26/06/2003

lo zen e l'arte di qualcos'altro

Decisamente turbato dalla totale assenza di qualità del servizio clienti di Telecom Italia, voglio proporvi un brano su cosa si dovrebbe intendere per qualità del servizio.
E' tratto da di R. Pirsig "Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta" (ed.: Adelphi).

Un tempo questo atteggiamento veniva bollato come pignolo (cioè sfigato).
Ora potrebbe venire qualificato Zen (cioè alla moda), ma rimane sempre merce rara.
Eccovi il brano ed un mio commento di 3 anni fà.

"Mi tolgo un guanto coi denti e tasto la copertura laterale del motore. E’
alla temperatura giusta. Troppo calda per lasciarci la mano ma non
tanto da bruciarmi. Lì, tutto a posto.
Con un motore raffreddato ad aria come questo, un surriscaldamento
eccessivo può provocare un grippaggio. Questo motore ne ha avuto
uno…tre, a dire il vero. Lo controllo di quando in quando come
controllerei un paziente che ha avuto un attacco di cuore, anche se
sembra guarito.
In un grippaggio i pistoni si dilatano a causa del calore eccessivo,
diventano troppo grandi per le pareti dei cilindri e si bloccano; certe
volte fondono e inceppano il motore e la ruota posteriore, facendo
sbandare la moto. La prima volta che questa moto grippò, finii con la
testa all’altezza della ruota anteriore e col mio passeggero quasi in
groppa. A circa cinquanta all’ora la moto si liberò e ricominciò ad
andare, ma io mi fermai fuori strada per vedere dov’era il guasto. Il mio
passeggero ebbe solo la bella pensata di chiedermi: "Si può sapere
cosa ti ha preso?".
Alzai le spalle confuso quanto lui, e rimasi lì a fissare la moto con le
macchine che ci sfrecciavano accanto. Il motore era talmente caldo che
l’aria intorno tremolava e il calore si sentiva a distanza. Tornammo pian
pianino verso casa, accompagnati da un rumore nuovo, un battito che
stava ad indicare che i pistoni non tenevano più ed era necessaria una
revisione.
Portai la moto da un meccanico perché non mi sognavo nemmeno di
occuparmene personalmente; avrei dovuto imparare tutta una serie di
dettagli complicati e forse mi sarebbe toccato ordinare i pezzi di
ricambio e degli attrezzi speciali; una perdita di tempo enorme, quando
potevo benissimo farlo fare a qualcun altro in meno tempo – in un
modo o nell’altro avevo lo stesso atteggiamento di John.
Dal meccanico tirava un’aria diversa dal solito. I meccanici, che un
tempo mi erano sembrati dei vecchi veterani, adesso erano come
bambini. C’era una radio accesa a tutto volume e i ragazzi facevano i
pagliacci e chiacchieravano senza dar segno di notare la mia presenza.
Quando finalmente uno di loro si decise a rivolgermi la parola, senza
neanche notare il battito del pistone disse: "Eh sì, qui sono le punterie".
Punterie? Avrei dovuto capire subito cosa mi aspettava.
Due settimane dopo pagai un conto di centoquaranta dollari, guidai la
motocicletta con cautela a diverse velocità sempre basse per rodarla
un po’ e, dopo millecinquecento chilometri, la spinsi al massimo. A circa
cento all’ora grippò di nuovo e si sbloccò scendendo a cinquanta,
esattamente come prima. Quando la riportai all’officina, i meccanici mi
accusarono di non averla rodata come si deve, ma dopo una lunga
discussione acconsentirono a darle un’occhiata. Revisionarono di nuovo
il motore e questa volta andarono loro stessi a provarla su strada a
velocità sostenuta.
Così grippò mentre la guidavano loro.
Dopo la terza revisione, due mesi dopo, sostituirono i cilindri, inserirono
dei getti maggiorati nel carburatore, ritardarono l’accensione perché
viaggiasse più fredda possibile, e mi raccomandarono di non forzare
troppo il motore.
La moto era coperta di grasso e non partiva. Scoprii che le candele non
erano collegate, e le collegai, misi in moto, e adesso il rumore di
punterie c’era davvero. Non le avevano registrate. Glielo feci notare e il
ragazzo arrivò con una specie di chiave a rullino troppo aperta e
prontamente smussò i coperchi in lamiera delle punterie rovinandoli
entrambi.
"Spero che ce ne siano degli altri in magazzino" mi disse.
Annuii.
Il ragazzo tornò armato di un martello e di uno scalpello e incominciò
ad allentare i coperchi, pestando grandi colpi. Lo scalpello perforò la
lamiera d’alluminio e mi accorsi che stava picchiando direttamente sulla
testata. Al colpo successivo mancò lo scalpello e colpì la testata con il
martello, staccando di netto due alette di raffreddamento.
"Lasci perdere" dissi gentilmente, con la sensazione di vivere in un
incubo. "Mi dia delle calotte nuove e basta. La prendo così com’è".

fine prima parte (continua...)
lo zen... (2a parte)

