura un libro come questo.
6) "Programmare in Access", acquistato allo smau 2004 (non chiedetemi l'autore)
7) "Html", come sopra
8) Giuseppe Pontiggia, la mia ultima passione letteraria, "Vite di uomini non illustri", acquistato allo smau anche questo, insieme ai due precedenti.
Buongiorno
5am
(*) A proposito del vecchio (cil)Indro Montanelli, non è strano il suo destino? Amato, in vita dalla destra; venerato, da morto, dalla sinistra, che rimpiange in lui il simbolo di una destra che fu.
Anche questa volta è confermato: il dio delle piccole cose governa questo blog.
I grandi temi del commercio internazionale non se li fuma nessuno, le piccole disavventure casalinghe suscitano una messe inattesa di commenti.
Dunque è giusto rispondere alla curiosità dell'aspirante nipotina del vecchio e compianto (*) cilIndro.
Cara Seia M., volevi sapere quali libri non letti ho riesumato dal caos primordiale che regnava nella mia libreria ? Eccoli:
1) Graham Greene "Il Fattore umano", una storia di spionaggio vecchio stampo. Ho iniziato a leggerlo per primo. Alla seconda pagina mi pare di averlo già letto, proseguo comunque, pensando di averlo abbandonato di lì a poco. Non riesco, infatti, a ricordare minimamente come prosegua la trama. Arrivato a pagina 100 abbandono la lettura: continuo a non ricordare come vada a finire però fino a qui mi sono accorto di averlo già letto quindi, poichè non è che il racconto mi prenda tanto, decido di smettere.
2) Marguerite Yourcenar "Memorie di Adriano", una autobiografia (un elegante falso ?, penso di sì ma lo scopriremo alla fine) di uno degli ultimi grandi imperatori romani. Niente male e, a proposito di antiquariato, avreste dovuto leggere anche voi la traduzione (l'originale è un pò ostico) del papiro egizio esposto al museo civico di Bologna: è un atto di vendita di un terreno ed è impressionante vedere come tutte le clausole, che di prassi vengono scritte oggi su questo tipo di atti, sono già presenti, ma scritte con uno slancio poetico che lascia a bocca aperta. Che ci facevo al museo ? Indovinate un pò: accompagnavo la prole che desiderava tanto vedere mummie e scheletri (de gustibus...).
3) Italo Svevo "Racconti", aggiunto, in attesa del suo turno, alla pila dei libri vicino al letto, sul pavimento.
4) Joseph Conrad, la mia penultima passione letteraria, "The secret agent" (in inglese).
A completare la pila:
5) Roddy Doyle "The commitments", anche questo, come molti altri ex libri di testo di mia moglie, in inglese. Iniziato prima dell'estate, poi sospeso, prima o poi lo riprenderò per finirlo. Il problema è che il mio inglese non è così sciolto da rendermi divertente e fluida, come meriterebbe, la lettura un libro come questo.
6) "Programmare in Access", acquistato allo smau 2004 (non chiedetemi l'autore)
7) "Html", come sopra
8) Giuseppe Pontiggia, la mia ultima passione letteraria, "Vite di uomini non illustri", acquistato allo smau anche questo, insieme ai due precedenti.
Buongiorno
5am
(*) A proposito del vecchio (cil)Indro Montanelli, non è strano il suo destino? Amato, in vita dalla destra; venerato, da morto, dalla sinistra, che rimpiange in lui il simbolo di una destra che fu.
21/10/2004
19/10/2004
ripescaggi
Poco tempo per andare in libreria, quindi sto raschiando il fondo della biblioteca di casa (si fa per dire) alla ricerca di qualcosa di ancora non letto.
Un felice ripescaggio, è il caso di dirlo, è stato quello del "Marinaio di Gibilterra", interrotto circa 10 anni fa, quando finii dentro ad un lago, con bicicletta e libro al seguito, che avevo letto per metà circa.
Riuscii a recuperare tutto, anche il libro, ma le pagine, una volta asciugate, avevano preso una consistenza che rendeva la lettura piuttosto impervia.
Questa sera, passando ancora in rassegna i libri di casa, scopro di avere due copie identiche di "Festa Mobile" di Hemingway e di "Shakespeare non l'ha mai fatto" di Bukowsky, due concreti sintomi di rincoglionimento senile; scopro anche di avere la raccolta completa delle opere di Milan Kundera, saggi compresi. Unico mancante il suo libro più famoso, non chiedetemi il titolo, non lo ricordo in questo momento, cavolo ! Ci hanno fatto anche un film, con la colonna sonora di Venditti, mi pare. Non è che non ce l'abbia per snobismo, vi pare ? L'ho comprato almeno tre volte, e l'ho regalato ad altrettante fidanzate che dovevano "assolutamente" leggerlo e trovarlo bellissimo.
Sfoglio con insistenza "Il defunto signor Gallet" di Simenon: non riesco proprio a ricordare di averlo già letto, anche se mi sembra molto probabile, per non dire certo.
Catherine Dunne ? mah, un pò triste, niente però in confronto con Doris Lessing (siamo già nell'area di proprietà di mia moglie).
La situazione, insomma, è grigia, urge un rifornimento da Feltrinelli.
Buonanotte
5am
Poco tempo per andare in libreria, quindi sto raschiando il fondo della biblioteca di casa (si fa per dire) alla ricerca di qualcosa di ancora non letto.
Un felice ripescaggio, è il caso di dirlo, è stato quello del "Marinaio di Gibilterra", interrotto circa 10 anni fa, quando finii dentro ad un lago, con bicicletta e libro al seguito, che avevo letto per metà circa.
Riuscii a recuperare tutto, anche il libro, ma le pagine, una volta asciugate, avevano preso una consistenza che rendeva la lettura piuttosto impervia.
Questa sera, passando ancora in rassegna i libri di casa, scopro di avere due copie identiche di "Festa Mobile" di Hemingway e di "Shakespeare non l'ha mai fatto" di Bukowsky, due concreti sintomi di rincoglionimento senile; scopro anche di avere la raccolta completa delle opere di Milan Kundera, saggi compresi. Unico mancante il suo libro più famoso, non chiedetemi il titolo, non lo ricordo in questo momento, cavolo ! Ci hanno fatto anche un film, con la colonna sonora di Venditti, mi pare. Non è che non ce l'abbia per snobismo, vi pare ? L'ho comprato almeno tre volte, e l'ho regalato ad altrettante fidanzate che dovevano "assolutamente" leggerlo e trovarlo bellissimo.
Sfoglio con insistenza "Il defunto signor Gallet" di Simenon: non riesco proprio a ricordare di averlo già letto, anche se mi sembra molto probabile, per non dire certo.
Catherine Dunne ? mah, un pò triste, niente però in confronto con Doris Lessing (siamo già nell'area di proprietà di mia moglie).
La situazione, insomma, è grigia, urge un rifornimento da Feltrinelli.
Buonanotte
5am
18/10/2004
salamauri
"Quante ne abbiamo passate," attaccò il primo.
"Puoi dirlo," commentò il secondo.
"I signori vengono da lontano?" chiese educatamente il barista.
"Dall'Ouellé," disse il primo.
"Guarda, guarda," commentò sottovoce Epaminondas.
"Quante ne abbiamo passate," ripeté il secondo. "Ce ne dia un altro."
"Sembra che il caldo sia in anticipo, quest'anno," osservò educatamente il barista.
"Cavolo," disse il primo, "quasi si liquefacevano le gomme. Sei stato bravo, Henri." Si rivolse al barista: "Guida lui, è un asso."
"Complimenti," fece il barista sbadigliando.
"Non esagerare, Legrand," disse Henri.
"No," disse Legrand, "è davvero un asso."
"E la caccia è stata buona?" chiese il barista.
"Una lince, piccola," disse Legrand, " e poi un'antilope. Ma non abbiamo cacciato molto."
"Sì," disse Henri, "abbiamo sparato sempre dalla pista, per forza, si sollevano nuvole di polvere, e la selvaggina non è mica fessa..."
"Per forza," convenne il barista.
"Quattrocento chilometri di pista," disse Legrand, "Henri, sei stato bravo. Sa, il difficile è avere pazienza. Quaranta all'ora per quattrocento chilometri, significa mettere la pazienza a dura prova."
"Quando non si mette?" chiese Anna che cominciava a interessarsi alla conversazione.
"Cosa?" disse Henri sbirciandola.
"La pazienza a dura prova."
"La signora la sa lunga," commentò Legrand in tono galante.
"Questo proprio no," disse ridendo Epaminondas che era arrivato al terzo whisky.
"Una svista," spiegò Henri, "e ci si impantana e dopo, molto dopo, bisogna aspettare gli amici..."
"A penarci, è terribile," disse Anna.
"Cosa è terribile?" chiese Legrand, sospettoso.
"L'idea che potreste non essere qui," fece Anna, "a bere il vostro whisky."
Legrand cominciava a guardarla male, ma Henri gli fece cenno di restare calmo. Anna sorrideva con aria gentile.
"Lei è certo di Parigi," disse, "le parigine, hanno la battuta pronta, si riconoscono subito."
"Comunque," disse Epaminondas, che cominciava anche lui a innervosirsi, "è vero che la vita è una prova di pazienza."
