21/11/2004
security bullettin
Finalmente, dopo due mesi di fastidioso servizio, questa mattina il zone alarm si è reso utile segnalando un dialer (IE11EB.TMP.EXE) preso chissà dove, di cui non ho trovato traccia su google.
Azioni: 1) su ZA: ok al blocco dell'accesso a internet; 2) su Task Manager: terminato il processo; 3) su Registro del Sistema: eliminata la corrispondente chiave.
Ora vado a dare da mangiare al gatto.
Buongiorno e Buona Domenica.
5am
Finalmente, dopo due mesi di fastidioso servizio, questa mattina il zone alarm si è reso utile segnalando un dialer (IE11EB.TMP.EXE) preso chissà dove, di cui non ho trovato traccia su google.
Azioni: 1) su ZA: ok al blocco dell'accesso a internet; 2) su Task Manager: terminato il processo; 3) su Registro del Sistema: eliminata la corrispondente chiave.
Ora vado a dare da mangiare al gatto.
Buongiorno e Buona Domenica.
5am
17/11/2004
perchè i bloggers vogliono pubblicare un libro ?
Finito un libro, le meravigliose "Memorie di Adriano", ne attacco subito un altro, "I Racconti" di Italo Svevo.
Un librio che fa parte di quella categoria denominata, dal mio diletto Kundera, dei "Testamenti Traditi", cioè quei libri costruiti e pubblicati dopo la morte dell'autore, per motivi più o meno leciti, poco importa, comunque libri non pensati e voluti dall'autore.
In ogni caso questo c'era in casa da leggere e questo leggerò.
Scusami Italo.
Inizio leggendo la bibliobiografia dell'autore.
Più che una lettura è un ripasso, poichè l'ho già letta in passato in occasione della "Coscienza di Zeno" e di "Senilità".
Ricordarsi di comprare "Una vita", il primo romanzo che non ho mai letto. Almeno credo.
Sempre interessanti le biografie degli autori, sempre ricche di spunti di riflessione, come lo è stata quella che ho letto di recente, alla fine del libro di Marguerite Yourcenar.
Italo Svevo era uno scrittore-lavoratore.
Un pò come sono tanti bloggers.
Faceva un lavoro che non aveva nulla a che fare con la scrittura: impiegato di banca prima, dirigente dell'azienda di vernici sottomarine dello suocero, poi.
Eppure scriveva divinamente.
Eppure faceva fatica a pubblicare le sue opere e, soprattutto, non ottenne mai il successo che avrebbe meritato. O meglio l'ottenne poco tempo prima di morire.
E' vero che era molto apprezzato dal suo insegnante d'inglese, un tale di nome James Joyce, che non era l'ultimo degli incompetenti in fatto di scrittura.
Ma il pubblico lo snobbava.
E lui un pò ci soffriva.
Anche i bloggers ci soffrono e per questo vorrebbero pubblicare un libro.
Per vedere se qualcuno pagherebbe per leggere le loro opere.
Perchè l'accesso gratuito, e spesso distratto, dei lettori dei blog non è la prova provata di piacere.
Ma ti piace quello che scrivo? Ma quanto ti piace ?
E, fatale domanda, compreresti un mio libro ?
Finito un libro, le meravigliose "Memorie di Adriano", ne attacco subito un altro, "I Racconti" di Italo Svevo.
Un librio che fa parte di quella categoria denominata, dal mio diletto Kundera, dei "Testamenti Traditi", cioè quei libri costruiti e pubblicati dopo la morte dell'autore, per motivi più o meno leciti, poco importa, comunque libri non pensati e voluti dall'autore.
In ogni caso questo c'era in casa da leggere e questo leggerò.
Scusami Italo.
Inizio leggendo la bibliobiografia dell'autore.
Più che una lettura è un ripasso, poichè l'ho già letta in passato in occasione della "Coscienza di Zeno" e di "Senilità".
Ricordarsi di comprare "Una vita", il primo romanzo che non ho mai letto. Almeno credo.
Sempre interessanti le biografie degli autori, sempre ricche di spunti di riflessione, come lo è stata quella che ho letto di recente, alla fine del libro di Marguerite Yourcenar.
Italo Svevo era uno scrittore-lavoratore.
Un pò come sono tanti bloggers.