"Uscii di lì più in fretta che potei, con le punterie in disordine, i coperchi
delle punterie sfasciati, la moto sporca di grasso, e mentre andavo
sentii una brutta vibrazione sopra i trenta all’ora. Sul bordo della
strada scoprii che mancavano due dei quattro perni di fissaggio del
motore e al terzo mancava il dado. Tutto il motore era appeso a un
solo bullone. Mancava anche la vite di regolazione della tensione della
catena di distribuzione, il che significava che cercare di registrare le
punterie sarebbe stato del tutto inutile. Un incubo.
Quando penso che John mette la sua BMW nelle mani di gente del
genere! Non gliene ho mai parlato. Forse dovrei.
Scoprii la causa dei grippaggi qualche settimana dopo. Nel sistema di
distribuzione c’era uno spinotto (25 cents) tranciato, che ad alta
velocità impediva all’olio di arrivare alla testata.
Perché?, non posso fare a meno di chiedermi, ed è proprio questa
domanda che mi ha spinto a tenere questo Chautaqua. Perché l’hanno
martoriato in quel modo? E sì che non erano di quelli che scappano
dalla tecnologia come John e Sylvia. Erano loro i tecnologi. Avevano
imparato un mestiere e lo eseguivano come degli scimpanzè. Chissà
perché si erano comportati in quel modo? Cercai di ricordare le ore
passate con loro in quell’officina, quel posto da incubo, per vedere se
riuscivo a trovare una spiegazione plausibile.
La radio era un indizio. Non ci si può concentrare veramente su quello
che si sta facendo con la radio a tutto volume. Forse quei ragazzi non
concepivano il loro lavoro come qualcosa che potesse implicare una
certa concentrazione, ma solo come un gioco di chiavi inglesi. E con la
musica gingillarsi con una chiave inglese è più divertente.
Un altro indizio era la loro velocità. Sbattevano le cose di qua e di là
senza guardare dove. Si fanno più soldi, così – se non ci si ferma a
pensare che sarebbe meglio metterci più tempo.
Ma l’indizio più significativo era la loro espressione. E’ difficile da
spiegare. Un’aria bonacciona, amichevole, accomodante – e non
coinvolta. Sembravano degli spettatori. Era come se fossero capitati lì
per caso e qualcuno gli avesse messo in mano una chiave inglese. Non
si identificavano per niente con il loro mestiere. Si capiva subito che alle
cinque del pomeriggio avrebbero tagliato la corda senza più neanche
un pensiero per il lavoro. Facevano già di tutto per non pensarci
mentre lavoravano. A modo loro stavano ottenendo lo stesso risultato
di John e Sylvia, e cioè di vivere con la tecnologia senza averci niente a
che fare.
Non solo questi meccanici non avevano trovato lo spinotto, ma era
stato chiaramente un loro degno compare a tranciarlo montando male
la copertura laterale. Mi venne in mente che il precedente proprietario
della moto mi aveva riferito che un meccanico aveva avuto dei problemi
a montare questa copertura. Ecco perché. Il libretto di istruzioni
avvertiva di questo particolare, ma evidentemente quello aveva troppa
fretta e se n’era infischiato.
Lo stesso tipo di incuria lo verifico nei manuali per calcolatori che
preparo per la stampa. Scrivere e curare manuali tecnici è quello che
faccio per guadagnarmi da vivere undici mesi su dodici e so che sono
pieni di errori, di ambiguità, di lacune e di informazioni talmente
contorte che per capirci qualcosa bisogna leggerli e rileggerli. Allora,
per la prima volta, mi saltò agli occhi la corrispondenza tra questi
manuali e l’atteggiamento da spettatore che avevo notato nell’officina.
Erano manuali per spettatori. E mi venne in mente che non esiste
nessun manuale che parli del problema essenziale della manutenzione
della motocicletta: tenere a quello che si fa. Questo è considerato di
scarsa importanza, o viene dato per scontato.
Durante questo viaggio credo che dovremmo pensarci un po’ sopra, per
vedere se questa strana separazione tra quello che l’uomo fa e quello
che l’uomo è non potrebbe aiutarci a capire che cosa diavolo è andato
storto in questo ventesimo secolo. Non voglio essere frettoloso. La
fretta è di per sé un atteggiamento velenoso da ventesimo secolo, che
tradisce indifferenza e impazienza. Il mio approccio al problema sarà
lento, ma scrupoloso: lo stesso che mi ha permesso di trovare quello
spinotto tranciato."

******

Questo brano è tratto dal romanzo di R. Pirsig "Lo Zen e l’arte della
manutenzione della motocicletta" (ed.: Adelphi).
Esso descrive e mette in analisi un caso di "non qualità" in una maniera
che rende molto evidente, al contrario, cosa potrebbe essere
la "qualità".
La qualità è molto difficile da definire proprio perché deve essere prima
di tutto un atteggiamento mentale, ma è facile riconoscerla.
Diverso è riconoscere la "non qualità". Vederla in noi stessi è quasi
impossibile: bisogna essere molto attenti ed autocritici, ma a questo
punto si è già sulla strada della qualità; vederla negli altri può essere
meno difficile ma si deve essere consapevoli del proprio "diritto alla
qualità"……

5AM
ancora customer care

Sono finalmente entrato in possesso di una copia del manuale per gli operatori del servizio clienti Telecom.

Eccovi un estratto dal glossario dei termini più ricorrenti:

*call center: perchè al cliente gli verranno i calli alle mani a forza di
digitare numeri pin ed opzioni per il risponditore automatico.

*customer care: (abbreviativo di: don't care about the customer !) cioè
fregatevene dei clienti, qualsiasi cosa vi dicano, mantenete sempre la
calma e dite che ci stiamo lavorando e che il problema sarà risolto al più
presto.

*clienti vip: Very Idiot Pirla. Sono quei clienti che pagano più degli altri.
E con questo ? Il nostro è un sistema democratico. E' giusto che
abbiano gli stessi disservizi degli altri.

5AM
ancora raccolte punti

Comunque chi non ha mai ceduto alla tentazione di una raccolta punti, scagli pure la prima pietra.

Anch'io cedetti, ebbene sì.
1988 raccolta punti Q8.

Per svariati pieni ed un cambio d'olio (all'epoca ancora opzionale -scambiabile con ulteriori 3 o 4 pieni di benzina -, poi sarebbero divenuti più esigenti, stabilendo 2 cambi d'olio obbligatori) ottenni una bella borsina di nylon nera.
Poi feci quelle delle borsine verdi.
Poi basta. Quando il benzinaio mi chiedeva perché non volevo più i punti gli dicevo che dei premi non mi interessava più nulla, ora mi interessava solo che il prezzo della benzina calasse, quindi non li ritiravo per protesta contro i prezzi sempre in aumento, di pari passo con il dilagare delle insulse raccolte punti.
Poi, come tutte le raccolte punti, anche questa dava la dipendenza, obbligandoti a fare benzina non in funzione del livello del carburante nel serbatoio, ma in funzione del marchio del distributore, rischiando di restare a secco tirando troppo il collo alla riserva per arrivare proprio a quel distributore lì

Ho quindi passato anni spensierati immune alle raccolte punti, sbeffeggiando il mio collega che c'era dentro fino al collo (e c'è tuttora) in quella della Esso.