"Trovi?" chiesi ad Anna.
"Così dicono," fece lei sottovoce.
"Quando pisciavo," continuò Henri, "sollevavo una nuvola di polvere. Un altro," disse, rivolto al barista.
"A me," disse il barista, "da otto anni che sono qui, piacerebbe una volta tanto pisciare nel ghiaccio."
"A chi lo dice," fece Henri. "Un bel ghiaccio spesso, è il massimo. Quaranta gradi, a Toutana, altro che ghiaccio."
"Io," disse Legrand, "ho sempre preferito il caldo al freddo. Qui ce n'è anche troppo, eppure continuo a preferirlo."
"Strano," osservò il barista.
"Invece io no," disse Henri, "no e poi no, un tempo anch'io la pensavo così, ora non più."
"Cosa darei, Dio santo, per pisciare sul ghiaccio," continuò il barista.
"Si dice così," fece Epaminondas, "e poi succede come per le altre cose. Non ha niente di straordinario, quando ti capita."
"Puoi dire quello che vuoi," disse Henri, "ma l'era glaciale non doveva essere molto divertente..."
"Non c'era nessuno per constatarlo," disse il barista sbadigliando, "quindi..."
"Siete sicuri che non ci fosse nessuno?" chiese Epaminondas interessato.
"Ci dovevano essere almeno degli animali," osservò Anna.
"E gli animali, non sono nessuno?" chiese Henri.
"Non credo," mormorai, "mi pare che non ce ne fossero."
"Non è possibile," disse Anna, "magari degli animali piccoli piccoli," aggiunse puerilmente.
"Non credo," ripetei.
"L'hai vista tu, la Mer de Glace?" chiese Henri a Legrand.
"Eccome," disse Legrand. "Nel '36. Erano bei tempi. La stranezza è che ci sono le onde, come se il ghiaccio si fosse formato a un tratto, in un colpo solo."
"Sei sicuro che non ci fosse niente?" insisté Anna. "Neppure un cudù?"
"Ebbene," disse Henri, "Nell'era glaciale tutta la terra era come la Mer de Glace."
"Secondo me," continuò Anna, "sotto il ghiaccio c'erano degli animaletti che aspettavano che si sciogliesse."
"L'idea non mi piacerebbe," dissi, "e poi, in fondo, chissà, forse c'era già di tutto."
"E' impossibile che non ci fosse niente," dichiarò energicamente Epaminondas, "perchè allora, come si spiega che poi ci siano stati un sacco di animali?"
"E' buffo," disse il barista, "quando il termometro raggiunge i quaranta all'ombra, si parla spesso dell'era glaciale."
"E' vero," continuò Anna, "come si spiega tutto quello che c'è adesso?"
Mi sorrideva.
"Zitta," le dissi a bassa voce, "ti infervori sempre così?"
"Se non te ne sei accorto, cosa ti ci vuole..." disse ridendo Epaminondas.
"E' difficile sopportare questa idea," fece Anna. "Non trovi?"
"La sopportano tutti, e non solo questa. Non puoi immaginarti cosa sopporti io, in questo momento..."
"Se è così che vi date da fare," osservò Epaminondas indignato.
"Qualcosa non va?" chiese Henri a Legrand.
Legrand aveva gli occhi semichiusi e un'espressione estatica.
"Aspetta," fece Legrand.
"Forse non si sente bene," disse il barista.
"Allora?" chiese Henri in tono preoccupato. "Parla."
"Aspetta un attimo," ripeté l'amico.
"Se c'è il rischio che cada," osservò Anna, "forse sarebbe meglio levargli il bicchiere di mano."
"Salamauri," sbraitò Legrand, "ecco la parola che cercavo."
"Gli capita spesso?" domandò Anna.
"Nell'era glaciale, c'erano i salamauri," disse Legrand felice.
"E' fatto così," spiegò Henri, "sembra un bravo ragazzo, semplice e tutto, ma è un intellettuale, mica un coglione."
"Vedi," disse Legrand, "è salsa, salamoia, che mi ha fatto ricordare..."
"Se sapeva che fa così," disse Anna a Henri, "ci poteva avvertire."
"Non sopporto quando non mi viene una parola," continuò Legrand. "Nell'era glaciale, il mondo non era popolato di salamauri."
"Lo vedi," mi disse Anna, "che qualcosa c'era."
"Di sauri, credo," corressi.
"Mi pareva," fece il barista, "è la parola salamoia che inganna. Per me comunque, fa lo stesso."
"E va bene, sauri," disse Legrand un pò avvilito.
"Allora?" insisté Anna. "C'erano o no?"
"Non lo so," le dissi a voce bassa.
"I sauri, sono sicuro che c'erano già," decretò di colpo Epaminondas.
"Non siamo tenuti a crederle," disse Legrand con dignità.
"Lo sapevi, tu?" chiese poi a Henri.
"Veramente," disse Henri, "se c'era solo ghiaccio, cosa sgranocchiavano i sauri?"
"Sono grandi i sauri?" mi chiese Anna.
"Grandissimi," dissi, "assomigliano ai coccodrilli."
"Per il cibo," disse Legrand, "ci si abitua a tutto, è risaputo. Se c'è solo ghiaccio, si mangia ghiaccio, ecco."
"Se i sauri sono grandi, credo proprio che non ci fossero, ma credo che invece ci fossero animali piccoli piccoli."
"Tanto, cosa cambia?" disse il barista. "Come mi piacerebbe pisciare almeno una volta sul ghiaccio."
"Piccoli piccoli," disse Anna, "piccoli quanto vuoi, ma dovevano esserci. Insettini. Cosa mangiano? Niente, e respirano appena, quindi possono rimanere a lungo sotto il ghiaccio..."
"La pianti di eccitarlo con i tuoi animaletti piccoli piccoli?" le disse Epaminondas.
"Se fosse soltanto con gli animaletti..." osservai.
"Ah ah!" shignazzò Epaminondas.
"Prima di tutto," disse Henri, "come si fa a sapere che non c'era niente?"
"Si sa. Ci tieni tanto?" chiesi ad Anna, "ai tuoi animaletti?"
"Non mi impediranno certo di dormire."
"Che cosa ti impedisce di dormire?" chiesi.
"Se continuate," disse Epaminondas, "io taglio la corda."
"Non mi impediranno di dormire," riprese Anna, "ma trovo l'idea quasi insopportabile."
"La sopportano tutti benissimo. Nessuno può spiegarlo, proprio nessuno. Calmati."
"Quando il ghiaccio si è sciolto," disse Henri, "doveva esserci una bella melma."
"Questo è sicuro, ma tanto, non c'era nessuno a vederla."
"Anche se ci fosse stato qualcuno," disse Anna.
"E' straordinario, se ci si pensa," fece Henri con aria di circostanza. "Ancora uno, André."
"Cognac? Si beve forte nell'Ouellé a giudicare da questi signori. Doveva esserci davvero una bella melma, lo penso anch'io."
"Allora," continuò Anna, "gli oceani si sono riempiti e gli animaletti che erano sotto i ghiacci sono usciti."
"Per fortuna che a queste cose non ci si pensa," disse l'amico, "succede come per il resto, si dimenticano."
"Per fortuna," ripeté Anna.
"Oh, per fortuna." Ripeté Epaminondas, ridendo rumorosamente.
"Davvero," disse il barista, "per fortuna."
"Figuriamoci," continuò Epaminondas, "con tutte le preoccupazioni che abbiamo."
In quel momento arrivò un nuovo avventore, sulla trentina, molto ben vestito.
"Ecco Jojo," disse il barista, "ora ci divertiremo."
"Buongiorno," fece Jojo.
"Buongiorno," risposero tutti.
Jojo andò a sedersi accanto a Henri e subito sbirciò Anna con occhio da intenditore.
"Ma allora i sauri," mi chiese Anna, "quando sono apparsi?"
"Sono arrivati dei sauri?" chiese Jojo.
"Sì," dissi, "due giorni fa."
"Tre," corresse Epaminondas.
"Lascia perdere," interloquì il barista.
"Che cavolo sono i sauri?" chiese invece Jojo.
"Uomini come gli altri," dissi, "ma tanto affamati che divorano tutto quello che trovano."
Nessuno reagì. Ognuno ascoltava senza capire, faceva troppo caldo per capire.
"Credo che anche stasera non si concluderà nulla," mi bisbigliò Anna.
"La prossima volta ci spiegheremo con un disegnino," disse Epaminondas.
"Che cavolo ci fanno qui i sauri?" insisteva Jojo.
"Ora basta," scattò Henri.
"Te lo spiego io," disse il barista. "Calmati."
"Non ci fanno un cavolo di niente," disse Anna ridendo, "anzi direi che è una vergogna."
"Erano grossi, grossi e brutti," disse il barista, "davano la caccia a tutto nei mari e sulla terra..."
"Proprio così," approvò Epaminondas, ridendo.
"Io non ne ho mai sentito parlare," disse Jojo.
"Oh, merda!" sbraitò Epaminondas. "Guardi che lei è l'unico."
"E gli uccelli, allora?" chese Henri.
"Sì," disse Anna, "credo che anche stasera non concluderemo nulla."
