arriba la movida !
Sabato prossimo inizia la settimana di passione per il traffico bolognese: un motorshow in tutti i sensi, che inizia già sulle autostrade, ben prima e ben oltre la fiera, cioè la sede ufficiale.
Buon divertimento e un benvenuto a tutti i visitatori.
5am
30/11/2005
24/11/2005
dolci geometrie. ma forti.
Le linee incrociate del muro di mattoncini lego.
La linea tonda che protegge la vita che nascerà.
Il piano ed il forte dei sigur ròs.
Il puzzle di "voci fuori campo".
Le linee incrociate del muro di mattoncini lego.
La linea tonda che protegge la vita che nascerà.
Il piano ed il forte dei sigur ròs.
Il puzzle di "voci fuori campo".
11/11/2005
Nessuno ci crederà
Fattura Telecom di ottobre: 15€ per 1 chiamata Dialer di 49 secondi al numero 0878 di Eutelia.
Consulto il sito della Telecom per vedere se trovo indicazioni su come comportarsi in questi casi: nulla.
Consulto il web e trovo cose allucinanti: moduli di denuncia alla polizia postale e altri incubi di burocrazia simili.
Mi fermo: meglio non fare nulla, salvo bloccare l'addebito automatico in conto.
Poi si vedrà.
Passa qualche settimana ed ecco, puntuale, la lettera di sollecito con l'allegato bollettino di pagamento sul c/c postale precompilato e la richiesta di comunicare l'avvenuto pagamento al numero verde 187.
Datemi la leva e vi solleverò il mondo, diceva quello.
Datemi un numero verde e....
Sono scettico, ma provo comunque a chiamarlo.
Dopo circa 2 minuti di intrattenimento e opzioni possibili, arriva per ultima l'opzione zero, quella che ti farà parlare con una persona vera.
Zero.
Dopo qualche minuto, ma non tanti - mi è capitato di peggio, passati ad ascoltare musica intervallati da una frase di tono informale ("effettivamente le linee sono molto impegnate..."), mi risponde una voce vera.
Spiego il mio caso e, con mio grande stupore, la voce, senza fare una piega, mi dice: "un attimo che verifico la chiamata: se è un dialer storniamo l'addebito dalla prossima fattura".
Troppo normale per essere vero ?
Vedremo nella prossima fattura.
Un buongiorno di speranza (anche la Telecom può migliorare) a tutti.
5am
Fattura Telecom di ottobre: 15€ per 1 chiamata Dialer di 49 secondi al numero 0878 di Eutelia.
Consulto il sito della Telecom per vedere se trovo indicazioni su come comportarsi in questi casi: nulla.
Consulto il web e trovo cose allucinanti: moduli di denuncia alla polizia postale e altri incubi di burocrazia simili.
Mi fermo: meglio non fare nulla, salvo bloccare l'addebito automatico in conto.
Poi si vedrà.
Passa qualche settimana ed ecco, puntuale, la lettera di sollecito con l'allegato bollettino di pagamento sul c/c postale precompilato e la richiesta di comunicare l'avvenuto pagamento al numero verde 187.
Datemi la leva e vi solleverò il mondo, diceva quello.
Datemi un numero verde e....
Sono scettico, ma provo comunque a chiamarlo.
Dopo circa 2 minuti di intrattenimento e opzioni possibili, arriva per ultima l'opzione zero, quella che ti farà parlare con una persona vera.
Zero.
Dopo qualche minuto, ma non tanti - mi è capitato di peggio, passati ad ascoltare musica intervallati da una frase di tono informale ("effettivamente le linee sono molto impegnate..."), mi risponde una voce vera.
Spiego il mio caso e, con mio grande stupore, la voce, senza fare una piega, mi dice: "un attimo che verifico la chiamata: se è un dialer storniamo l'addebito dalla prossima fattura".
Troppo normale per essere vero ?
Vedremo nella prossima fattura.
Un buongiorno di speranza (anche la Telecom può migliorare) a tutti.
5am
10/11/2005
sollevarsi il morale
Quando penso che questo blog sia troppo noioso, posso sempre consolarmi guardando gli annunci google che Vi compaiono: sono demenziali e imprevedibili, forse utili, per niente noiosi.