Poi quei perfidi dell'Agip mi hanno tirato dentro di nuovo e questa volta mi hanno legato come un salame.
Primo ho preso la loro tessera, perché non era la solita scheda con quei fastidiosissimi bollini da appiccicare (roba che ormai non fanno più nemmeno all'asilo nido). Una tessera magnetica che davi al benzinaio mentre pagavi e che lui caricava, bastava tenerla nella busta delle schede carburante e non dava nessun disturbo.
Ma la cosa veramente interessante era (ed è tuttora, strano che una cosa intelligente resista negli anni) che una volta completata la carica il benzinaio ti dava in premio... i soldi ! (ora se non sbaglio ti da un biglietto da 10 euro), il che è molto meglio del ciarpame che ti consegnano nelle altre raccolte punti e si concilia, in qualche modo, con la mia richiesta di riduzione del prezzo del carburante.

Quindi già un poco mi avevano accalappiato con questa raccolta più subdola di quelle da asilo nido che fanno le altre compagnie, però rimanevo ancora uno spirito libero e facevo benzina in base a necessità e dove capitava.
Ma ora sono veramente fritto, ora mi comporto come tutti i drogati da raccolta punti, i maniaci del marchio, i tossicomani delle griffes: ora vado solo ed esclusivamente all'Agip.
E la colpa è di quel cavolo di blu diesel, perché mi hanno toccato nel mio punto debole di ecologista della domenica, che si sente in pace se mette un gasolio senza zolfo (ma sarà vero ?) che, anzi, gli sembra pure che il motore renda di più, che si mette a discutere col benzinaio Agip di Bolzano perché non c'ha la pompa del blu diesel, e quello a spiegarmi che il blu diesel da loro in inverno non si può mettere perché altrimenti ghiaccia nel motore e le auto non partono, ma, vedendomi incazzato e poco convinto, mi rassicura che in primavera anche lui avrà la sua brava pompa di blu diesel.

E' tutto inutile, al marketing non la si fa.

5AM
quel giorno da cani

Confesso che la giornata di ieri mi ha provato.

Ho passato ore a cercare di trovare un cristo che alla telecom mi potesse dire perchè l'hdsl era andata giù e quanto (espresso in termini di ore oppure giorni oppure settimane, ma almeno dichiarato) pensavano ci sarebbe voluto a ritirarla su.
E non ci sono riuscito.

Quei bravi ed inutili ragazzi del call center, sempre più imbarazzati, continuavano a ripetermi che il mio era un "ticket padre", quindi molto importante, quindi sicuramente affrontato con grande tempestività dai tecnici.
Ma quali tecnici? Dove ? Quando ?
Boh ?

Pensavano di tranquillizzarmi dicendomi che alla risoluzione del problema mi avrebbero inviato un'email per avvisarmi.
E non capivano cosa intendevo quando rispondevo che alla risoluzione del problema avrei ricevuto immediatamente 200 email circa (cioè 180 di spam e 20 di lavoro arretrate) e che della loro email non avrei saputo che farmene.

Poi ho messo in moto il commerciale. Sì perchè come ogni bravo cliente vip ho il mio bravo tutor commerciale, che cambia ogni 6 mesi, mi telefona per dirmi che ora c'è lui e mi vuole venire a trovare per propormi nuove fantastiche soluzioni.
Per scoprire chi era il commerciale del momento, visto che da tempo non mi curo più di annotarlo in rubrica, ho dovuto chiamare il call center generale del servizio clienti, comunicare la partita iva ed ottenere un pin con il quale avrei potuto parlare con il call center vip del servizio clienti.
Alla fine la signorina vip (perchè lei risponde solo se non sbagli a digitare il pin) mi ha dato nome e numero di telefono del commerciale.
L'ho chiamato, gli ho spiegato il fatto e gli ho spiegato che, dopo il muro di gomma del call center, da lui mi aspettavo non tanto la risoluzione del problema (sono troppo ragionevole io, è uno dei miei principali difetti. Dico sul serio !) ma mi aspettavo di conoscere dove era localizzato il guasto, magari a quale genere apparteneva (che so, cavi sradicati da pala meccanica, centralina colpita da fulmine, hacker che ha cancellato l'intera memoria di una sala macchine, o altro disastro equivalente).
Diligentemente gli ho comunicato il numero di riferimento della chiamata aperta dall'assistenza ed ho incassato la sua solerte promessa di interessarsi personalmente.
Dopo 2 ore nulla. Lo chiamo io e lui mi dice che il guasto è classificato "ticket padre" e che ci stanno lavorando sopra da ieri (cioè la stessa filastrocca che avevo imparato a memoria, in quanto recitatami da tutti gli scolaretti del call center).
Leggermente imbarazzato dalla mia reazione, richiama dopo 10 minuti per dirmi che il guasto ha colpito un "pop" (almeno una parola nuova) e che è gestito direttamente dai tecnici di Roma (Ah !).
Forse si sarà inventato tutto, non mi ha detto praticamente nulla di interessante, ma ormai sono stanco. Per oggi mi arrendo.

Un altro santo in paradiso, che nel frattempo era stato azionato (cioè un cugino di un collega che fa il tecnico alla Telecom di Bologna), non aveva più dato notizie di sè.

Non è poi che il fatto crei più di tanti problemi: il sito l'ho spostato tre mesi fa presso un data center esterno; un altro servizio è in hosting presso un altro data center.
La posta elettronica ferma per un giorno o due ridurrà il rischio di contrarre virus o di ricevere brutte notizie. L'impossibilità di navigare farà aumentare la produttività degli uffici e un altro servizio può essere dignitosamente rimpiazzato da telefono e fax.
Non ci sarebbe di che farne una tragedia, ma sono sfinito dalla sensazione di impotenza, come se avessi a che fare con una cosa mostruosa senza capo nè coda, che procede per forza di inerzia e che, quando si inceppa, si annienta come un camion che finisce la benzina nel mezzo del sahara.