Faceva un lavoro che non aveva nulla a che fare con la scrittura: impiegato di banca prima, dirigente dell'azienda di vernici sottomarine dello suocero, poi.
Eppure scriveva divinamente.
Eppure faceva fatica a pubblicare le sue opere e, soprattutto, non ottenne mai il successo che avrebbe meritato. O meglio l'ottenne poco tempo prima di morire.
E' vero che era molto apprezzato dal suo insegnante d'inglese, un tale di nome James Joyce, che non era l'ultimo degli incompetenti in fatto di scrittura.
Ma il pubblico lo snobbava.
E lui un pò ci soffriva.
Anche i bloggers ci soffrono e per questo vorrebbero pubblicare un libro.
Per vedere se qualcuno pagherebbe per leggere le loro opere.
Perchè l'accesso gratuito, e spesso distratto, dei lettori dei blog non è la prova provata di piacere.
Ma ti piace quello che scrivo? Ma quanto ti piace ?
E, fatale domanda, compreresti un mio libro ?
un arabo
8.45 Marzabotto centro.
Lui è fermo sul bordo della strada, come aspettando di poter attraversare.
Io mi fermo per lasciarlo passare.
Vedo che non si decide e gli faccio segno come per dire: "Non deve attraversare ?"
Lui, per tutta risposta mi fa un cenno come per dire: "Mi da un passaggio ?"
Faccia da lavoratore, mi fermo, "Dove va ?"
Lui, in buon italiano: "A Sibano"
"Salga"
Sale.
"Allora stava aspettando la corriera ?" chiedo.
"Sì, arriva alle 10," risponde.
"Alle 10 ?" chiedo stupito "Manca più di un'ora, forse voleva dire alle 9"
"No, no, proprio alle 10"
"Allora aveva un bel pò da aspettare, con questo freddo poi.."
"Eh sì," risponde tranquillo. L'idea di dovere aspettare la corriera per un'ora ad un grado di temperatura, non sembra turbarlo granchè.
"Va a lavorare ?"
"Sì, lavoro a Sibano ma abito a Galliera"
"Galliera, quella vicino a Ferrara ?" chiedo, sempre più stupito.
"Sì, proprio lì"
"Beh, gli affitti lì sono meno cari che a Bologna"
"Sì, anche se devo fare un bel viaggio per venire a lavorare qui: sono partito alle 6 da Galliera, poi ho preso il treno alle 8.05 a Bologna per Marzabotto e adesso dovevo aspettare la corriera fino alle 10 per arrivare a Sibano (da Marzabotto a Sibano sono circa cinque chilometri)"
"Proprio un bel viaggio," dico "però a lavorare ha un buon orario se può iniziare oltre le 10".
"Eccoci a Sibano, dov'è il posto ?"
"E' quella casa lì, grazie, il cantiere è quasi finito"
Accosto e mi fermo: "Bene, allora buon lavoro"
"Grazie amico, ciao !"
"Ciao"
8.45 Marzabotto centro.
Lui è fermo sul bordo della strada, come aspettando di poter attraversare.
Io mi fermo per lasciarlo passare.
Vedo che non si decide e gli faccio segno come per dire: "Non deve attraversare ?"
Lui, per tutta risposta mi fa un cenno come per dire: "Mi da un passaggio ?"
Faccia da lavoratore, mi fermo, "Dove va ?"
Lui, in buon italiano: "A Sibano"
"Salga"
Sale.
"Allora stava aspettando la corriera ?" chiedo.
"Sì, arriva alle 10," risponde.
"Alle 10 ?" chiedo stupito "Manca più di un'ora, forse voleva dire alle 9"
"No, no, proprio alle 10"
"Allora aveva un bel pò da aspettare, con questo freddo poi.."
"Eh sì," risponde tranquillo. L'idea di dovere aspettare la corriera per un'ora ad un grado di temperatura, non sembra turbarlo granchè.
"Va a lavorare ?"
"Sì, lavoro a Sibano ma abito a Galliera"
"Galliera, quella vicino a Ferrara ?" chiedo, sempre più stupito.
"Sì, proprio lì"
"Beh, gli affitti lì sono meno cari che a Bologna"
"Sì, anche se devo fare un bel viaggio per venire a lavorare qui: sono partito alle 6 da Galliera, poi ho preso il treno alle 8.05 a Bologna per Marzabotto e adesso dovevo aspettare la corriera fino alle 10 per arrivare a Sibano (da Marzabotto a Sibano sono circa cinque chilometri)"
"Proprio un bel viaggio," dico "però a lavorare ha un buon orario se può iniziare oltre le 10".
