05/05/2003

Glue-Job

Era piuttosto soddisfatto del proprio lavoro.
Le cose si erano messe bene fin dalla sera prima quando, al Carrefour, aveva trovato proprio la cosa che faceva per lui: una colla specifica per unire metallo e plastica e per riempire vuoti. Una colla talmente potente, almeno a giudicare dalle istruzioni, che veniva venduta scomposta in due elementi base: la colla inerte ed il liquido “attivatore”.
Tutto ciò gli aveva infuso una grande fiducia nel buon esito che avrebbe avuto l’operazione.
Questa volta voleva fare le cose per bene: stavano per partire per cinque giorni di vacanza, quindi la colla avrebbe avuto tutto il tempo di consolidare la sua presa.
Poi però fu assalito dal dubbio: la mattina dopo, fervendo tutti i preparativi della partenza, non avrebbe avuto la calma sufficiente per eseguire un buon lavoro. Decise dunque di riconsiderare i tempi dell’operazione e di sacrificare qualche “sollecitazione” anticipata in cambio della concentrazione ottimale per una perfetta esecuzione.
Ecco, ora era il momento giusto, da poco era passata la mezzanotte e tutti erano già a letto.
Di qui a qualche ora nessuno ne avrebbe avuto bisogno.
Prese le forbici da lavoro e tagliò il lato superiore della confezione di plastica dura e trasparente. In questo modo avrebbe potuto estrarre tutti i componenti e, una volta terminata l’operazione, avrebbe potuto riporli per conservarli come nuovi per un eventuale necessità futura.
Per prima cosa estrasse e lesse attentamente le istruzioni.
Poi, con l’aiuto di un cacciavite, pulì della sottile patina verdastra di ossido la piastrina metallica che avrebbe dovuto incollare. Poi con un altro cacciavite dalla punta più sottile (di quelli da orologiai) pulì i fori che dovevano accogliere le viti.
Quindi, con lo spazzolino in dotazione nella confezione di colla, eliminò tutte le tracce di polvere.
Ora le due superfici erano pronte.
Come da istruzioni su una di esse (quella in metallo, che includeva le viti) mise l’attivatore e sull’altra (quella in plastica, che includeva i fori per le viti) spalmò la colla, abbondando leggermente nei fori.
Poi cronometrò 60 secondi e unì le due parti tenendole premute con le dita, protette da un doppio foglio di carta igienica.
Stette immobile premendo le due parti per oltre 4 minuti (meglio andare sul sicuro, visto che le istruzioni ne richiedevano due), poi lasciò la presa e resistette alla tentazione di fare un primo tentativo di alzare il coperchio per verificare subito la tenuta.
Se ne andò quindi a dormire, fiducioso che la mattina seguente la sua opera avrebbe tenuto.
E così fu.

5AM