17/11/2004

perchè i bloggers vogliono pubblicare un libro ?

Finito un libro, le meravigliose "Memorie di Adriano", ne attacco subito un altro, "I Racconti" di Italo Svevo.
Un librio che fa parte di quella categoria denominata, dal mio diletto Kundera, dei "Testamenti Traditi", cioè quei libri costruiti e pubblicati dopo la morte dell'autore, per motivi più o meno leciti, poco importa, comunque libri non pensati e voluti dall'autore.

In ogni caso questo c'era in casa da leggere e questo leggerò.
Scusami Italo.
Inizio leggendo la bibliobiografia dell'autore.
Più che una lettura è un ripasso, poichè l'ho già letta in passato in occasione della "Coscienza di Zeno" e di "Senilità".
Ricordarsi di comprare "Una vita", il primo romanzo che non ho mai letto. Almeno credo.
Sempre interessanti le biografie degli autori, sempre ricche di spunti di riflessione, come lo è stata quella che ho letto di recente, alla fine del libro di Marguerite Yourcenar.
Italo Svevo era uno scrittore-lavoratore.
Un pò come sono tanti bloggers.
Faceva un lavoro che non aveva nulla a che fare con la scrittura: impiegato di banca prima, dirigente dell'azienda di vernici sottomarine dello suocero, poi.
Eppure scriveva divinamente.
Eppure faceva fatica a pubblicare le sue opere e, soprattutto, non ottenne mai il successo che avrebbe meritato. O meglio l'ottenne poco tempo prima di morire.
E' vero che era molto apprezzato dal suo insegnante d'inglese, un tale di nome James Joyce, che non era l'ultimo degli incompetenti in fatto di scrittura.
Ma il pubblico lo snobbava.
E lui un pò ci soffriva.
Anche i bloggers ci soffrono e per questo vorrebbero pubblicare un libro.
Per vedere se qualcuno pagherebbe per leggere le loro opere.
Perchè l'accesso gratuito, e spesso distratto, dei lettori dei blog non è la prova provata di piacere.
Ma ti piace quello che scrivo? Ma quanto ti piace ?
E, fatale domanda, compreresti un mio libro ?