5AM

24/06/2003

conosci tua moglie ?

Tempo d'estate, tempo di test psicologici.
Eccovi il mio (riservato ai signori uomini).

Test

Dopo anni di onorato coitus interruptus, tua moglie ti chiede, sul più bello, di restare.
Tu cerchi di capire rapidamente perchè, prima di decidere il da farsi:

A) Ha appena cambiato le lenzuola e non vuole sporcarle subito
B) E' preoccupata per la tua salute, ma non sa che per te l'importante è non perdere l'allenamento
C) Con tutti i sacrifici che fa per prendere la pillola, vorrebbe avere anche qualche beneficio, ma non sa che per te l'importante è non perdere l'allenamento
D) Vuole sentire fino in fondo la forza del tuo amore
E) Ha appena messo su l'amante, quindi vuole confondere le acque (si fa per dire..)
F) Cosa non farebbe per quei 12 mesi di aspettativa di maternità !

Punteggi

Ed ora contate i punti, in base alle risposte che avete scelto (massimo 2 risposte):

A) 7 punti
B) 1 punto
C) 4 punti
D) 0 punti
E) 8 punti
F) 5 punti

Valutazione

Se avete totalizzato:

meno di 5 punti: non la conoscete per niente. Urge un corso intensivo !
fra 5 e 10 punti: ci siete quasi, dovete affinarvi ancora un pò ma ci siete quasi.
oltre 10 punti: vostra moglie non ha più segreti per voi. E mò come fate ?

PS: sotto i 5 punti meglio uscire anche questa volta.

buon divertimento

5AM
di palo in frasca 2

E così abbiamo scoperto che, oltre a non disprezzare le code alla cassa, Bianca fa anche le raccolte punti Granarolo.
L'avevo capito subito, perchè già iniziavo a sospettare che lei fosse in realtà mia cognata, cioè la sorella di mia moglie.
Lei passa ore a confrontare i volantini di coop, esselunga, ecc alla ricerca dell'offerta più speciale.
Lei per anni mi ha tolto il piacere della colazione.
Come ?
Una mattina, dopo avere bevuto il latte, rigovernavo la tavola e gettavo spensieratamente la confezione del latte nell'immondizia.
Mia moglie mi guarda inorridita e mi dice: "che fai ? butti i punti ?"
Io la guardo inebetito e domando: "quali punti ?"
"I punti Granarolo ! -fa lei- Mia sorella sta facendo la raccolta e tu, che consumi mezzo litro di latte al giorno, potresti fare anche il piccolo sforzo di togliere i punti prima di gettare il cartone"
"Non ci penso proprio -dico io orgoglioso- non voglio rovinarmi la colazione perchè tua sorella vuole riempirsi la casa con quelle cianfrusaglie che danno in omaggio."
Ma si sa le donne ottengono sempre quello che vogliono.
Quindi dopo molte mattine combattute gettando sprezzantemente il cartone nell'immondizia ed incassando lo sguardo di riprovazione di mia moglie, mi arresi e cominciai a lasciarle il cartone vuoto sul tavolo.
Che si ritagliasse lei i punti per la sorellina !
Questa fase durò qualche settimana, poi com'è logico, mi misi a ritagliarli direttamente io ed a riporli nella ciotola di pre-raccolta.

Ora che ci penso: da tempo sto di nuovo buttando il cartone intero del latte senza essere rimproverato: che siano finite le raccolte punti ?
Mah ! dopo controllo.

Ciao Bianca.
Che dici ? tua sorella ?
Bene, bene. Sta ancora dormendo.

5AM
di palo in frasca

Buongiorno.
Non è che sono sparito o andato in ferie. Magari !
Il fatto è che, come molti, in questo momento sono sopraffatto dal caldo.
Il cervello ha la consistenza dell'asfalto fuso.
Le poche idee affondano e fondono senza nessuna speranza di emergere con sufficiente chiarezza per poter essere scritte.
Comunque la cronaca, come sempre, in mancanza di meglio, ci soccorre.
Ad esempio ho finalmente un buon argomento da opporre a quanti in famiglia (moglie e figli, cioè tutti escluso me) vorrebbero andare a Gardaland.
L'aspirante serial killer del comasco, dopo l'omicidio, era andato a cazzeggiare a Gardaland.
Io non ci vedo nulla di strano, anzi.
Se avete un minimo di dimestichezza con i racconti americani di maniaci depressi serial killer, vedrete che la cosa quadra perfettamente.
Quindi, quando passa in tv la pubblicità di Gardaland (strano, proprio adesso, prima non l'avevo mai vista !) faccio le prove delle mie battute pre-emptive, che mi dovrebbero mettere in salvo da eventuali future richieste.

Saluti
5AM

18/06/2003

ancora stupore

A dire la verità l'ho stupita anche un'altra volta.
Quando in preda al panico per la corrente e le onde, la misi in salvo sugli scogli di Gabicce, facendola salire sulla mia schiena, trasformata per l'occasione in una comoda e liscia scaletta.
Peccato che lo scoglio, che avevo abbracciato per facilitarle l'operazione, fosse irto di cozze.
Quindi mi ritrovai tutto sanguinate, ma felice come un boy scout per la buona azione compiuta.

5AM
ancora dizionari

La mia memoria, ora discontinua, ai tempi del liceo era infallibile e veniva utilizzata dai miei compagni di classe in sostituzione del pesantissimo Lorenzo Rocci (dizionario Greco - Italiano -e basta, non era previsto il ritorno Italiano - Greco).
Io ero molto più comodo e rapido da consultare.
Una specie di google vivente della traduzione.

5AM
ancora traduzioni

A proposito di traduzioni, devo dire che una delle volte in cui feci più colpo su mia moglie fu quando le svelai il significato della parola "valet" (= portantino d'albergo).
Lei, laureata in lingue, ma con poca esperienza di alberghi di lusso internazionali, era alle prese con una traduzione e non sapeva più a che santo votarsi.
Ed io la stupii scodellandole in un nanosecondo la traduzione richiesta.

