18/09/2016

Adesso basta !

Non ne posso più di questa donna.
Con le sue nevrosi.
Con le sue insicurezze.
Con le sua insoddisfazioni.
Per fortuna fra una settimana, dieci giorni al massimo sarà finito tutto.

Ma che avete capito, non sto parlando di mia moglie, sto parlando di Lenù, alias Elena Greco, la protagonista della quadrilogia de "l'amica geniale" di Elena Ferrante.

Oggi ho finito il terzo volume, tempo una settimana e avrò finito il quarto, poi datemi un buon Simenon per favore!

13/08/2016

rigirare la frittata

La peraltro simpatica Lucia Borgonzoni, a proposito dei problemi del traffico bolognese e sull'inutilità della riduzione dei limiti di velocità in città (parzialmente d'accordo anch'io su questo, perché ridurre i limiti di velocità senza farli rispettare non serve a nulla), sostiene a pagina 3 del Carlino Bologna di oggi che: "Per mettere in sicurezza le vie della città basterebbe iniziare a prendere seri provvedimenti nei confronti di quei ciclisti che non ottemperano ai loro doveri, uno dei veri pericoli in città e soprattutto in centro".

È la merda che si ribella al badile.

06/08/2016

tre settimane da ricordare

Sì bisogna proprio evitare di dimenticarle queste ultime tre settimane:

19 luglio, ore 17, 36 gradi: un'ora sotto al sole a lavare e spolverare la macchina
20 luglio, un certo malessere durante tutto il giorno e alla sera, al ritorno a casa, scopro di essere febbricitante
21 luglio, caldo atroce, non mi sento affatto bene ma ho una riunione nel pomeriggio a Forlì e figuriamoci se do buca. Alla sera, tornato a casa, il termometro si ferma a 39.5
22 luglio, mattina, non ho impegni di lavoro QUINDI vado dal medico e racconto la febbre degli ultimi giorni, senza altri sintomi. Dopo una breve visita il medico conclude che potrebbe essere l'effetto di un colpo di calore e mi raccomanda di prendere tachipirina e stare al fresco.
25 luglio, lunedì, primo giorno senza febbre, mi sento comunque uno straccio ma è una giornata con impegni importanti di lavoro e figuriamoci se manco. Pessimo affare: in una riunione di valutazione di un importante progetto a malapena riesco ad articolare qualche parola e mi sciolgo per tutto il tempo in un bagno di sudore. Figura di merda.
26 luglio, tosse secca ed insistente, ma non c'è febbre quindi anche se sto da schifo vado a lavorare, e così per il resto della settimana, tanto è l'ultima poi finalmente me ne andrò al mare a recuperare !
30 luglio, sabato finalmente sono in ferie e naturalmente oltre alla grande tosse ritorna la febbre.
1 agosto lunedì, invece di partire per il mare torno dal medico e lo aggiorno sull'ultima settimana: antibiotico e lastra urgente ai polmoni che conferma la nuova diagnosi: una lieve polmonite. Ben mi sta !

6 agosto, 9.40, accidenti sono in ritardo per l'antibiotico !

commozione

E' senz'altro uno dei tanti effetti dell'età che avanza, commuoversi continuamente per cose commoventi: la notizia di un povero bambino che muorele storie di alcuni campioni olimpionici, ma anche cose meno serie come i finali edificanti dei film a cartoni animati.
Che ci volete fare, non c'è rimedio.


lutto

E' un piccolo lutto finire la lettura di un romanzo nel quale ti eri immerso totalmente.
Ed  è così che mi sono sentito ieri quando, dopo neppure una settimana, ho finito di leggere Lasciar Andare, il primo romanzo di Philip Roth,



09/06/2016

traduzione

La versione italiana di En Cas de Malheur di Simenon si intitola In Caso di Disgrazia ed è disponibile nell'edizione di Adelphi.
In questo romanzo del 1955 di Simenon troviamo una storia che sembra presa direttamente dalla cronaca nera di oggi, trasposta con solo qualche piccolo adattamento alle consuetudini dell'epoca.
E' un caso di stalking.
A dimostrazione che, purtroppo, non c'è nulla di nuovo sotto il sole.