"Gli uccelli," dissi, "sono come l'amore, sono sempre esistiti. Spariscono tutte le specie, ma non gli uccelli. Come l'amore."
"Ho capito," fece Epaminondas, "Se hai le ali," spiegò, "puoi scampare al terremoto."
"Formidabile," commentò Henri. "Un altro," disse al barista. E continuò: "a quanto pare, spariremo anche noi. Beve qualcosa?" mi chiese. "E la signora? Cinque, André, ti chiami André, vero? Sì, cognac."
"Speriamo di no," disse Epaminondas, "speriamo di non scomparire."
"Ma di sauri, ce ne sono ancora?" chiese Jojo.
"Chissà?" dissi.
"Come mi diverto," commentò Epaminondas.
"Siamo venuti qui per scherzare un pò," spiegò Henri, "l'Ouellé è un bel posto, ma in quanto a divertimento..."
"Ah sì?" si interessò Epaminondas, aspettando una spiegazione che non venne.
"Per il momento," si intromise André, "non voglio dire, mi sembra che se la stia spassando."
"Ecco, ricomincia," disse Anna indicando Legrand.
"E vero," disse Henri, "fai una faccia strana. Cerchi una parola?"
"No," rispose Legrand, "rifletto, ecco tutto."
"Finalmente," commentai sottovoce.
"Sono arrivati dei sauri a Leopoldville?" chiese Jojo, ma nessuno gli rispose.
"Questa conversazione mi interessa," disse Legrand malizioso, "non mi annoio, anzi."
"Allora, dove eravamo rimasti?" chiese Epaminondas.
"Al quaternario," rispose il barista.
"Mi pare che eravamo arrivati a qualcosa di più recente," disse Legrand sempre malizioso, guardando Anna.
"Anche a me," disse Anna.
"Allora?" chiese Jojo.
"Niente," rispose il barista, "a sua volta l'uomo sparirà."
"Come mi piacciono i coglioni," disse Epaminondas, guardando incantato Jojo.
"Sono dei bombardieri, i sauri?" chiese Jojo.
"Lascia perdere," fece Legrand, continuando a guardare Anna, illuminato.
"Ma i sauri sono arrivati o devono arrivare?" insisté Jojo.
"Potrebbero arrivare tra poco," ripetei.
"Siamo daccapo," disse Henri al barista, "io comincio a stufarmi."
"L'uomo non è un sauro," commentò di colpo Legrand, "è ben diverso, furbo, l'uomo. Quando si trova male da qualche parte, va a ripiantare le tende in un altro posto. Non è mica un sauro, lui..."
"E i sauri, chiese Jojo, "non ripiantano niente?"
"Niente," fece André. "Capito?"
"Siamo davvero daccapo," commentò Henri, esasperato.
"Bisogna pur parlare di qualche cosa, eh?" fece Legrand ad Anna. "Meglio parlare di questo che dire male del prossimo."
"Perché dovremmo sparire per forza," chiese Jojo, "dato che ripiantiamo tutto quello che mangiamo?"
"Perché la terra è come il resto, come la pazienza; ha un limite. Ci sono voluti trenta milioni di anni, l'ho letto l'altro giorno sul giornale, per arrivare ad avere settantacinque centimetri di terra fertile per ogni uomo, allora, alla fine, hai voglia a ripiantar tutto quello che mangi, la terra non ne può più."
"Merda, è poco," esclamo Jojo.
"E' così," disse il barista.
"Capisco," fece Jojo. "Se i sauri non ripiantano niente sono dei coglioni."
"Ecco," disse il barista. "Hai afferrato il concetto."
"Di questo passo," osservò Henri, "settantacinque centimetri...è un miracolo se ci siamo ancora..."
"Hai visto i tedeschi quanti figli fanno?" chiese l'amico.
"Liberi di farli," ribatté Henri.
"Bisognerebbe che la gente fosse più informata," osservò Anna.
"Un altro cognac," ordinò Henri. "L'ultimo."
"Perché l'ultimo?" chiese Legrand. "Non siamo a Leopoldville tutti i giorni."
"E' vero," osservò Henri, "come ci si diverte!"
"Non dobbiamo rattristarci," disse Anna a Epaminondas, "non è detto che spariremo."
"Lei è stranamente graziosa," disse Legrand ad Anna.
"Perchè stranamente?"
"Così, per dire. Non credevo."
"Con la bomba atomica, saremo spacciati molto prima," continuò Henri che chiaramente non aveva seguito il discorso.
"Prima di che?" chiese Jojo.
"Prima che la terra non ne possa più," gli suggerì Epaminondas.
"Seicento, ne hanno fabbricate," disse Henri, "quanto basta a farci saltare in aria dieci volte."
"Strano," osservò il barista, "anche partendo dall'era glaciale, si torna sempre alle bombe atomiche. Come se fosse una legge."
"Io," disse Jojo, "vengo qui perché c'è André, che è intelligente."
"Allora, le piace il posto?" chiese Legrand ad Anna.
"Niente male," rispose Anna.
"Come se non ci fossero abbastanza catastrofi naturali," continuò Henri, "senza andare a cercare la bomba atomica."
"Mi prendete in giro," disse Jojo. "Il sauro è il nuovo aereo a reazione."
"Merda e merda," gridò Henri, "e dagliela con i sauri."
"Come mi piacciono i coglioni," ripeté Epaminondas, scoppiando a ridere.
"Se me lo dite, una buona volta, cos'è un sauro," implorò mortificato Jojo, "non ve lo chiedo più."
"E' una specie di coccodrillo," rispose André. "Ora hai capito?"
"Mi prendi per scemo? ribatté Jojo. "Sono atomici i coccodrilli, per caso?"
(da "Il Marinaio di Gibilterra" di Marguerite Duras ed. Feltrinelli.)
"Quante ne abbiamo passate," attaccò il primo.
"Puoi dirlo," commentò il secondo.
"I signori vengono da lontano?" chiese educatamente il barista.
"Dall'Ouellé," disse il primo.
"Guarda, guarda," commentò sottovoce Epaminondas.
"Quante ne abbiamo passate," ripeté il secondo. "Ce ne dia un altro."
"Sembra che il caldo sia in anticipo, quest'anno," osservò educatamente il barista.
"Cavolo," disse il primo, "quasi si liquefacevano le gomme. Sei stato bravo, Henri." Si rivolse al barista: "Guida lui, è un asso."
"Complimenti," fece il barista sbadigliando.
"Non esagerare, Legrand," disse Henri.
"No," disse Legrand, "è davvero un asso."
"E la caccia è stata buona?" chiese il barista.
"Una lince, piccola," disse Legrand, " e poi un'antilope. Ma non abbiamo cacciato molto."
"Sì," disse Henri, "abbiamo sparato sempre dalla pista, per forza, si sollevano nuvole di polvere, e la selvaggina non è mica fessa..."
"Per forza," convenne il barista.
"Quattrocento chilometri di pista," disse Legrand, "Henri, sei stato bravo. Sa, il difficile è avere pazienza. Quaranta all'ora per quattrocento chilometri, significa mettere la pazienza a dura prova."
"Quando non si mette?" chiese Anna che cominciava a interessarsi alla conversazione.
"Cosa?" disse Henri sbirciandola.
"La pazienza a dura prova."
"La signora la sa lunga," commentò Legrand in tono galante.
"Questo proprio no," disse ridendo Epaminondas che era arrivato al terzo whisky.
"Una svista," spiegò Henri, "e ci si impantana e dopo, molto dopo, bisogna aspettare gli amici..."
"A penarci, è terribile," disse Anna.
"Cosa è terribile?" chiese Legrand, sospettoso.
"L'idea che potreste non essere qui," fece Anna, "a bere il vostro whisky."
Legrand cominciava a guardarla male, ma Henri gli fece cenno di restare calmo. Anna sorrideva con aria gentile.
"Lei è certo di Parigi," disse, "le parigine, hanno la battuta pronta, si riconoscono subito."
"Comunque," disse Epaminondas, che cominciava anche lui a innervosirsi, "è vero che la vita è una prova di pazienza."
"Trovi?" chiesi ad Anna.
"Così dicono," fece lei sottovoce.
"Quando pisciavo," continuò Henri, "sollevavo una nuvola di polvere. Un altro," disse, rivolto al barista.
"A me," disse il barista, "da otto anni che sono qui, piacerebbe una volta tanto pisciare nel ghiaccio."
"A chi lo dice," fece Henri. "Un bel ghiaccio spesso, è il massimo. Quaranta gradi, a Toutana, altro che ghiaccio."
"Io," disse Legrand, "ho sempre preferito il caldo al freddo. Qui ce n'è anche troppo, eppure continuo a preferirlo."
"Strano," osservò il barista.
"Invece io no," disse Henri, "no e poi no, un tempo anch'io la pensavo così, ora non più."
"Cosa darei, Dio santo, per pisciare sul ghiaccio," continuò il barista.
"Si dice così," fece Epaminondas, "e poi succede come per le altre cose. Non ha niente di straordinario, quando ti capita."
"Puoi dire quello che vuoi," disse Henri, "ma l'era glaciale non doveva essere molto divertente..."
"Non c'era nessuno per constatarlo," disse il barista sbadigliando, "quindi..."