5AM
S(n)ob

L'addetto del call center di B.O. ha un tono parecchio snob.
Inoltre si è dimenticato dell'italiano, il che fa ancora più snob.
Deve compilare una form (= maschera) per registrare i miei dati.
Questa maschera è stata tradotta malamente dall'inglese all'italiano e lui mi fa le domande in quella strana lingua:

primo nome ? (= nome ?)
nome ? (= cognome ?)
compagnia ? (= azienda ?)
zip ? (= cap ?)

E via domandando.
Sob !

5AM
18 giugno: questa data mi dice qualcosa.
Dunque, vediamo un pò: 18/06/1960 - 18/06/2003 = 43 anni.
Ecco una sintesi delle principali tappe:
0-3: beata incoscienza
4-13: bello scoprire gli altri
14-18: l'amicizia
19-29: l'amore
30-33: la solitudine
34-37: il matrimonio
37-43: la famiglia

100 di questi giorni ?
Facciamo altri 30 e non se ne parli più.

5AM

16/06/2003

Abbonamenti

Quelli di Newsweek sono dei gran rompiscatole.
Siccome odio la burocrazia fornii loro il mio numero di carta di credito parecchi anni orsono, perchè si arrangiassero a trattenersi quanto dovuto per il rinnovo dell'abbonamento.
Invece no. Ogni anno le procedure di rinnovo sono un calvario che inizia 3 mesi prima e termina 3 mesi dopo la scadenza dell'abbonamento.
Con una messe infinita di inviti, richiami, minacce da parte loro ed email, fax e bollettini da parte mia.
Anche quest'anno forse è andata e l'arrivo di Newsweek sembra avere ripreso una certa regolarità, ma non contiamoci troppo.
Uno dirà: ma cosa continui ad abbonarti a fare ?
I motivi sono svariati: 1) è meglio di speak up; 2) è meglio de L'Espresso; 3) Ha poche pagine; 4) Parla poco dell'Italia.
Ne volete altri ?
Questa sera c'era una simpatica recensione su un libro di poesie di Donald Rumsfeld (*).
Cioè non proprio poesie di D.R., ma composte utilizzando brani di discorsi di D.R.
Cito quella riportata da NW, che mi pare comprensibile anche per chi, come me, di inglese mastica poco:
"As we know,
there are known knowns.
There are things we know we know.
We also know
There are Known unknowns.
That is to say
We know there are some things
We do not know.
But there are also unknown unknowns,
The ones we don't know we don't know."


Ah dimenticavo, c'è un altro buon motivo per continuare a restare abbonato a NW: mi ha fatto conoscere Blogger !

5AM

(*) "Pieces of Intelligence: The Existential Poetry of Donald H. Rumsfeld" a cura di Hart Seely.
Golf

Sabato sera, finale di serata, A. prende la parola e descrive appassionatamente, ma incompreso da tutti, il bello del golf.
M., il mio socio, che vede sempre l'aspetto commerciale delle cose, rivolto a me conclude dicendo:
- Ci dovremmo iscrivere anche noi ad un circolo del golf.
Io, ormai refrattario a qualsiasi sport, non ho nessuna opinione sul golf e tantomeno riesco ad immaginarmi seminudo in uno spogliatoio a fare marketing per la mia società di consulenza.
Proprio non ci riesco.
Poco tempo dopo mi conforta Barney (*) con questa frase che trascrivo:

"...non capisco come uomini adulti, in altre parole maturi, possano sprecare pomeriggi interi cercando di infilare una pallina bianca in un buco. C'è di che perdere ogni fiducia nell'umanità non vi sembra ?"

Senza considerare che a minigolf sono sempre stato una schiappa.

5AM

(*) Mordecai Richler "La versione di Barney" adelphi
La democrazia non ci serve più ?

Ancora una volta il 75% degli italiani ha deciso che uno dei principali strumenti democratici di cui disponiamo, il referendum, non ci interessa.
Mi aspetto che, prima o poi, qualcuno proponga un referendum per abolire il referendum.
Questa volta, forse, non andrei a votare neppure io.
Chi di astensione ferisce, di astensione perisca !

Saluti a tutti
5AM

12/06/2003

Benzina sul fuoco

beh, e si passano i 10.000 così, senza dire nulla ?

Dico grazie a tutti quanti, consapevoli o ignari, gettano benzina sulla voglia di scrivere che mi brucia dentro:
a Sabrissa, che da quando ha messo il link mi manda un sacco di gente.
a Tulipano, che adesso è troppo innamorata per scrivere.
a ParigiCannes, che dovevamo vederci uno di questi giorni....
a Mina, che ama la musica, come me.
a Mimmina, la toscana verace
ad Aglaja, che è troppo incasinata
a Fedra, che sta diventando una donna.
alla Manu, che è sparita - chiedete ad Aglaja.
a Cat, che ha una pagina bianca, per ora.
ad Alliandre, che mi guida nel mondo dei cavalli.
a Mu, che è da un pezzo che non ci si vede.
a Donatella, che chissà chi è ?
a Mare che brilla, che fa la misteriosa.
a Placida Signora, che tutte le mattine mi manda un pensierino.
a Ira, che è Ira.
a Danae, la temibile.
a Dany, che è felice ma preoccupata per il fidanzato commercialista.
a Proserpina, principessa della notte
a Nonhotempo, che è una gran donna
a Buba, che è la migliore fotografa donna e mi deve una pizza (eh eh)


Ed anche agli uomini:
a Paolo, che mi aiuta anche sul lavoro
a Strelnik, che è il più visionario
a Uomonero, che è il miglior fotografo uomo
a Massimo sì, anche se ha quel difettuccio del nome.....
a Max che... uffa ! ma quanti Massimi siete ?
ad Activemax, che... non è possibile ! un altro Massimo !
a Lieveansia, che scrive meglio di tutti
a Brontolo, che ne spara più di tutti
a Diesel2, che ha le ragazze più belle
a Uno a Metà, che ha fuso
a.......

pausa e
b u o n a n o t t e a t u t t i !!