"Eccoci a Sibano, dov'è il posto ?"
"E' quella casa lì, grazie, il cantiere è quasi finito"
Accosto e mi fermo: "Bene, allora buon lavoro"
"Grazie amico, ciao !"
"Ciao"
ultime dal fronte
"Tanto più tenevo a far di Gerusalemme una città come le altre, dove potessero coesistere in pace più culti e più razze; dimenticavo che, in ogni conflitto tra il fanatismo e il buon senso, è raro che quest'ultimo prevalga."
Da "Memorie di Adriano" di Marguerite Yourcenar, ed. Plon Parigi 1951 (la traduzione è dall'edizione Einaudi Tascabili del 2002).
Buongiorno
5am
"Tanto più tenevo a far di Gerusalemme una città come le altre, dove potessero coesistere in pace più culti e più razze; dimenticavo che, in ogni conflitto tra il fanatismo e il buon senso, è raro che quest'ultimo prevalga."
Da "Memorie di Adriano" di Marguerite Yourcenar, ed. Plon Parigi 1951 (la traduzione è dall'edizione Einaudi Tascabili del 2002).
Buongiorno
5am
miseria patinata
Sabato, dopo lungo travaglio interiore, acquisto La Repubblica.
La scelta del quotidiano da sfogliare il sabato non dovrebbe essere granchè difficile. Per abitudine sarei portato ad acquistare Repubblica, ma c'è quel dannato inserto che mi scoccia maledettamente essere obbligato a portarmi a casa.
Odio gli inserti dei giornali in generale e, particolarmente, l'inserto D del sabato.
Forse sabato, almeno, ho capito razionalmente il perchè di questa antipatia.
Annegati in un fiume in piena di profumi, gioielli, belle donne provocanti, cromature d'auto e quant'altro di meglio il capitalismo più sfacciato e consumista può proporre al giorno d'oggi, due servizi sulla miseria nel mondo: minatori di carbone in Cina e la favela di Rio de Janeiro. Le fotografie dei minatori scattate con la stessa tecnica del servizio di moda, una bella collezione stile china-hardwork, ti fanno quasi venire voglia di andare a passare una settimana in miniera, allo stesso modo in cui due pagine prima ti saresti volentieri scopato la modella di cavalli, direttamente lì sul set di posa, poi, dopo l'idromassaggio, ti saresti cosparso di profumo, avresti visto sulla tua patacca di marca di essere terribilmente in ritardo e saresti salito di corsa a bordo dell'ultimo modello di bmw per tornare a casa, un loft da sogno nel quale non entrerai mai in vita tua, neppure per consegnare una pizza.
I media, particolarmente quelli “di sinistra”, ci vedono così: gente che sbava per gli oggetti di lusso ma che vuole anche essere un pò informata delle sfighe del mondo.
Sabato, dopo lungo travaglio interiore, acquisto La Repubblica.
La scelta del quotidiano da sfogliare il sabato non dovrebbe essere granchè difficile. Per abitudine sarei portato ad acquistare Repubblica, ma c'è quel dannato inserto che mi scoccia maledettamente essere obbligato a portarmi a casa.
Odio gli inserti dei giornali in generale e, particolarmente, l'inserto D del sabato.
Forse sabato, almeno, ho capito razionalmente il perchè di questa antipatia.
Annegati in un fiume in piena di profumi, gioielli, belle donne provocanti, cromature d'auto e quant'altro di meglio il capitalismo più sfacciato e consumista può proporre al giorno d'oggi, due servizi sulla miseria nel mondo: minatori di carbone in Cina e la favela di Rio de Janeiro. Le fotografie dei minatori scattate con la stessa tecnica del servizio di moda, una bella collezione stile china-hardwork, ti fanno quasi venire voglia di andare a passare una settimana in miniera, allo stesso modo in cui due pagine prima ti saresti volentieri scopato la modella di cavalli, direttamente lì sul set di posa, poi, dopo l'idromassaggio, ti saresti cosparso di profumo, avresti visto sulla tua patacca di marca di essere terribilmente in ritardo e saresti salito di corsa a bordo dell'ultimo modello di bmw per tornare a casa, un loft da sogno nel quale non entrerai mai in vita tua, neppure per consegnare una pizza.