08/06/2016

En Cas De Malheur

Romanzo di Simenon. 
Divorato in tre sere.
Appena riesco voglio vedere anche il film: https://youtu.be/jI_R1Z0iGug

24/05/2016

proprio quello?

Ma l'avete visto il manifesto elettorale dei 5 stelle per Bologna?

Anche voi vi siete chiesti com'è possibile che sia stato scelto proprio quello?

La mia opinione è che Grillo abbia preso l'unico che non gli rompeva
le palle di questa città e gli abbia chiesto se aveva ancora
nell'armadio l'abito e la cravattina del matrimonio.

Sì? Bene allora tu sarai il candidato sindaco, deve avergli detto, ma
fatti crescere quella barbetta così sembrerai più intelligente.

Ed eccolo qua !

06/05/2016

pescegatto e lombrico

Ecco, un pescegatto che vede un succulento lombrico agitarsi intorno all'amo a cui è appeso, prova le stesse sensazioni che sto provando seduto in questa sala con questo paio di gambe che s'accavallano e oscillano continuamente sotto al mio naso.

non dico che

Non dico che sia felicità, ma essere finalmente riuscito questa mattina a pulire perfettamente l'interno del parabrezza senza lasciare aloni mi ha dato una immensa soddisfazione.
Il problema mi angosciava da anni, ascoltavo consigli, usa fogli di giornale; secchi? no imbevuti; di acqua? no, di alcol.
Compravo prodotti promettenti e altri patetici palliativi, ma nulla: l'alone, la patina, non se ne andava.
Poi ieri pomeriggio, con mia moglie, dopo essere inorriditi vedendo un lato del divano, the dark side of the couch, completamente affrescato dai resti delle moccole del bambino, sapientemente tolte dal naso e accuratamente spalmate sul divano, abbiamo riesumato un acquisto di 10 anni fa mai utilizzato: la vaporella.
Al termine del lavoro sul divano l'ho provata sulle manate, sempre del bambino, stampate sulle finestre.
E lì ho avuto la rivelazione: i vetri sembravano appena usciti dalla fabbrica e in un attimo decisi che l'indomani avrei fatto la stessa cura al parabrezza.
E ha funzionato!

04/05/2016

poi, forse, chissà quando, si vedrà

Qui comunque c'è un progetto che potrebbe rimettere le cose a posto.

http://www.comune.bologna.it/sites/default/files/documenti/Volantino%20e%20mappa%20dei%20lavori.pdf

Staremo a vedere.

Via Benazza: r.i.p.

il ragazzo della via Gluck

Ecco, con questi marciapiedi pieni di cacche di cane, con i portici
impregnati di piscio, con i cassonetti circondati dalla monnezza, con
i ruderi delle fabbriche abbandonate, con i cantieri non finiti e
infiniti, con i liquami nei canali, con i fossi invasi di spazzatura,
con i murales cancellati, con le auto nevrotiche, con i motorini
impazziti, con i furgoni sconsiderati, con gli autobus incazzati era
rimasta solo la via Benazza, che ti lasciava il piacere di una strada
tranquilla per fare una passeggiata in bicicletta o a piedi con i tuoi
bambini e uscire da queste angosce verso quello che è rimasto delle
antiche campagne intorno a Bologna.
Era rimasta e adesso non c'è più.
Semplicemente abolita, cancellata dalle mappe, con questo bel muro di
cemento a dire: qui non si passa più, deve passare il treno.
Già perchè, visto che la maggioranza dei frequentatori di via Benazza
erano in bicicletta o a piedi, mica valeva la spesa di costruire un
ponticello o un piccolo sottopasso per loro.
A noi del Comune che cazzo ce ne frega di loro ?
Buonanotte

20/03/2016

5T





25/01/2016

Prestito Prorogato

Ce l'ho in prestito da un mese, ma ho dovuto chiedere una proroga per
finire di leggerlo.