"Siete sicuri che non ci fosse nessuno?" chiese Epaminondas interessato.
"Ci dovevano essere almeno degli animali," osservò Anna.
"E gli animali, non sono nessuno?" chiese Henri.
"Non credo," mormorai, "mi pare che non ce ne fossero."
"Non è possibile," disse Anna, "magari degli animali piccoli piccoli," aggiunse puerilmente.
"Non credo," ripetei.
"L'hai vista tu, la Mer de Glace?" chiese Henri a Legrand.
"Eccome," disse Legrand. "Nel '36. Erano bei tempi. La stranezza è che ci sono le onde, come se il ghiaccio si fosse formato a un tratto, in un colpo solo."
"Sei sicuro che non ci fosse niente?" insisté Anna. "Neppure un cudù?"
"Ebbene," disse Henri, "Nell'era glaciale tutta la terra era come la Mer de Glace."
"Secondo me," continuò Anna, "sotto il ghiaccio c'erano degli animaletti che aspettavano che si sciogliesse."
"L'idea non mi piacerebbe," dissi, "e poi, in fondo, chissà, forse c'era già di tutto."
"E' impossibile che non ci fosse niente," dichiarò energicamente Epaminondas, "perchè allora, come si spiega che poi ci siano stati un sacco di animali?"
"E' buffo," disse il barista, "quando il termometro raggiunge i quaranta all'ombra, si parla spesso dell'era glaciale."
"E' vero," continuò Anna, "come si spiega tutto quello che c'è adesso?"
Mi sorrideva.
"Zitta," le dissi a bassa voce, "ti infervori sempre così?"
"Se non te ne sei accorto, cosa ti ci vuole..." disse ridendo Epaminondas.
"E' difficile sopportare questa idea," fece Anna. "Non trovi?"
"La sopportano tutti, e non solo questa. Non puoi immaginarti cosa sopporti io, in questo momento..."
"Se è così che vi date da fare," osservò Epaminondas indignato.
"Qualcosa non va?" chiese Henri a Legrand.
Legrand aveva gli occhi semichiusi e un'espressione estatica.
"Aspetta," fece Legrand.
"Forse non si sente bene," disse il barista.
"Allora?" chiese Henri in tono preoccupato. "Parla."
"Aspetta un attimo," ripeté l'amico.
"Se c'è il rischio che cada," osservò Anna, "forse sarebbe meglio levargli il bicchiere di mano."
"Salamauri," sbraitò Legrand, "ecco la parola che cercavo."
"Gli capita spesso?" domandò Anna.
"Nell'era glaciale, c'erano i salamauri," disse Legrand felice.
"E' fatto così," spiegò Henri, "sembra un bravo ragazzo, semplice e tutto, ma è un intellettuale, mica un coglione."
"Vedi," disse Legrand, "è salsa, salamoia, che mi ha fatto ricordare..."
"Se sapeva che fa così," disse Anna a Henri, "ci poteva avvertire."
"Non sopporto quando non mi viene una parola," continuò Legrand. "Nell'era glaciale, il mondo non era popolato di salamauri."
"Lo vedi," mi disse Anna, "che qualcosa c'era."
"Di sauri, credo," corressi.
"Mi pareva," fece il barista, "è la parola salamoia che inganna. Per me comunque, fa lo stesso."
"E va bene, sauri," disse Legrand un pò avvilito.
"Allora?" insisté Anna. "C'erano o no?"
"Non lo so," le dissi a voce bassa.
"I sauri, sono sicuro che c'erano già," decretò di colpo Epaminondas.
"Non siamo tenuti a crederle," disse Legrand con dignità.
"Lo sapevi, tu?" chiese poi a Henri.
"Veramente," disse Henri, "se c'era solo ghiaccio, cosa sgranocchiavano i sauri?"
"Sono grandi i sauri?" mi chiese Anna.
"Grandissimi," dissi, "assomigliano ai coccodrilli."
"Per il cibo," disse Legrand, "ci si abitua a tutto, è risaputo. Se c'è solo ghiaccio, si mangia ghiaccio, ecco."
"Se i sauri sono grandi, credo proprio che non ci fossero, ma credo che invece ci fossero animali piccoli piccoli."
"Tanto, cosa cambia?" disse il barista. "Come mi piacerebbe pisciare almeno una volta sul ghiaccio."
"Piccoli piccoli," disse Anna, "piccoli quanto vuoi, ma dovevano esserci. Insettini. Cosa mangiano? Niente, e respirano appena, quindi possono rimanere a lungo sotto il ghiaccio..."
"La pianti di eccitarlo con i tuoi animaletti piccoli piccoli?" le disse Epaminondas.
"Se fosse soltanto con gli animaletti..." osservai.
"Ah ah!" shignazzò Epaminondas.
"Prima di tutto," disse Henri, "come si fa a sapere che non c'era niente?"
"Si sa. Ci tieni tanto?" chiesi ad Anna, "ai tuoi animaletti?"
"Non mi impediranno certo di dormire."
"Che cosa ti impedisce di dormire?" chiesi.
"Se continuate," disse Epaminondas, "io taglio la corda."
"Non mi impediranno di dormire," riprese Anna, "ma trovo l'idea quasi insopportabile."
"La sopportano tutti benissimo. Nessuno può spiegarlo, proprio nessuno. Calmati."
"Quando il ghiaccio si è sciolto," disse Henri, "doveva esserci una bella melma."
"Questo è sicuro, ma tanto, non c'era nessuno a vederla."
"Anche se ci fosse stato qualcuno," disse Anna.
"E' straordinario, se ci si pensa," fece Henri con aria di circostanza. "Ancora uno, André."
"Cognac? Si beve forte nell'Ouellé a giudicare da questi signori. Doveva esserci davvero una bella melma, lo penso anch'io."
"Allora," continuò Anna, "gli oceani si sono riempiti e gli animaletti che erano sotto i ghiacci sono usciti."
"Per fortuna che a queste cose non ci si pensa," disse l'amico, "succede come per il resto, si dimenticano."
"Per fortuna," ripeté Anna.
"Oh, per fortuna." Ripeté Epaminondas, ridendo rumorosamente.
"Davvero," disse il barista, "per fortuna."
"Figuriamoci," continuò Epaminondas, "con tutte le preoccupazioni che abbiamo."
In quel momento arrivò un nuovo avventore, sulla trentina, molto ben vestito.
"Ecco Jojo," disse il barista, "ora ci divertiremo."
"Buongiorno," fece Jojo.
"Buongiorno," risposero tutti.
Jojo andò a sedersi accanto a Henri e subito sbirciò Anna con occhio da intenditore.
"Ma allora i sauri," mi chiese Anna, "quando sono apparsi?"
"Sono arrivati dei sauri?" chiese Jojo.
"Sì," dissi, "due giorni fa."
"Tre," corresse Epaminondas.
"Lascia perdere," interloquì il barista.
"Che cavolo sono i sauri?" chiese invece Jojo.
"Uomini come gli altri," dissi, "ma tanto affamati che divorano tutto quello che trovano."
Nessuno reagì. Ognuno ascoltava senza capire, faceva troppo caldo per capire.
"Credo che anche stasera non si concluderà nulla," mi bisbigliò Anna.
"La prossima volta ci spiegheremo con un disegnino," disse Epaminondas.
"Che cavolo ci fanno qui i sauri?" insisteva Jojo.
"Ora basta," scattò Henri.
"Te lo spiego io," disse il barista. "Calmati."
"Non ci fanno un cavolo di niente," disse Anna ridendo, "anzi direi che è una vergogna."
"Erano grossi, grossi e brutti," disse il barista, "davano la caccia a tutto nei mari e sulla terra..."
"Proprio così," approvò Epaminondas, ridendo.
"Io non ne ho mai sentito parlare," disse Jojo.
"Oh, merda!" sbraitò Epaminondas. "Guardi che lei è l'unico."
"E gli uccelli, allora?" chese Henri.
"Sì," disse Anna, "credo che anche stasera non concluderemo nulla."
"Gli uccelli," dissi, "sono come l'amore, sono sempre esistiti. Spariscono tutte le specie, ma non gli uccelli. Come l'amore."
"Ho capito," fece Epaminondas, "Se hai le ali," spiegò, "puoi scampare al terremoto."
"Formidabile," commentò Henri. "Un altro," disse al barista. E continuò: "a quanto pare, spariremo anche noi. Beve qualcosa?" mi chiese. "E la signora? Cinque, André, ti chiami André, vero? Sì, cognac."
"Speriamo di no," disse Epaminondas, "speriamo di non scomparire."
"Ma di sauri, ce ne sono ancora?" chiese Jojo.
"Chissà?" dissi.
"Come mi diverto," commentò Epaminondas.
"Siamo venuti qui per scherzare un pò," spiegò Henri, "l'Ouellé è un bel posto, ma in quanto a divertimento..."
"Ah sì?" si interessò Epaminondas, aspettando una spiegazione che non venne.
"Per il momento," si intromise André, "non voglio dire, mi sembra che se la stia spassando."
"Ecco, ricomincia," disse Anna indicando Legrand.
"E vero," disse Henri, "fai una faccia strana. Cerchi una parola?"
"No," rispose Legrand, "rifletto, ecco tutto."
"Finalmente," commentai sottovoce.