I media, particolarmente quelli “di sinistra”, ci vedono così: gente che sbava per gli oggetti di lusso ma che vuole anche essere un pò informata delle sfighe del mondo.
11/11/2004
gossip
A proposito di morti, moribondi e vite stressanti, fonti bene informate affermano che all'origine delle difficoltà coronariche del senatùr, ci sarebbe una passione, ricambiata, per la luisona nazionale. Sarà vero ?
Conferme non ne ho trovate, ma indizi parecchi.
5am
A proposito di morti, moribondi e vite stressanti, fonti bene informate affermano che all'origine delle difficoltà coronariche del senatùr, ci sarebbe una passione, ricambiata, per la luisona nazionale. Sarà vero ?
Conferme non ne ho trovate, ma indizi parecchi.
5am
morti due volte
Un'ora fa l'annuncio, definitivo, si spera: Arafat è morto.
Era già morto la settimana scorsa, poi si sono accorti che c'erano parecchie cose da sistemare e l'hanno fatto resuscitare.
Ora dovrebbe essere tutto a posto.
R.I.P.
Buongiorno a tutti gli altri !
5am
Un'ora fa l'annuncio, definitivo, si spera: Arafat è morto.
Era già morto la settimana scorsa, poi si sono accorti che c'erano parecchie cose da sistemare e l'hanno fatto resuscitare.
Ora dovrebbe essere tutto a posto.
R.I.P.
Buongiorno a tutti gli altri !
5am
05/11/2004
il pifferaio
Avete presente quei coglioni che si divertivano a buttare sassi dai cavalcavia sulle auto che passavano sotto ?
Cominciava uno, tv e giornali ne parlavano.
Proseguiva un altro, tv e giornali ne straparlavano.
E diventava una vera epidemia.
Ecco, secondo me il fanatismo islamico è, per certi versi, un fenomeno simile.
Bin Laden che, evidentemente, questi meccanismi li conosce molto bene, compie azioni clamorose: poca spesa e molta resa, soprattutto mediatica, e gli altri seguono, è naturale, come l'ultimo in Olanda di cui ho parlato poco fa.
Avete presente quei coglioni che si divertivano a buttare sassi dai cavalcavia sulle auto che passavano sotto ?
Cominciava uno, tv e giornali ne parlavano.
Proseguiva un altro, tv e giornali ne straparlavano.
E diventava una vera epidemia.
Ecco, secondo me il fanatismo islamico è, per certi versi, un fenomeno simile.
Bin Laden che, evidentemente, questi meccanismi li conosce molto bene, compie azioni clamorose: poca spesa e molta resa, soprattutto mediatica, e gli altri seguono, è naturale, come l'ultimo in Olanda di cui ho parlato poco fa.
fioretto e mannaia
E, a proposito de Il Foglio e dintorni, parliamo del suo baricentro, del suo megadirettore, del Giuliano Ferrara, che ieri mattina era l'ambito ospite delle trasmissioni radiofoniche a commento delle presidenziali USA.
Giustamente celebrato per il trionfo del suo sagace e spiritoso cazzeggio, gigioneggiava per radio, che è sempre un piacere ascoltarlo, che ci sa dare di fioretto e di mannaia.
La mannaia però non passa mica tanto inosservata: dire che è dimostrato che è in atto una guerra fra civiltà, perchè ieri uno stronzo ha assassinato, per motivi religiosi, il pro-pro-nipote di Van Gogh, è un colpo di mannaia che meriterebbe di cadere sul suo piedone: così imparerebbe a non far finta di dimenticare gli integralisti cattolici made in USA che ammazzano i ginecologi, rei di non essere obiettori sull'aborto.
Più che di scontro di civiltà si dovrebbe parlare di micidiale gara a chi è più fanatico.
Buongiorno !
5am
E, a proposito de Il Foglio e dintorni, parliamo del suo baricentro, del suo megadirettore, del Giuliano Ferrara, che ieri mattina era l'ambito ospite delle trasmissioni radiofoniche a commento delle presidenziali USA.
Giustamente celebrato per il trionfo del suo sagace e spiritoso cazzeggio, gigioneggiava per radio, che è sempre un piacere ascoltarlo, che ci sa dare di fioretto e di mannaia.