5AM

11/06/2003

Comunicazione di servizio

Massimo, ho sentito il tuo messaggio in segreteria.
Ti richiamo uno di questi giorni e vediamo di andare a pranzo insieme e di parlare di business intelligence (per i profani che stanno ascoltando: la B.I. non è il servizio segreto della fininvest).
Già che ci sono ti racconto cosa pensavo questa mattina mentre pensavo, all'altezza dell'uscita S.Vitale, "devo chiamare Massimo".

Massimo: una volta questo nome mi stava sulle palle.
O meglio mi è stato su fino a 20 anni circa.
Poi la cosa era rientrata e mi era tornata in mente solo di recente, constatando quanti Massimi blogger ci sono (anche Micheli dirai tu, ma verso i Micheli non ho alcun pregiudizio particolare).

Io, si sa, mi chiamo Giorgio. Perchè a mia madre, contadina, piaceva un cavallo di nome Giorgio.
Curiosità: lei non sapeva che Giorgio significa contadino.
Quindi questo nome, oltre a ricordarmi un cavallo mai conosciuto, mi ricorda anche le mie origini contadine.
Cosicchè, quando mi guardo allo specchio, spesso penso di me - non senza ragione: "due spalle rubate all'agricoltura".
A me Giorgio piaceva come nome, aveva una certa simmetria e non era affatto diffuso fra le persone che conoscevo io: Giovanni, Stefano, Tonno, Michele, Franco, Maurizio, Vicky, Frongia, Davide, Scimmia, Andrea, ecc. ecc.
Nessuno si chiamava Giorgio e nessuno si chiamava Massimo.
Il primo Massimo che non sopportavo lo conobbi alla colonia pontificia di Miramare.
Dove, nella mia infanzia, trascorrevo felice il mese di luglio .
Era un posto da sogno: grandi camerate piene di bambini e di belle signorine ventenni che ci dovevano badare, ma che ci facevano già sognare.
Alla mattina alle 4 (anche a 8 anni ero già io) mi alzavo e andavo al piano dei bagni, dove le finestre erano aperte, per guardare stupefatto il sole che nasceva sul mare.
Poi la magia della sabbia e del bagno nel mare.
Il pranzo sulle lunghissime tavolate del refettorio, a tirarci, alla fine, la frutta marcia in faccia.
Le battaglie a cuscinate alla sera nelle camerate.
Gli sguardi furtivi alle femmine al rompete le righe dopo l'alzabandiera, unico momento della giornata in cui le vedevamo da vicino.

Però a guastarmi la festa c'era Massimo.
Quando era l'ora della marcia e del successivo alzabandiera (o ammaina alla sera) io dovevo marciare tenendo per mano Massimo.
Il problema è che lui a volte si cacava sotto (nel senso letterale), emanando un fetore insopportabile.
Io protestavo con lui e lui si incazzava con me.
Una volta, mentre ci tenevamo per mano, ed io avevo appena fatto un apprezzamento sulla puzza che usciva dai suoi calzoncini, piantò l'unghia affilatissima del suo pollice nella mia mano, facendola sanguinare incredibilmente.
Controllo: la cicatrice c'è ancora adesso !

Gli altri Massimi vennero parecchi anni dopo.
Quando scoprii che tutte le ragazze più carine si innamoravano o si fidanzavano sempre con qualche Massimo.
Sembrava che bastasse chiamarsi Massimo per fare delle comode stragi di cuori adolescenti.
Io invece, con il mio proletario Giorgio, dovevo sudarmi ogni piccola conquista.
Non era giusto !
La cosa culminò verso i 20 anni.
Quando sbandai per una certa Susi, professione apprendista parrucchiera.
La conoscevo da tempo, abitava nel mio quartiere, ma mi sembrava che non mi vedesse proprio.
Bella come una dea, davanti a lei mi sentivo trasparente.
Invece un giorno ci mettiamo a chiacchierare e mi sembra di esserele simpatico.
Le strappo la promessa di andarla a prendere all'uscita dal lavoro !
Naturalmente un Angelo mi aiuta e mi fornisce l'arma segreta per stenderla definitivamente:
la ford consul rossa di suo padre, usata, impianto a gas, ma se giravi lo switch su benzina il 2000 cc scattava come una pantera e le sospensioni morbide (o forse scariche) facevano rialzare imperiosamente il muso.
Arrivo davanti al salone gasato come pochi.
La bionda esce, sale su e parto con la guida più pazza di cui posso essere capace.
All'arrivo è fatta e mi da un bacio che mi scioglie la corteccia cerebrale.
....
Poi, dopo qualche giorno, le cose si complicano.
"Sai, Massimo, il mio fidanzato. Si l'avevo lasciato ma ora ci siamo rimessi insieme.

A questo punto la mia antipatia per i Massimi raggiunse il culmine.

Beh, scusa se ho divagato, ci vediamo presto ... Massimo !

5AM
b u o n a n o t t e....
Ma allora cosa sei ?

Che poi uno dice: - Ah bene ! se sei commercialista mi potresti fare la dichiarazione dei redditi !
Vagli a spiegare che tu non sei quel tipo di commercialista.
- Echeccazzo sei allora ?
- Consulente aziendale, sai, imposto sistemi di controllo.
- Ah, allora sei avanti, non sei un commercialista tradizionale, quello superato dai CAF ! quello che non ha futuro !
- Beh lo sarei, però devo accumulare crediti formativi sulle materie tradizionali, quelle superate: tasse, tasse, tasse e ancora tasse. Sennò mi radiano dall'ordine.
- E cosa rimani commercialista a fare ?
- Per il titolo nobiliare, no ?
- Mah, non ti capisco proprio.
- Tranquillo, anch'io, a volte, non mi capisco.

5AM
L'erba del vicino

Che poi uno pensa magari che i commercialisti sono tutti nababbi,
come io penso che i notai sono tutti dei principi.