"Sono arrivati dei sauri a Leopoldville?" chiese Jojo, ma nessuno gli rispose.
"Questa conversazione mi interessa," disse Legrand malizioso, "non mi annoio, anzi."
"Allora, dove eravamo rimasti?" chiese Epaminondas.
"Al quaternario," rispose il barista.
"Mi pare che eravamo arrivati a qualcosa di più recente," disse Legrand sempre malizioso, guardando Anna.
"Anche a me," disse Anna.
"Allora?" chiese Jojo.
"Niente," rispose il barista, "a sua volta l'uomo sparirà."
"Come mi piacciono i coglioni," disse Epaminondas, guardando incantato Jojo.
"Sono dei bombardieri, i sauri?" chiese Jojo.
"Lascia perdere," fece Legrand, continuando a guardare Anna, illuminato.
"Ma i sauri sono arrivati o devono arrivare?" insisté Jojo.
"Potrebbero arrivare tra poco," ripetei.
"Siamo daccapo," disse Henri al barista, "io comincio a stufarmi."
"L'uomo non è un sauro," commentò di colpo Legrand, "è ben diverso, furbo, l'uomo. Quando si trova male da qualche parte, va a ripiantare le tende in un altro posto. Non è mica un sauro, lui..."
"E i sauri, chiese Jojo, "non ripiantano niente?"
"Niente," fece André. "Capito?"
"Siamo davvero daccapo," commentò Henri, esasperato.
"Bisogna pur parlare di qualche cosa, eh?" fece Legrand ad Anna. "Meglio parlare di questo che dire male del prossimo."
"Perché dovremmo sparire per forza," chiese Jojo, "dato che ripiantiamo tutto quello che mangiamo?"
"Perché la terra è come il resto, come la pazienza; ha un limite. Ci sono voluti trenta milioni di anni, l'ho letto l'altro giorno sul giornale, per arrivare ad avere settantacinque centimetri di terra fertile per ogni uomo, allora, alla fine, hai voglia a ripiantar tutto quello che mangi, la terra non ne può più."
"Merda, è poco," esclamo Jojo.
"E' così," disse il barista.
"Capisco," fece Jojo. "Se i sauri non ripiantano niente sono dei coglioni."
"Ecco," disse il barista. "Hai afferrato il concetto."
"Di questo passo," osservò Henri, "settantacinque centimetri...è un miracolo se ci siamo ancora..."
"Hai visto i tedeschi quanti figli fanno?" chiese l'amico.
"Liberi di farli," ribatté Henri.
"Bisognerebbe che la gente fosse più informata," osservò Anna.
"Un altro cognac," ordinò Henri. "L'ultimo."
"Perché l'ultimo?" chiese Legrand. "Non siamo a Leopoldville tutti i giorni."
"E' vero," osservò Henri, "come ci si diverte!"
"Non dobbiamo rattristarci," disse Anna a Epaminondas, "non è detto che spariremo."
"Lei è stranamente graziosa," disse Legrand ad Anna.
"Perchè stranamente?"
"Così, per dire. Non credevo."
"Con la bomba atomica, saremo spacciati molto prima," continuò Henri che chiaramente non aveva seguito il discorso.
"Prima di che?" chiese Jojo.
"Prima che la terra non ne possa più," gli suggerì Epaminondas.
"Seicento, ne hanno fabbricate," disse Henri, "quanto basta a farci saltare in aria dieci volte."
"Strano," osservò il barista, "anche partendo dall'era glaciale, si torna sempre alle bombe atomiche. Come se fosse una legge."
"Io," disse Jojo, "vengo qui perché c'è André, che è intelligente."
"Allora, le piace il posto?" chiese Legrand ad Anna.
"Niente male," rispose Anna.
"Come se non ci fossero abbastanza catastrofi naturali," continuò Henri, "senza andare a cercare la bomba atomica."
"Mi prendete in giro," disse Jojo. "Il sauro è il nuovo aereo a reazione."
"Merda e merda," gridò Henri, "e dagliela con i sauri."
"Come mi piacciono i coglioni," ripeté Epaminondas, scoppiando a ridere.
"Se me lo dite, una buona volta, cos'è un sauro," implorò mortificato Jojo, "non ve lo chiedo più."
"E' una specie di coccodrillo," rispose André. "Ora hai capito?"
"Mi prendi per scemo? ribatté Jojo. "Sono atomici i coccodrilli, per caso?"
(da "Il Marinaio di Gibilterra" di Marguerite Duras ed. Feltrinelli.)
13/10/2004
capodanno
Non tutti festeggeranno nel solito modo il prossimo capodanno.
Molte persone che lavorano nel settore tessile-abbigliamento stanno guardando con crescente apprensione all'avvicinarsi della data dell'1 gennaio 2005.
E' una data significativa, perchè segna la fine del sistema di dazi e quote che ha "regolato" per 40 anni i flussi mondiali del settore.
Settore che comunque, dazi o non dazi, in questi 40 anni è stato ben più e meglio regolato dalla crescita e dall'evoluzione dei consumi e dei consumatori.
Naturalmente i politici cercano di rispondere da par loro alle ansie degli operatori, ed è tutto un fiorire di commissioni di studio, interpellanze, tentativi di rinvio, o di "riduzione" d'impatto, di quello che tutti vedono come il pericolo giallo alle porte dell'Europa e dell'Italia.
Ma non c'è di che preoccuparsi, la nostra industria dell'abbigliamento si è già suicidata da tempo con le proprie mani, sposando un concetto di moda "lunare" e dai prezzi astronomici che interessano fasce sempre più ristrette e marginali della popolazione mondiale.
Inoltre le inefficienze logistiche e gli sprechi del settore sono paragonabili solo a quelli del settore pubblico.
Ma il settore della moda è stato continuamente salvato in extremis, di volta in volta da diversi benefattori: americani (anni 80), giapponesi (anni 90), russi (anni 2000), desiderosi di affermare il loro benessere, caricandosi di status symbol come alberi di natale, fino al giorno in cui non hanno dovuto guardare nel portafoglio e nell'armadio e, infine, schiaffeggiandosi, nello specchio.
Forse ora siamo alla resa dei conti, forse ancora no, ma ci sono sempre aspetti divertenti anche nelle più tristi vicende.
Come quella perla di ingenuità che si può leggere al capitolo "Technology breakthrough in apparel manufacture" (pag. 29) di un documento redatto, recentemente, nientemeno che dal gruppo di lavoro denominato "High Level Group" e incaricato, direttamente dalla Commissione Europea, di trovare e raccomandare rimedi contro la catastrofe industriale ed occupazionale prossima ventura.
Ebbene, fra le tante idee raccolte nel documento, alcune anche interessanti, questa è degna del milglior Buttiglione, detto anche "il filosofo", se non altro per ingenuità: essa stabilisce che bisogna al più presto inventare una nuova tecnologia per dare un arma competitiva vincente all'industria europea della confezione, nei confronti dell'industria asiatica, che resterebbe così indietro, essendo basata sul tradizionale uso di manodopera.
Riporto il testo originale perchè è veramente stupefacente per la sua ingenuità:
"Only limited incremental changes have come about in recent years in clothing manufacture and the sewing machine remains the principal means by which fabric is joined together to make the finished clothing product. The high labour content of this operation, and the correspondingly low capital investment required place much of clothing manufacture within the EU (and the textile spinning and weaving which supplies it) at a severe competitive handicap as compared to third countries. To
overcome this handicap, the High Level Group recommends that work begin in order to make an early breakthrough in clothing technology.
Not only would such a step-change, if successful, boost European manufacturing activity. It will at the same time offer more stable and more highly-skilled job opportunities in full conformity with the objectives of the Lisbon and Barcelona targets, and further enhance the quality and consistent faultfree nature of European apparel."
A parte il fatto che la tecnologia più evoluta nel settore dell'abbigliamento è, manco a dirlo, giapponese, e non mi risulta che il Giappone abbia ancora presentato la sua candidatura a partecipare all'Unione Europea, poi rimane sempre il piccolo problema di quel vecchio proverbio, che così recita: "fra il dire ed il fare c'è di mezzo il mare".
5am
PS: Vi posso assicurare che questa volta il buon Buttiglione non c'entra.
Buonanotte a tutti.
Non tutti festeggeranno nel solito modo il prossimo capodanno.
Molte persone che lavorano nel settore tessile-abbigliamento stanno guardando con crescente apprensione all'avvicinarsi della data dell'1 gennaio 2005.
E' una data significativa, perchè segna la fine del sistema di dazi e quote che ha "regolato" per 40 anni i flussi mondiali del settore.
Settore che comunque, dazi o non dazi, in questi 40 anni è stato ben più e meglio regolato dalla crescita e dall'evoluzione dei consumi e dei consumatori.
Naturalmente i politici cercano di rispondere da par loro alle ansie degli operatori, ed è tutto un fiorire di commissioni di studio, interpellanze, tentativi di rinvio, o di "riduzione" d'impatto, di quello che tutti vedono come il pericolo giallo alle porte dell'Europa e dell'Italia.
Ma non c'è di che preoccuparsi, la nostra industria dell'abbigliamento si è già suicidata da tempo con le proprie mani, sposando un concetto di moda "lunare" e dai prezzi astronomici che interessano fasce sempre più ristrette e marginali della popolazione mondiale.