Quelli di oggi, ad esempio, Vetri dalla Croazia e Contenitori & Recipienti, probabilmente nascono da un vecchio post del 2002 sui venditori di contenitori Tupperware.
Buongiorno !
5am
PS: a circa 1 mese da quando li ho attivati, pare che nessuno si sia degnato di fare un click su uno di questi annunci, quindi, come prevedevo, non riceverò neppure un dollaro per il faticoso lavoro di attivazione. E' inutile, questo è un blog di cazzeggio puro, anche se si parla, di tanto in tanto, di argomenti professionali, sempre nel cazzeggio restiamo.
Quando penso che questo blog sia troppo noioso, posso sempre consolarmi guardando gli annunci google che Vi compaiono: sono demenziali e imprevedibili, forse utili, per niente noiosi.
Quelli di oggi, ad esempio, Vetri dalla Croazia e Contenitori & Recipienti, probabilmente nascono da un vecchio post del 2002 sui venditori di contenitori Tupperware.
Buongiorno !
5am
PS: a circa 1 mese da quando li ho attivati, pare che nessuno si sia degnato di fare un click su uno di questi annunci, quindi, come prevedevo, non riceverò neppure un dollaro per il faticoso lavoro di attivazione. E' inutile, questo è un blog di cazzeggio puro, anche se si parla, di tanto in tanto, di argomenti professionali, sempre nel cazzeggio restiamo.
09/11/2005
Stazione Bologna Centrale: il lifting di Via Carracci
E' meglio che nulla, certo, ma è solo una pallida ombra del progetto Bofill. L'urbanista Mattioli, nel suo intervento del 2002 (almeno credo: brutta abitudine quella di non mettere l'anno sulle pagine web, che non sono propriamente usa e getta), dimostra che il progetto TAV Guazzaloca-Cimoli per la stazione ferroviaria di Bologna è la classica soluzione di ripiego.
Ma inutile prendersela con Guazzaloca, cari bolognesi, visto che il progetto fu bocciato proprio da "noi bolognesi di m." in un catastrofico referendum.
Bofill avrebbe potuto essere qualcosa di più di quello che è sempre stato (i bolognesi potranno cogliere la fine allusione), avrebbe potuto essere uno squarcio di luce e di ossigeno su una grande parte della città che ormai rimane condannata al suo destino di squallido ghetto.
Non l'abbiamo voluto, abbiamo diffidato di un architetto di Barcellona, abbiamo preferito i nostri geometri, e allora teniamoci questa città di cacca e consoliamoci con i bofill nostrani.
Sai che gusto.
5am
E' meglio che nulla, certo, ma è solo una pallida ombra del progetto Bofill. L'urbanista Mattioli, nel suo intervento del 2002 (almeno credo: brutta abitudine quella di non mettere l'anno sulle pagine web, che non sono propriamente usa e getta), dimostra che il progetto TAV Guazzaloca-Cimoli per la stazione ferroviaria di Bologna è la classica soluzione di ripiego.
Ma inutile prendersela con Guazzaloca, cari bolognesi, visto che il progetto fu bocciato proprio da "noi bolognesi di m." in un catastrofico referendum.
Bofill avrebbe potuto essere qualcosa di più di quello che è sempre stato (i bolognesi potranno cogliere la fine allusione), avrebbe potuto essere uno squarcio di luce e di ossigeno su una grande parte della città che ormai rimane condannata al suo destino di squallido ghetto.
Non l'abbiamo voluto, abbiamo diffidato di un architetto di Barcellona, abbiamo preferito i nostri geometri, e allora teniamoci questa città di cacca e consoliamoci con i bofill nostrani.
Sai che gusto.
5am
08/11/2005
una scoperta - tante scoperte
Post di Paolo.
Classifica dei primi 100 blog italiani,
La scorro, si sa mai, non che ci speri, ma si sa mai, la scorro.
A un certo punto trovo un sito dichiaratamente bolognese, e non è il mio.
