24/09/2005

chi va con lo zoppo...

Nella polemica di mezza estate su fazio, opa, banche italiane e banche estere mi inserisco per raccontare la mia modesta, ma lunga, esperienza di cliente di banca.

Il primo conto (non si scorda mai) lo aprii nel 1984, quando fresco di laurea cominciai a guadagnare i primi stipendi.
Credito italiano, si chiamava, una banca che più italiana di così non si poteva.
Di questa esperienza ricordo solo che mi fecero incazzare, ma non ricordo più perchè, e di punto in bianco decisi di punirli chiudendo il conto.
Allora capii che anche in queste cose banali, come avere un conto in banca per incassare lo stipendio e pagare le bollette, era meglio avere una persona di fiducia e aprii il conto in una banca dal nome strano: banca d'america e d'italia, fondata quasi un secolo fa dagli emigranti che la usavano per rispedire al paesello i loro sudati guadagni.
Una mia carissima (issimissima) amica e compagna di studi aveva trovato lavoro lì e mi sembrò giusto e naturale aprire il conto lì.
E ancora lì lo tengo oggi: la banchina è stata poi fagocitata da un colosso dal nome deutsche bank.
Io non mi lamento perchè per qualsiasi problema e servizio mi basta telefonare a lei ed il gioco è fatto: abbiamo inventato il phone banking 20 anni fa, però non sono cieco.
Nelle rare occasioni in cui mi reco allo sportello vedo di che pasta è fatta anche questa mitica banca "straniera".
A parte il nome e la proprietà, qui di straniero non c'è proprio nulla, tantomeno la burocrazia ed il vizietto di modificarti continuamente, in camuffa, le condizioni del conto.
Insomma, io non sono certo un fazista, entrino pure in Italia le banche straniere, ma cerchino di restare un pò disadattate, checcavolo, non si assimilino troppo ai difetti delle banche nazionali.
Vive la difference !

Buongiorno (pausa) e buona fortuna
5am