Inoltre le inefficienze logistiche e gli sprechi del settore sono paragonabili solo a quelli del settore pubblico.
Ma il settore della moda è stato continuamente salvato in extremis, di volta in volta da diversi benefattori: americani (anni 80), giapponesi (anni 90), russi (anni 2000), desiderosi di affermare il loro benessere, caricandosi di status symbol come alberi di natale, fino al giorno in cui non hanno dovuto guardare nel portafoglio e nell'armadio e, infine, schiaffeggiandosi, nello specchio.
Forse ora siamo alla resa dei conti, forse ancora no, ma ci sono sempre aspetti divertenti anche nelle più tristi vicende.
Come quella perla di ingenuità che si può leggere al capitolo "Technology breakthrough in apparel manufacture" (pag. 29) di un documento redatto, recentemente, nientemeno che dal gruppo di lavoro denominato "High Level Group" e incaricato, direttamente dalla Commissione Europea, di trovare e raccomandare rimedi contro la catastrofe industriale ed occupazionale prossima ventura.
Ebbene, fra le tante idee raccolte nel documento, alcune anche interessanti, questa è degna del milglior Buttiglione, detto anche "il filosofo", se non altro per ingenuità: essa stabilisce che bisogna al più presto inventare una nuova tecnologia per dare un arma competitiva vincente all'industria europea della confezione, nei confronti dell'industria asiatica, che resterebbe così indietro, essendo basata sul tradizionale uso di manodopera.
Riporto il testo originale perchè è veramente stupefacente per la sua ingenuità:
"Only limited incremental changes have come about in recent years in clothing manufacture and the sewing machine remains the principal means by which fabric is joined together to make the finished clothing product. The high labour content of this operation, and the correspondingly low capital investment required place much of clothing manufacture within the EU (and the textile spinning and weaving which supplies it) at a severe competitive handicap as compared to third countries. To
overcome this handicap, the High Level Group recommends that work begin in order to make an early breakthrough in clothing technology.
Not only would such a step-change, if successful, boost European manufacturing activity. It will at the same time offer more stable and more highly-skilled job opportunities in full conformity with the objectives of the Lisbon and Barcelona targets, and further enhance the quality and consistent faultfree nature of European apparel."
A parte il fatto che la tecnologia più evoluta nel settore dell'abbigliamento è, manco a dirlo, giapponese, e non mi risulta che il Giappone abbia ancora presentato la sua candidatura a partecipare all'Unione Europea, poi rimane sempre il piccolo problema di quel vecchio proverbio, che così recita: "fra il dire ed il fare c'è di mezzo il mare".
5am
PS: Vi posso assicurare che questa volta il buon Buttiglione non c'entra.
Buonanotte a tutti.
Sto facendo il possibile per non unirmi al coro degli improvvisati commentatori e polemisti sui temi del terrorismo, dell'iraq, della guerra e della pace.
Bravo, continua così, il tuo parere non ci manca di certo !
Avete ragione, e sono il primo a dirmelo, tuttavia, ciò di cui vado a parlare, solo incidentalmente è collegato a questi argomenti; in realtà riguarda il tema, anche questo superdiscusso e supersviscerato da ben più autorevoli commentatori, del cattivo gusto che dilaga nel mondo dell'informazione, anche quella che, lo dico con sommo dispiacere, dovrebbe essere più immune da questo virus.
Parlo dell'informazione radiofonica, che continuo a ritenere di un livello ben superiore a quella televisiva e persino a molta informazione stampata. Ma c'è il problema dei GR.
I GR (giornali radio), stanno all'informazione radiofonica come i titoli stanno a quella stampata. Qualcuno deve avere stabilito che, nei pochi minuti di durata di un GR, occorre catturare a tutti i costi l'attenzione dell'ascoltatore; quindi via alle notizie sparate, sensazionali, morbose.
E morboso, in maniera tanto esagerata da risultare quasi comico, non fosse che c'era ben poco da ridere, è stato il servizio mandato in onda ieri dal GR2 delle 19.30.
Venivano intervistati gli addetti alle pompe funebri del paese delle due povere turiste di Cuneo, che fornivano al giornalista dettagliate spiegazioni sull'allestimento delle bare, allo scopo di dare rassicurazioni agli italiani sul fatto che, almeno in questo momento di tragedia, i genitori delle due vittime sarebbero stati uniti nell'espressione del loro dolore.
Perchè la vera notizia, sottintesa ma palese, per questo giornalista, non è tanto la morte delle ragazze, quanto le difficoltà di una ex coppia come tante.
Siamo all'assurdo dell'assurdo, ma, a pensarci bene, l'informazione giornalistica "di consumo" è quasi sempre propinata così, si cerca la notizia curiosa, accessoria, stuzzicante, optional. Forse si ritiene che la notizia pura non faccia notizia, o forse la notizia pura ha bisogno di troppo lavoro per essere approfondita bene.
Non so cosa pensare, l'orgia dei reality, dei chi l'ha visto, dei salotti televisivi e di tutta la spazzatura simile ha probabilmente necrotizzato il cervello di giornalisti e responsabili dei media.
Bravo, continua così, il tuo parere non ci manca di certo !
Avete ragione, e sono il primo a dirmelo, tuttavia, ciò di cui vado a parlare, solo incidentalmente è collegato a questi argomenti; in realtà riguarda il tema, anche questo superdiscusso e supersviscerato da ben più autorevoli commentatori, del cattivo gusto che dilaga nel mondo dell'informazione, anche quella che, lo dico con sommo dispiacere, dovrebbe essere più immune da questo virus.
Parlo dell'informazione radiofonica, che continuo a ritenere di un livello ben superiore a quella televisiva e persino a molta informazione stampata. Ma c'è il problema dei GR.
I GR (giornali radio), stanno all'informazione radiofonica come i titoli stanno a quella stampata. Qualcuno deve avere stabilito che, nei pochi minuti di durata di un GR, occorre catturare a tutti i costi l'attenzione dell'ascoltatore; quindi via alle notizie sparate, sensazionali, morbose.
E morboso, in maniera tanto esagerata da risultare quasi comico, non fosse che c'era ben poco da ridere, è stato il servizio mandato in onda ieri dal GR2 delle 19.30.
Venivano intervistati gli addetti alle pompe funebri del paese delle due povere turiste di Cuneo, che fornivano al giornalista dettagliate spiegazioni sull'allestimento delle bare, allo scopo di dare rassicurazioni agli italiani sul fatto che, almeno in questo momento di tragedia, i genitori delle due vittime sarebbero stati uniti nell'espressione del loro dolore.
Perchè la vera notizia, sottintesa ma palese, per questo giornalista, non è tanto la morte delle ragazze, quanto le difficoltà di una ex coppia come tante.
Siamo all'assurdo dell'assurdo, ma, a pensarci bene, l'informazione giornalistica "di consumo" è quasi sempre propinata così, si cerca la notizia curiosa, accessoria, stuzzicante, optional. Forse si ritiene che la notizia pura non faccia notizia, o forse la notizia pura ha bisogno di troppo lavoro per essere approfondita bene.
Non so cosa pensare, l'orgia dei reality, dei chi l'ha visto, dei salotti televisivi e di tutta la spazzatura simile ha probabilmente necrotizzato il cervello di giornalisti e responsabili dei media.
12/10/2004
delirium
"Froci ? Alla larga !"
E fu così che, per una parola, rocco perse la capa.
L'infelice uscita di Buttiglione, lo pone in testa alla simpatica classifica delle peggiori battute pronuniciate dagli esponenti di questa "maggioranza", che vede ai primi posti quelle, ehm, esternazioni, che costarono la poltrona a chi le pronunziò.
Finora la classifica era saldamente guidata dalla terribile e sentenziosa: "se l'era cercata, quel rompic...", sulla quale l'inopportuno Scajola dovette fare le valigie, a favore del più accorto Pisanu.
Ma come non ricordare, ancora, il collusivo "impariamo a convivere con la mafia", dell'allora esordiente ministro dei lavori pubblici, Lunardi, che per un soffio non si giocò il ministero su questa, diciamo così, boutade.
E visto che siamo in tema di deliri, di lavori pubblici e di mafia, eccovi una delirante associazione di idee, che impasta il tutto.
Fra le tante realizzazioni di questa legislatura credo nessuno vorrà negare l'evidenza dell'innumerevole serie di rotatorie edificate a tempo di record che, giorno dopo giorno, rendono sempre più rapido il nostro passaggio da un ingorgo a quello successivo.
Ebbene, la rotatorie sono come la mafia: fai molta fatica ad entrare, ma quando sei dentro non puoi più uscire.
....
terza strada stan sfiorando i grattacieli
JESAHEL
quinta strada sta volando verso il sole.
JESAHEL, na na na na na na
JESAHEL, na na na na na na
buongiorno a tutti !
5am
....
PS: Per chi non ci avesse capito un tubo, parafrasando l'ineffabile Siniscalco, vorrei ricordare che
"It's the shadow toll, stupid !"
"Froci ? Alla larga !"
E fu così che, per una parola, rocco perse la capa.