Per dimostrare che non sono invidioso metto qui il link perchè è piuttosto bellino, molto spiritoso, ci scrive anche Enrico Brizzi, che prima non consideravo (per partito preso, è evidente), ma che adesso , da che ho letto nessuno lo saprà, considero.
Lo cura Maso, che si dimostra anche geniale osservatore di umarells bolognesi (vedi foto sotto e anche tutte le altre).
Insomma una vera miniera.
Altro che quel cadavere (annunciato: io l'avevo detto che non poteva durare !) del bologna-city-blog !
5am
PS: Non ho scelto a caso l'immagine del cassonetto. Ieri, infatti, quando mi sono alzato da letto avevo pochi obiettivi: particamente vuotare il rusco (= l'immondizia) e poco altro. Ma non sottovalutatelo, con la raccolta differenziata, la cosa era piuttosto impegnativa, perchè ieri il rusco comprendeva anche il sacchetto delle bottigliette e dei vasetti di vetro. E noi, che siamo nella periferia della periferia, non abbiamo la campana del vetro.
Quindi sono uscito con i miei 4 sacchetti: il biologico, il vetro, e due per gli altri materiali. Invece di andare sinistra sono andato a destra verso le scuole, dove ci sono i bidoni in assetto completo (c'è perfino quello delle pile !).
E c'è anche il cassonetto per la raccolta degli abiti usati: sventrato, allagato, con gli stracci, le scarpe e le ciabatte sparsi tutt'attorno per la strada.
Osservo lo scempio, apro con la chiave il cassonetto del biologico e ci verso il sacchetto del biologico, apro col piede il cassonetto del non-bio e ci verso i due sacchetti del non-bio, infilo la bocca della busta dei vetri nella bocca della campana dei vetri e ci verso i vetri (bello il rumore dei vetri che cadendo si frantumano sul fondo della campana), apro di nuovo il cassonetto del non-bio e ci getto il sacchetto che conteneva i vetri.
Missione compiuta. Mi merito il giornale. Proseguo fino all'edicola.
Dopo cento metri un altro punto-cassonetti, anche questa è zona ricca e anche qui c'è il cassonetto abiti usati: non sventrato ma anche questo circondato da stracci, scarpe e ciabatte usate.
Ora ricordo di alcuni giorni fa, quando vidi la piccola zingarella uscire proprio da questo cassonetto impugnando uno straccetto rosa: gli occhioni sgranati, attenta a quello che si muove intorno (me compreso) e attenta a riemergere senza danni dalla sua immersione.
Ricordo anche, due settimane fa, quando nel giardino della casa gialla, che attraverso la mattina per portare i bambini a scuola, metà giardino era tapezzato di stracci orrendi, trafugati dal cassonetto eppoi abbandonati dappertutto su tutta la superficie del giardino.
Post di Paolo.
Classifica dei primi 100 blog italiani,
La scorro, si sa mai, non che ci speri, ma si sa mai, la scorro.
A un certo punto trovo un sito dichiaratamente bolognese, e non è il mio.
Per dimostrare che non sono invidioso metto qui il link perchè è piuttosto bellino, molto spiritoso, ci scrive anche Enrico Brizzi, che prima non consideravo (per partito preso, è evidente), ma che adesso , da che ho letto nessuno lo saprà, considero.
Lo cura Maso, che si dimostra anche geniale osservatore di umarells bolognesi (vedi foto sotto e anche tutte le altre).
Insomma una vera miniera.
Altro che quel cadavere (annunciato: io l'avevo detto che non poteva durare !) del bologna-city-blog !
5am
PS: Non ho scelto a caso l'immagine del cassonetto. Ieri, infatti, quando mi sono alzato da letto avevo pochi obiettivi: particamente vuotare il rusco (= l'immondizia) e poco altro. Ma non sottovalutatelo, con la raccolta differenziata, la cosa era piuttosto impegnativa, perchè ieri il rusco comprendeva anche il sacchetto delle bottigliette e dei vasetti di vetro. E noi, che siamo nella periferia della periferia, non abbiamo la campana del vetro.
Quindi sono uscito con i miei 4 sacchetti: il biologico, il vetro, e due per gli altri materiali. Invece di andare sinistra sono andato a destra verso le scuole, dove ci sono i bidoni in assetto completo (c'è perfino quello delle pile !).