Anch'io lo pensavo, ma da commercialista vi posso dire non è esattamente così.
Mi pare che siamo 1.500 o giù di lì solo a Bologna.
Probabilmente 50.000 in tutta Italia.
Aggiungiamo i ragionieri ?
Saranno 200.000 ?
Aggiungiamo i praticoni ?
Saranno 1.000.000 ?
Aggiungiamo i CAF (Centri Assistenza Fiscale) ?
Saranno un altro 1.000 ?
Aggiungiamo quelli che si arrangiano per conto loro ?
Saranno 10.000.000 ?
Una bella popolazione, vero ?

Qualcuno che non se la passa male lo conosco anch'io, ma non sotto i 40 anni.
Eppoi adesso i giovani li torturano proprio.
Tirocinio gratuito obbligatorio di 3 anni.
Crediti formativi del cazzo.
Probabilmente qualcuno ha deciso che la categoria è un pò troppo affollata....

5AM
Che ci tocca fare !

Parliamo un pò di cose noiose.
Nessuno è obbligato a leggerle.

Venerdì prossimo ci sarebbe la seconda puntata de "firma elettronica" e altre chincaglierie per il commercialista di oggi.
Un corso che ti spiega le procedure della camera di commercio per ottenere un badge con una firma certificata, per firmare documenti ufficiali, atti pubblici, bilanci, ecc.
Il corso si sviluppa su tre lezioni.
Sponsorizzato da Banca Popolare dell'Emilia, che ci mette il forno crematorio, cioè la sala ermeticamente sigillata, provvista però di regolari sgocciolatoi per il sudore, dove si tiene la lezione.Prezzo: 15 minuti di pubblicità sulla banca, i suoi servizi finanziari e, per restare in tema, i servizi di remote banking.
Coordinato da un'associazione (non saprei di preciso quale fra le 200 circa esistenti) di dottori commercialisti senza molte speranze.
Gestito da Ifoa (credo), il cui materiale e docenti sono anche dignitosi, và.
Vantaggi a partecipare:
1) perdere un venerdì pomeriggio in cui si potrebbe andare al mare;
2) farsi una bella sudata;
3) deprimersi vedendo quanti giovani precari travestiti da commercialisti si sbattono come possono;
4) raccattare 2 crediti formativi;
5) convincersi che la firma elettronica col badge, il lettore di badge, i certificati, i pin, i puk, e tutto l'armamentario di contorno sono una mezza stronzata;
6) rideprimersi vedendo che le giovani commercialiste, almeno quelle che partecipano al corso, sono tutte un pò cozze. Non puoi nemmeno distrarti guardandole.

Stavolta non ci vado. A culo i crediti formativi.

5AM
Ai margini

Blog aggregator ? Che fatica, meglio di no.
Feed Rss ? Non ho ancora capito cosa sono.
BOTB ? Ha chiuso.

Da pochi mesi mi beavo, sguazzando nel fenomeno mainstream del momento: il blog.
Ma ora mi ritrovo, come al solito, ai margini della festa: troppa fatica partecipare, troppo caldo, troppo.

5AM

10/06/2003

Aria

Finalmente si è messa in moto.
La corrente sta attraversando la casa.
Entra dalla finestra a sud, quella che guarda(-va) la collina di S.Luca,
passa, rinfrescandola, sulla mia schiena nuda,
entra in camera da letto e rinfresca le lenzuola preparandole per la notte,
poi esce dalla finestra ad ovest.
Due alberi si affacciano a queste finestre, con le loro fronde cariche di foglie.
Attutiscono i rumori dell'esterno, profumano l'aria e creano una cortina impenetrabile alla vista.
Adoro questi due alberi.
Lo scorso anno non li ho potati ed ora mi ritrovo i rami in casa, ma è un piacere: sono rametti ancora verdi e flessibili, quindi riesco a chiudere gli scuri quando voglio.
Sarà bene, però, che al prossimo autunno li faccia potare.
Musica.
La musica non produce calore, non è come lo schermo tv.
Naturalmente non potevo resistere alla tentazione di riascoltare FGTH, dopo averli fatti riaffiorare casualmente dalla memoria,
quindi questa sera ho tolto i quadretti dal giradischi ed ho ascoltato l'intero album doppio(*). Una facciata dopo l'altra.
E' ancora bellissimo.
Piccoli e innocenti piaceri delle serate da single...

Buonanotte
5AM

(*) "Welcome to the pleasuredome" Frankie Goes To Hollywood (1984)

09/06/2003

Pirla

Perchè, dopo essermi guardato report, questa sera mi sento un pirla ?
Perchè mi sono ricordato di avere fumato sigarette per oltre 20 anni.
Perchè tutti i giorni guido come un pazzo, con le cinture allacciate però.
Perchè mio figlio è andato per due anni ad un asilo nido (*) nel cui giardino sorge un traliccio dell'alta tensione.
Perchè questa sera ho acquistato una bottiglia di olio extra vergine di oliva coop "100% italiano". E ci credevo.
Perchè sono in buona compagnia, a quanto pare.

5AM

(*) nido Capponi - Bologna.
Questa mattina apro la posta dopo più di 3 giorni e...
Cavolo ! non mi hanno scritto nemmeno i virus !!!

Comunque buongiorno a tutti (ore 6.30).

5AM

06/06/2003

Sveglia, sono già quasi le 7 !

05/06/2003

Sono le 6.30. Buongiorno !

Questa mattina all'insegna dell'operosità, invece di rimestare nella memoria, abbiamo affrontato con decisione il capitolo assicurativo.

A proposito di memoria, bisogna riconoscere che questi blog sono micidiali per fare affiorare i ricordi.
Presto avremo una nuova categoria professionale in crisi, che andrà ad aggiungersi alle vittime della net-economy ed agli assistenti di volo: si tratta degli psicoanalisti. Grazie a blogger, basta un nulla, un pensiero qualsiasi, per farti sprofondare nel tuo passato.
E scopri che ricordi sepolti da decenni vengono fuori freschi e vivi come se riguardassero fatti vissuti ieri.
I pensieri si formano e si modellano intorno al pretesto di partenza, poi ad un certo punto sono pronti per essere scritti tutto d'un fiato.
Lo fai e ti senti bene.