L'infelice uscita di Buttiglione, lo pone in testa alla simpatica classifica delle peggiori battute pronuniciate dagli esponenti di questa "maggioranza", che vede ai primi posti quelle, ehm, esternazioni, che costarono la poltrona a chi le pronunziò.
Finora la classifica era saldamente guidata dalla terribile e sentenziosa: "se l'era cercata, quel rompic...", sulla quale l'inopportuno Scajola dovette fare le valigie, a favore del più accorto Pisanu.
Ma come non ricordare, ancora, il collusivo "impariamo a convivere con la mafia", dell'allora esordiente ministro dei lavori pubblici, Lunardi, che per un soffio non si giocò il ministero su questa, diciamo così, boutade.
E visto che siamo in tema di deliri, di lavori pubblici e di mafia, eccovi una delirante associazione di idee, che impasta il tutto.
Fra le tante realizzazioni di questa legislatura credo nessuno vorrà negare l'evidenza dell'innumerevole serie di rotatorie edificate a tempo di record che, giorno dopo giorno, rendono sempre più rapido il nostro passaggio da un ingorgo a quello successivo.
Ebbene, la rotatorie sono come la mafia: fai molta fatica ad entrare, ma quando sei dentro non puoi più uscire.
....
terza strada stan sfiorando i grattacieli
JESAHEL
quinta strada sta volando verso il sole.
JESAHEL, na na na na na na
JESAHEL, na na na na na na
buongiorno a tutti !
5am
....
PS: Per chi non ci avesse capito un tubo, parafrasando l'ineffabile Siniscalco, vorrei ricordare che
"It's the shadow toll, stupid !"
11/10/2004
Dipendenza ?
Quando ho visto, fra i regalini di compleanno di mia figlia, quel tamagotchi, non nego di essere stato un pò preoccupato: con tutto quello che si era sentito sulle terribili dipendenze che provocava il giochino temevo che mia figlia, che non è affatto immune dalle dipendenze in genere (da cartoni animati, da merendine trash, da giocattoli, ecc., ecc.), avrebbe aggiunto anche questa alla ormai lunga lista delle assuefazioni.
Questa volta, però, sembra che sia andata bene: da quel giorno il noioso e delicato pulcino è già trapassato a miglior vita diverse volte per mancanza di nutrimento.
Ovviamente noi genitori facciamo la nostra parte per aiutare l'ospite indesiderato a togliere il disturbo.
Abbiamo visto alcune volte, facendo però finta di nulla, qualche biglietto di questo tenore: MAMMA MENTRE SONO A SCUOLA RICORDATI DI DARE DA MANGIARE AL PULCINO.
Presto il buon tamagotchi andrà a far parte dell'archivio doni sgraditi, insieme all'aspirapovere elettrico e ad altri giochi leggermente fastidiosi.
Amen.
Quando ho visto, fra i regalini di compleanno di mia figlia, quel tamagotchi, non nego di essere stato un pò preoccupato: con tutto quello che si era sentito sulle terribili dipendenze che provocava il giochino temevo che mia figlia, che non è affatto immune dalle dipendenze in genere (da cartoni animati, da merendine trash, da giocattoli, ecc., ecc.), avrebbe aggiunto anche questa alla ormai lunga lista delle assuefazioni.
Questa volta, però, sembra che sia andata bene: da quel giorno il noioso e delicato pulcino è già trapassato a miglior vita diverse volte per mancanza di nutrimento.
Ovviamente noi genitori facciamo la nostra parte per aiutare l'ospite indesiderato a togliere il disturbo.
Abbiamo visto alcune volte, facendo però finta di nulla, qualche biglietto di questo tenore: MAMMA MENTRE SONO A SCUOLA RICORDATI DI DARE DA MANGIARE AL PULCINO.
Presto il buon tamagotchi andrà a far parte dell'archivio doni sgraditi, insieme all'aspirapovere elettrico e ad altri giochi leggermente fastidiosi.
Amen.
Vi piace l'Algida ?
Il brutto anatroccolo è diventato cigno.
Prima era lentigginosa, i capelli rossicci sembravano truciolo di ferro, la voce stridula faceva pensare ad una vaga inclinazione isterica, insomma, non propriamente un sex symbol.
Poi l'abbiamo vista trasformata. Chi non ricorda la scena di eyes wide shut mentre, poco vestita, parla tranquillamente con il marito nel bagno di casa ? Molto tranquilla, molto desiderabile, molto tutto.
Da quel momento in poi, per tutti è diventata "Il Sex Symbol".
Sharon Stone ? Invecchiata.
Demi Moore ? Dimenticata.
E' rimasta solo lei, l'algida Nicole Kidman.
Però, e c'è sempre un però, ora non è che le possiamo perdonare tutto.
Mica possiamo perdonarle una cazzata come Moulin Rouge. Eccheccavolo !
Ok, ok, perdoniamola và.
Il brutto anatroccolo è diventato cigno.
Prima era lentigginosa, i capelli rossicci sembravano truciolo di ferro, la voce stridula faceva pensare ad una vaga inclinazione isterica, insomma, non propriamente un sex symbol.
Poi l'abbiamo vista trasformata. Chi non ricorda la scena di eyes wide shut mentre, poco vestita, parla tranquillamente con il marito nel bagno di casa ? Molto tranquilla, molto desiderabile, molto tutto.
Da quel momento in poi, per tutti è diventata "Il Sex Symbol".
Sharon Stone ? Invecchiata.
Demi Moore ? Dimenticata.
E' rimasta solo lei, l'algida Nicole Kidman.
Però, e c'è sempre un però, ora non è che le possiamo perdonare tutto.
Mica possiamo perdonarle una cazzata come Moulin Rouge. Eccheccavolo !
Ok, ok, perdoniamola và.
08/10/2004
Ieri sera, al cinema Rialto, coda disumana.
Nelle 2 sale proiettano il nostalgico Lavorare con lentezza ed il mancato leone d'oro Le chiavi di casa.
Io, da nostalgico incallito, ero lì per vedere Lavorare con lentezza.
Radio Alice l'avevo vissuta minuto per minuto, e qualche volta pure io ero andato in via del Pratello a mettere su i miei dischi preferiti, logico che avrei fatto di tutto per convincere mia moglie, altra generazione ed altri interessi lei, di Radio Alice aveva solo vagamente sentito parlare, a scegliere questo film. (continua)
Nelle 2 sale proiettano il nostalgico Lavorare con lentezza ed il mancato leone d'oro Le chiavi di casa.
Io, da nostalgico incallito, ero lì per vedere Lavorare con lentezza.
Radio Alice l'avevo vissuta minuto per minuto, e qualche volta pure io ero andato in via del Pratello a mettere su i miei dischi preferiti, logico che avrei fatto di tutto per convincere mia moglie, altra generazione ed altri interessi lei, di Radio Alice aveva solo vagamente sentito parlare, a scegliere questo film. (continua)
07/10/2004
un passo avanti ed uno indietro
AVANTI: sul problema del traffico in Via Beverara, ed in particolare alla mattina all'entrata nelle scuole (vedi questo post precedente): questa mattina finalmente davanti alle Bottego c'era una bella pattuglia di carabinieri che facevano il mazzo agli aspiranti piloti di formula uno che facevano lo slalom fra mamme e bambini.
INDIETRO: sulla ristrutturazione della ex Scuola Bignami, che è ferma da 3 o 4 mesi ad un passo dalla fine. E' un vero peccato, considerato che forse due o tre famiglie che sono in attesa di una casa dal comune ci sarebbero.
5am
AVANTI: sul problema del traffico in Via Beverara, ed in particolare alla mattina all'entrata nelle scuole (vedi questo post precedente): questa mattina finalmente davanti alle Bottego c'era una bella pattuglia di carabinieri che facevano il mazzo agli aspiranti piloti di formula uno che facevano lo slalom fra mamme e bambini.
INDIETRO: sulla ristrutturazione della ex Scuola Bignami, che è ferma da 3 o 4 mesi ad un passo dalla fine. E' un vero peccato, considerato che forse due o tre famiglie che sono in attesa di una casa dal comune ci sarebbero.
5am
30/09/2004
attrazione fatale
Anche oggi, di ritorno dalla fiera degli antennisti di Vicenza, ho dovuto faticare non poco per voltare a destra.
Sì perchè quando arrivo a Padova est, da un pò di tempo, mi riesce sempre più difficile imboccare la strada per Bologna.
Tutto di me vuole proseguire e bruciare quei pochi kilometri che mi separano da Venezia, da un giro sul traghetto fino al lido, da quattro passi per le calli più nascoste, dall'odore di salsedine, dal benessere infantile e romantico che provo quando sono a Venezia.
5am
Anche oggi, di ritorno dalla fiera degli antennisti di Vicenza, ho dovuto faticare non poco per voltare a destra.
Sì perchè quando arrivo a Padova est, da un pò di tempo, mi riesce sempre più difficile imboccare la strada per Bologna.
Tutto di me vuole proseguire e bruciare quei pochi kilometri che mi separano da Venezia, da un giro sul traghetto fino al lido, da quattro passi per le calli più nascoste, dall'odore di salsedine, dal benessere infantile e romantico che provo quando sono a Venezia.