E c'è anche il cassonetto per la raccolta degli abiti usati: sventrato, allagato, con gli stracci, le scarpe e le ciabatte sparsi tutt'attorno per la strada.
Osservo lo scempio, apro con la chiave il cassonetto del biologico e ci verso il sacchetto del biologico, apro col piede il cassonetto del non-bio e ci verso i due sacchetti del non-bio, infilo la bocca della busta dei vetri nella bocca della campana dei vetri e ci verso i vetri (bello il rumore dei vetri che cadendo si frantumano sul fondo della campana), apro di nuovo il cassonetto del non-bio e ci getto il sacchetto che conteneva i vetri.
Missione compiuta. Mi merito il giornale. Proseguo fino all'edicola.
Dopo cento metri un altro punto-cassonetti, anche questa è zona ricca e anche qui c'è il cassonetto abiti usati: non sventrato ma anche questo circondato da stracci, scarpe e ciabatte usate.
Ora ricordo di alcuni giorni fa, quando vidi la piccola zingarella uscire proprio da questo cassonetto impugnando uno straccetto rosa: gli occhioni sgranati, attenta a quello che si muove intorno (me compreso) e attenta a riemergere senza danni dalla sua immersione.
Ricordo anche, due settimane fa, quando nel giardino della casa gialla, che attraverso la mattina per portare i bambini a scuola, metà giardino era tapezzato di stracci orrendi, trafugati dal cassonetto eppoi abbandonati dappertutto su tutta la superficie del giardino.
banlieu
E' un momento molto stimolante, specialmente per noi abitanti delle periferie.
Quelle francesi bruciano,
Prodi dice, con lo stesso tono con cui chiede alla Flavia di preparargli una camomilla, che anche le nostre bruceranno.
Intanto Cofferati non brucia ma brilla: soprattutto se paragonato all'opacità dei suoi predecessori e dei suoi contestatori.
Prendiamo ad esempio Walter Vitali, ultimo sindaco comunista (ops. diessino) prima dello shock (uno shock inutile, purtroppo) Guazzaloca, primo sindaco di Bologna non di sinistra dal dopoguerra.
Ieri Walter Vitali compare in due distinti articoli de La Repubblica, edizione Emilia Romagna e, nel primo di questi (a pagina I e VII), firma un "intervento" dall'impegnativo titolo: "La Chiusa e la nostra autostrada ambientale".
Qui, prendendo spunto dalla proposta di riconoscere come monumento nazionale la chiusa del Reno di Casalecchio, decanta il sistema delle acque di Bologna, tutto giusto, sacrosanto e commovente fino al passaggio in cui sostiene che "Il Comune di Bologna può vedere i risultati degli interventi effettuati nel tempo lungo il Navile, che hanno reso l'acqua pulita e le sponde percorribili".
Conosco il Navile come o meglio delle mie tasche: da bambino, con gli amici, ci catturavo le anguille, stordite dal micidiale composto chimico (per semplicità potremmo anche chiamarlo acqua) che vi scorreva. Erano talmente imbambolate che bastava avere un volgare retino ed un bastone per prenderle.
E lo si faceva per il gusto sadico della cattura, non eravamo così pazzi da volerci suicidare mangiandole.
Oggi l'acqua emana lo stesso nauseabondo odore (puzza) di allora. Anche ammesso che sia stato installato qualche depuratore in qualcuno degli innumerevoli scoli che tuttora versano liquami in questa fogna, che attraversa a cielo aperto una bella fetta di Bologna, non mi risulta che sia mai stato dragato (e risanato) il fondo del canale, i cui fanghi, se si fossero trovati in qualche deposito dell'Iraq, avrebbero potuto costituire la prova definitiva delle armi di distruzioni di massa che Bush invano cercava.
Questo con riferimento all'acqua pulita, per quanto riguarda poi le "sponde percorribili" non andiamo meglio: Ponte della Bionda e Fornace Galotti sono stati pregevoli interventi, lo riconosco, ma il resto del percorso rimane regno di pantegane da guinnes e di spacciatori che è meglio non incrociare in questa romantica passeggiata.