La vera scrittura la fai al volante o sdraiato a letto.
Quando sei alla tastiera stai andando sotto dettatura.

5AM

04/06/2003

Panorama

Strana sensazione questa mattina, come di essere prigioniero.
Strada per la tangenziale praticamente bloccata.
Strada alternativa, fermo al passaggio a livello, motore spento, ascoltando la lettura dei giornali.
Dopo 4 treni, pari a 20 minuti circa, le sbarre si alzano. Ora si può uscire dal quartiere.
Ma cosa sta bloccando il traffico intorno all’uscita lame ?
Il Castorama.
Cos’è il Castorama ?
E’ un’enorme ferramenta.
Questo, a occhio e croce, sarà almeno 20.000 mq + 80.000 fra parcheggi, svincoli ecc.
Ma a cosa serve una ferramenta di queste proporzioni ?
Onestamente non riesco ad immaginarlo.
Io vado in ferramenta una volta ogni 2 anni, circa.
L’anno scorso comprai una confezione di cemento bianco da mezzo chilo per rifinire la nuova doccia, avendo scoperto, con mio grande disappunto, che il montatore non avrebbe eseguito questa prestazione.
Anni prima comprai alcuni chiodi, non ricordo più per farci che.
La ferramenta di quartiere, che ha circa la mia età, per questi scopi era più che sufficiente.
Certo che se, mentre cerco una chiave inglese del 10, l’unica misura che realmente serve all’uomo comune, mi salta in mente di costruirmi una veranda fuori casa, lì potrei immediatamente acquistare tutto il necessario.
Si tratta forse, come dicono gli esperti di marketing, di favorire gli acquisti d’impulso.
Praticamente come mettere le caramelle vicino alla cassa del supermarket.
Ta entri da Castorama convinto di acquistare una scatola di viti ed esci con tutto il necessario per piastrellare ex novo la casa..
Very useful: 100.000 mq ben spesi.

****

E cosa c’era prima in questi 100.000 mq ?
Nulla, o meglio c’ero io.
In che senso, scusa ?
Nel senso che ora non c’era niente: qualche erbaccia e qualche alberello stentato, ma prima c’era la mia origine bolognese.
C’era la fabbrica che aveva fatto cambiare mestiere e città a mio padre.
Lui era un bel giovane un po’spiantato che, oltre a mettere in cinta mia madre, faceva un po’ il bracciante, un po’ il muratore e un po’ il musicista.
Poi, con il mio arrivo, si rassegnò a mettere la testa a posto – spero che me l’abbia perdonato – ed emigrò con moglie, figlia, pargolo, canne da pesca, clarinetto e sax nella lontana (30 km, all’epoca, non erano mica uno scherzo !) Bologna.
Il lavoro per lui c’era, con il suo patentino nuovo fiammante da fuochista, avrebbe portato a cottura tante belle travi di cemento (fino a finire cotto anche lui a 48 anni).
Quanto a mia madre, donna di sana e robusta costituzione, avrebbe facilmente trovato qualche ricca famiglia da tenere in ordine e pulita.
Così da bambino andavo spesso con lui alla fabbrica, alla sera, in una specie di turno breve, quando si dovevano spostare alcuni lunghi e pesanti tunnel di cottura da una fila di travi all’altra, pilotando il tutto da un altissimo carro-ponte. Poi la serata si concludeva con un bellissimo giro sul muletto (lo sapesse mio figlio morirebbe d’invidia).
Ero la mascotte della fabbrica
Poi il sabato e la domenica andavamo a pescare nei canali della bassa oppure, nelle occasioni speciali, nei grandi fiumi, dove ho imparato a nuotare.
La pesca comunque, a parte la nuotata finale, non mi piaceva molto. Ero più attratto dal sax, ma quello era proibito. Il terrore di mio padre era che potessi diventare musicista, lui per me sognava ben altro: un bel diploma da geometra !
Geometra era, infatti, la massima autorità della fabbrica.
Quella da 100.000 mq dove ci sarà la ferramenta.

5AM
Sono le 6.00. Buongiorno !
Ieri prima serata da single, trascorsa svaccato sul divano a guardare il festivalbar:

Will Young "Light My Fire": non male, ma il vecchio Jim si sarà rivoltato nella tomba.
Eros Ramazzotti "Un'emozione per sempre": interessante la gestione dell' "imbarazzo" fra il povero Erose e la bella Stuzzicker, che presentava la serata insieme ad un ragazzino prestato da Disney Channel. Le occhiaie di Erose testimoniavano il suo tormento: "ma che c'avrà Bisio più di me ?"
Ricky Martin "Jaleo": insieme alle barbie di mia figlia farebbe la sua figura.
Tiromancino "Nessuna certezza": questa mi è piaciuta
Elisa "Almeno tu nell'universo": anche questa mi è piaciuta
Thicke "When I Get You Alone": non vorrei trovarmi in una latrina pubblica insieme a lui
Gemelli Diversi "Mary": wot ?
Eiffel 65 "Viaggia insieme a me": cocaine ?
Simply Red "Fake": una menzione speciale per la corista watussa: una vera dea nera
Alexia "Egoista": uno dei pochi playback della serata - avrà avuto l'abbassamento di voce -

Come inizio del mio periodo da single non c'è male.
D'altra parte è pur vero che l'ozio è padre dei vizi, ma ci sarebbero anche vizi più proficui come, solo per fare un esempio, .... Bah, lasciamo perdere.

Oppure potrei fare le cose che da papà non riesco (nonhotempo docet):
- andare dal barbiere (fatto ieri sera !)
- aggiornare la polizza sulla casa
- cambiare le gomme dell'auto
- andare dal dentista per un controllo
- pulire il serbatoio del sale
- ordinare un abito

5AM