5am
28/09/2004
accoglienza bolognese
riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera
"Caro Cinque, da qualche tempo leggo il tuo sito e vorrei dare il mio contributo sul tema dell'accoglienza degli immigrati, particolarmente sentito oggi a Bologna, dopo le feroci polemiche fra gli abitanti della zona di Via Casarini, sede dell'ormai famoso Ferrhotel.
E' triste constatare come tuttora regni sovrana la diffidenza nei confronti degli immigrati, eppure essi rappresentano una boccata d'ossigeno per la nostra sempre più asfittica economia.
Ti porto ad esempio il mio caso.
Possiedo da generazioni un palazzo nella prima periferia bolognese.
Anni fa, con notevole sforzo economico, decisi di ristrutturarlo ricavandone una bella e moderna struttura con molti appartamenti ed uffici.
Tutti mi consigliavano di vendere separatamente le varie unità; senz'altro ci avrei guadagnato parecchio, ma cosa ci vuoi fare, mi dispiaceva separarmi da questo palazzo che era stato costruito da mio nonno e dove avevo trascorso la mia infanzia serena.
Così decisi di mantenerne l'intera proprietà cercando di affittare gli appartamenti e gli uffici.
Cosa che si rivelò ben presto un'impresa difficile, particolarmente per gli appartamenti.
Ormai nessuno vuole più pagare un affitto, i mutui per l'acquisto dell'abitazione sono molto convenienti ed accessibili praticamente a tutti, impiegati ed operai.
Ed i miei appartamenti restavano sfitti.
Poi un giorno mi telefonano due bravi ragazzi albanesi, mi dicono che si sono trasferiti da poco a Bologna e che hanno bisogno di quattro, dico quattro, appartamenti.
Sulle prime mantenni un atteggiamento prudente, con tutto quello che si diceva degli albanesi alle riunioni della leganord preferivo vederci chiaro: che se ne facevano di quattro appartamenti ? come pensavano di pagare l'affitto ?
Volli quindi incontrarli di persona e l'incontro fugò tutti i miei dubbi: erano due ragazzi bene educati e ben vestiti, con due belle bmw.
Mi spiegarono che in Italia con loro erano venute anche le sorelle, dieci in tutto, sì perchè in quei paesi le famiglie sono ancora numerose, la gente fa ancora figli, mica come da noi dove una coppia fa in media un figlio e mezzo, che manco due interi sono capaci di farne.
E dovresti vedere che belle ragazze erano le dieci sorelline, due non assomigliavano molto ai fratelli, avevano la pelle scura e mi ricordavano più..., come si chiama la ex fidanzata di Briatore ? quella lì, insomma, molto belle anche loro, comunque.
Per farla breve, decisi di mettere da parte i miei pregiudizi e stipulai un contratto, ovviamente "sulla fiducia", ci siamo capiti, senza quelle inutili formalità e registrazioni di cui ad un albanese non può interessare granchè.
Ebbene, caro Cinque, non ci crederai, in due anni non ho mai avuto un problema, l'affitto è sempre stato pagato con puntualità svizzera.
Di tanto in tanto qualcuna delle sorelle torna al paese ed arriva allora qualche cugina, belle ragazze anche queste, comunque.
I due ragazzi, invece, hanno una passione per le automobili, adesso hanno comprato il cayenne.
Eppoi dicono gli immigrati.
Insomma vorrei consigliare ai miei concittadini di cercare di vedere il lato positivo di questa ondata d'immigrazione, che sta rimettendo in moto la nostra economia, ormai troppo invecchiata ed ingessata per potere ripartire con le nostre sole forze.
PS: naturalmente adesso non sono più iscritto alla leganord."
(lettera firmata)
5am
riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera
"Caro Cinque, da qualche tempo leggo il tuo sito e vorrei dare il mio contributo sul tema dell'accoglienza degli immigrati, particolarmente sentito oggi a Bologna, dopo le feroci polemiche fra gli abitanti della zona di Via Casarini, sede dell'ormai famoso Ferrhotel.
E' triste constatare come tuttora regni sovrana la diffidenza nei confronti degli immigrati, eppure essi rappresentano una boccata d'ossigeno per la nostra sempre più asfittica economia.
Ti porto ad esempio il mio caso.
Possiedo da generazioni un palazzo nella prima periferia bolognese.
Anni fa, con notevole sforzo economico, decisi di ristrutturarlo ricavandone una bella e moderna struttura con molti appartamenti ed uffici.
Tutti mi consigliavano di vendere separatamente le varie unità; senz'altro ci avrei guadagnato parecchio, ma cosa ci vuoi fare, mi dispiaceva separarmi da questo palazzo che era stato costruito da mio nonno e dove avevo trascorso la mia infanzia serena.
Così decisi di mantenerne l'intera proprietà cercando di affittare gli appartamenti e gli uffici.
Cosa che si rivelò ben presto un'impresa difficile, particolarmente per gli appartamenti.
Ormai nessuno vuole più pagare un affitto, i mutui per l'acquisto dell'abitazione sono molto convenienti ed accessibili praticamente a tutti, impiegati ed operai.
Ed i miei appartamenti restavano sfitti.
Poi un giorno mi telefonano due bravi ragazzi albanesi, mi dicono che si sono trasferiti da poco a Bologna e che hanno bisogno di quattro, dico quattro, appartamenti.
Sulle prime mantenni un atteggiamento prudente, con tutto quello che si diceva degli albanesi alle riunioni della leganord preferivo vederci chiaro: che se ne facevano di quattro appartamenti ? come pensavano di pagare l'affitto ?
Volli quindi incontrarli di persona e l'incontro fugò tutti i miei dubbi: erano due ragazzi bene educati e ben vestiti, con due belle bmw.
Mi spiegarono che in Italia con loro erano venute anche le sorelle, dieci in tutto, sì perchè in quei paesi le famiglie sono ancora numerose, la gente fa ancora figli, mica come da noi dove una coppia fa in media un figlio e mezzo, che manco due interi sono capaci di farne.
E dovresti vedere che belle ragazze erano le dieci sorelline, due non assomigliavano molto ai fratelli, avevano la pelle scura e mi ricordavano più..., come si chiama la ex fidanzata di Briatore ? quella lì, insomma, molto belle anche loro, comunque.
Per farla breve, decisi di mettere da parte i miei pregiudizi e stipulai un contratto, ovviamente "sulla fiducia", ci siamo capiti, senza quelle inutili formalità e registrazioni di cui ad un albanese non può interessare granchè.
Ebbene, caro Cinque, non ci crederai, in due anni non ho mai avuto un problema, l'affitto è sempre stato pagato con puntualità svizzera.
Di tanto in tanto qualcuna delle sorelle torna al paese ed arriva allora qualche cugina, belle ragazze anche queste, comunque.
I due ragazzi, invece, hanno una passione per le automobili, adesso hanno comprato il cayenne.
Eppoi dicono gli immigrati.
Insomma vorrei consigliare ai miei concittadini di cercare di vedere il lato positivo di questa ondata d'immigrazione, che sta rimettendo in moto la nostra economia, ormai troppo invecchiata ed ingessata per potere ripartire con le nostre sole forze.
PS: naturalmente adesso non sono più iscritto alla leganord."
(lettera firmata)
5am
27/09/2004
ancora sul risveglio di Cofferati
A ben cercare si colgono altri segnali di questo risveglio.
Non sul famoso sito www.sergiocofferati.it, ormai un binario morto, che però ha fatto il suo buon servizio portando a destinazione la locomotiva del candidato, bensì, finalmente !, sul sito ufficiale del comune, dove è comparsa questa pagina, con il programma della nuova giunta e, qui sta la vera novità, una pagina per i commenti e le opinioni dei lettori .
Si tratta di un grosso passo avanti, senza dubbio, ma è ancora un tantino deludente compilare la form del commento e vedersi comparire il seguente messaggio:
"Grazie per averci inviato le tue opinioni! I dati sono stati salvati nei nostri archivi."
Salvati nei nostri archivi ? Eppoi che ci farete ? C'è speranza che i commenti vedano un giorno la luce e creino una discussione ed un ritorno o si perderanno per sempre nel buio dei "vostri archivi"?
5am
INSERTO OMAGGIO: la vita del giovane Sergio (courtesy of Giornale di Cantiere)
A ben cercare si colgono altri segnali di questo risveglio.
Non sul famoso sito www.sergiocofferati.it, ormai un binario morto, che però ha fatto il suo buon servizio portando a destinazione la locomotiva del candidato, bensì, finalmente !, sul sito ufficiale del comune, dove è comparsa questa pagina, con il programma della nuova giunta e, qui sta la vera novità, una pagina per i commenti e le opinioni dei lettori .
Si tratta di un grosso passo avanti, senza dubbio, ma è ancora un tantino deludente compilare la form del commento e vedersi comparire il seguente messaggio:
"Grazie per averci inviato le tue opinioni! I dati sono stati salvati nei nostri archivi."
Salvati nei nostri archivi ? Eppoi che ci farete ? C'è speranza che i commenti vedano un giorno la luce e creino una discussione ed un ritorno o si perderanno per sempre nel buio dei "vostri archivi"?
5am
INSERTO OMAGGIO: la vita del giovane Sergio (courtesy of Giornale di Cantiere)
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