Ma il buon Vitali, non contento di questo, compare anche in un altro articolo, a pagina III dove si ritrae il salotto buono dei professori de Il Mulino, che diffidano sempre più apertamente del nostro Cofferati e rimpiangono i tempi in cui "Vitali ci consultava spesso, lui (Cofferati) è cordiale ma mantiene le distanze".
Evviva !
Ecco la cosa che mi piaceva di più quando votai Cofferati: il suo essere out, cioè fuori dall'asfittico salotto buono bolognese, e spero che continui a rimanerne fuori, perchè, come dimostrano le parole di Vitali sullo stato del Navile, in quel salotto tira un'aria strana, che fa un pò rincoglionire chi lo frequenta.
5am
E' un momento molto stimolante, specialmente per noi abitanti delle periferie.
Quelle francesi bruciano,
Prodi dice, con lo stesso tono con cui chiede alla Flavia di preparargli una camomilla, che anche le nostre bruceranno.
Intanto Cofferati non brucia ma brilla: soprattutto se paragonato all'opacità dei suoi predecessori e dei suoi contestatori.
Prendiamo ad esempio Walter Vitali, ultimo sindaco comunista (ops. diessino) prima dello shock (uno shock inutile, purtroppo) Guazzaloca, primo sindaco di Bologna non di sinistra dal dopoguerra.
Ieri Walter Vitali compare in due distinti articoli de La Repubblica, edizione Emilia Romagna e, nel primo di questi (a pagina I e VII), firma un "intervento" dall'impegnativo titolo: "La Chiusa e la nostra autostrada ambientale".
Qui, prendendo spunto dalla proposta di riconoscere come monumento nazionale la chiusa del Reno di Casalecchio, decanta il sistema delle acque di Bologna, tutto giusto, sacrosanto e commovente fino al passaggio in cui sostiene che "Il Comune di Bologna può vedere i risultati degli interventi effettuati nel tempo lungo il Navile, che hanno reso l'acqua pulita e le sponde percorribili".
Conosco il Navile come o meglio delle mie tasche: da bambino, con gli amici, ci catturavo le anguille, stordite dal micidiale composto chimico (per semplicità potremmo anche chiamarlo acqua) che vi scorreva. Erano talmente imbambolate che bastava avere un volgare retino ed un bastone per prenderle.
E lo si faceva per il gusto sadico della cattura, non eravamo così pazzi da volerci suicidare mangiandole.
Oggi l'acqua emana lo stesso nauseabondo odore (puzza) di allora. Anche ammesso che sia stato installato qualche depuratore in qualcuno degli innumerevoli scoli che tuttora versano liquami in questa fogna, che attraversa a cielo aperto una bella fetta di Bologna, non mi risulta che sia mai stato dragato (e risanato) il fondo del canale, i cui fanghi, se si fossero trovati in qualche deposito dell'Iraq, avrebbero potuto costituire la prova definitiva delle armi di distruzioni di massa che Bush invano cercava.
Questo con riferimento all'acqua pulita, per quanto riguarda poi le "sponde percorribili" non andiamo meglio: Ponte della Bionda e Fornace Galotti sono stati pregevoli interventi, lo riconosco, ma il resto del percorso rimane regno di pantegane da guinnes e di spacciatori che è meglio non incrociare in questa romantica passeggiata.
Ma il buon Vitali, non contento di questo, compare anche in un altro articolo, a pagina III dove si ritrae il salotto buono dei professori de Il Mulino, che diffidano sempre più apertamente del nostro Cofferati e rimpiangono i tempi in cui "Vitali ci consultava spesso, lui (Cofferati) è cordiale ma mantiene le distanze".
Evviva !
Ecco la cosa che mi piaceva di più quando votai Cofferati: il suo essere out, cioè fuori dall'asfittico salotto buono bolognese, e spero che continui a rimanerne fuori, perchè, come dimostrano le parole di Vitali sullo stato del Navile, in quel salotto tira un'aria strana, che fa un pò rincoglionire chi lo frequenta.
5am
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