E qui si può capire perchè:
http://creatinginterest.blogspot.it/2007/11/talk-show.html?m=1

Ma ne vale la pena

02/01/2016

pro pedoni e ciclisti 2 (dei semafori pedonali)

osservate bene questa immagine

il semaforo per le auto è sul giallo perchè il pedone ha premuto il pulsante, ma il pedone ha già attraversato metà della strada stanco di aspettare invano il verde, che sta adesso finalmente per arrivare.

Ecco, questa scena, tratta da google street view, è rappresentativa di un altro piccolo flagello che affligge pedoni e ciclisti: i semafori a chiamata che non diventano mai verdi.

Quello che avete appena visto si trova in via Marco Polo, appena dopo la rotonda di congiunzione con Via Zanardi, dove le auto schizzano a tutta velocità.

Proseguendo per via Marco Polo, se ne incontrano poi altri. Il prossimo è questo, prima della rotonda con via Yuri Gagarin, che miracolosamente ha invece tempi di attesa accettabili (allora si può fare !)


Andiamo ancora avanti per Via Marco Polo e prima dell'incrocio con Via Bottego, all'altezza del Centro Civico, ce ne sono due a distanza di pochi metri uno dall'altro che sono stati programmati con la stessa grande precisione: entrambi hanno tempi di attesa biblici (per i pedoni ovviamente) e a volte c'è scappato il morto, sicuramente qualcuno che s'era stufato di aspettare il verde.



Basta ? No, ne è appena nato un altro in via Yuri Gagarin, per i pedoni ed i ciclisti che percorrono i sentieri lungo il canale Navile, cosa benemerita, a lungo desiderata ed arrivata al termine di un cantiere durato un anno (un anno per disegnare le strisce e piantare due semafori, non è male....). Anche qui la principale caratteristica del semaforo è l'eterna attesa del verde (sempre per i pedoni ovviamente).
Al che il pedone, che a volte nutre sentimenti vendicativi nei confronti delle auto, se vede la strada libera (in Yuri Gagarin può capitare) attraversa anche con il rosso ma prima ci tiene a premere comunque il pulsante di richiesta del verde in modo che le auto si debbano fermare per far passare "nessuno".
In questa foto, ripresa da street view a giugno 2015, il cantiere non era ancora terminato e tutti ormai disperavamo che lo sarebbe mai stato.....

Buon Anno a tutti (pedoni, ciclisti, automobilisti) ed anche ai tecnici comunali che programmano i semafori.

5am

pro pedoni e ciclisti (ancora sui sottopassi ferroviari)

Bologna, nella zona nord, è piena di sottopassi ferroviari, che sono il vero incubo dei pedoni e dei ciclisti.
Del famigerato sottopasso di Via Zanardi ho scritto due giorni fa, non da meno è il sottopasso di Via dell'Arcoveggio, dove la pista ciclabile letteralmente s'infrange con un marciapiede che si restringe a pochi centimetri.

Ma non è così dappertutto. Negli ultimi anni sono stati costruiti alcuni nuovi sottopassi, che sono un esempio illuminato di progettazione che tiene conto dei problemi di sopravvivenza di pedoni e ciclisti.
Uno di questi esempi è il sottopasso di Via Henghel Gualdi (grande clarinettista jazz). La caratteristica di questi sottopassi è di avere una corsia per pedoni e biciclette separata e sopraelevata rispetto a quella delle auto.

Dunque qualcosa si può fare.
I sottopassi ferroviari non sono calamità naturali da accettare con fatalismo.
E anche per i due vecchi e terribili sottopassi di Via Zanardi e Via dell'Arcoveggio qualcosa si potrebbe fare.
Se però dovessero mancare i soldi per rifarli ex novo belli come quello di Via Henghel Gualdi, qualcosa comunque si potrebbe fare in economia: raddoppiare il marciapiede del lato ciclabile ed eliminare il marciapiede del lato opposto.