La mannaia però non passa mica tanto inosservata: dire che è dimostrato che è in atto una guerra fra civiltà, perchè ieri uno stronzo ha assassinato, per motivi religiosi, il pro-pro-nipote di Van Gogh, è un colpo di mannaia che meriterebbe di cadere sul suo piedone: così imparerebbe a non far finta di dimenticare gli integralisti cattolici made in USA che ammazzano i ginecologi, rei di non essere obiettori sull'aborto.
Più che di scontro di civiltà si dovrebbe parlare di micidiale gara a chi è più fanatico.
Buongiorno !
5am
04/11/2004
E' ufficiale, è Camillo
La casa non era già abbastanza piccola, la famiglia non era già abbastanza numerosa, ma io, nel corso del rituale tour dei cimiteri, per la festa di Aulin, dopo tanti morti, quando ho visto, sul prato della fattoria di mio zio, quella simpatica nidiata di cuccioli, che era un inno alla vita, non ho resistito, ho ceduto, così da solo, senza che nessuno mi chiedesse nulla, e sono tornato a casa con Camillo, che non è il fratello di wittgenstein, per la felicità generale dei miei figli, e questo era scontato, ma anche di, sorpresa !, mia moglie.
Valle a capire le donne !
La casa non era già abbastanza piccola, la famiglia non era già abbastanza numerosa, ma io, nel corso del rituale tour dei cimiteri, per la festa di Aulin, dopo tanti morti, quando ho visto, sul prato della fattoria di mio zio, quella simpatica nidiata di cuccioli, che era un inno alla vita, non ho resistito, ho ceduto, così da solo, senza che nessuno mi chiedesse nulla, e sono tornato a casa con Camillo, che non è il fratello di wittgenstein, per la felicità generale dei miei figli, e questo era scontato, ma anche di, sorpresa !, mia moglie.
Valle a capire le donne !
Succede di tutto.
Arafat muore, Frattini viene nominato commissario UE, le presidenziali USA si sono chiuse ieri, e cosa ti passa Rai uno dalle 19.00 alle 21.00 ? La solita partita di calcio, preceduta dalla biografia di Walter Zenga, questa sera allenatore della squadra .... (non mi chiedete quale perchè non l'ho proprio registrata).
Uè dico ! (scusate, stavo tornando da Milano) E' morto Arafat, mica uno qualunque, uno che sta in mezzo, volente o nolente, a buona parte delle guerre che si sono combattute dopo la II mondiale, per non parlare del suo ruolo nella storia del terrorismo dalla fine degli anni 60 in poi.
Ma voi appassionatevi pure alle vicende del simpatico Walter, raccontateci pure dei quattro mortaretti che sono stati lanciati in campo, di come porta i capelli la mezz'ala.
Very very interesting.
Fortunatamente su Radio24 c'è una giornalista che sa il fatto suo e non va a farfalle come fate voi. Maria Giovanna Maglie, che lavorava dalle vostre parti, ma che probabilmente non valeva la pena trattenere, come anche Santalmassi e come chissà quanti altri giornalisti con la G maiuscola, che forse potevano fare ombra al vespino vostro.
Ah, buona poi quella che ho sentito nel mini-notiziario che avete mandato quando lorsignori hanno dovuto sospendere la partitella per cambiarsi la canottiera: Un tizio (un ministro, un sottosegretario, boh ? Sicuramente un pirla) ha proposto questa bella pensata: introdurre un articolo del codice penale per poter processare i commercianti taglieggiati dalla mafia, nel caso non sporgano denuncia contro i loro ricattatori. “Così forniremo loro un pretesto per opporsi al pagamento del pizzo” (riporto quasi testualmente). Ridiamo per non piangere: ecco a Voi una delle efficaci misure del governo contro la criminalità.
Da aggiungere al già lungo elenco dei traguardi raggiunti in fatto di sicurezza dei cittadini.
Sarebbe stato meglio aveste ripreso a parlare di Zenga.
Succede di tutto ma, davanti al pallone, alla Rai non frega un cazzo di niente.
5am
Arafat muore, Frattini viene nominato commissario UE, le presidenziali USA si sono chiuse ieri, e cosa ti passa Rai uno dalle 19.00 alle 21.00 ? La solita partita di calcio, preceduta dalla biografia di Walter Zenga, questa sera allenatore della squadra .... (non mi chiedete quale perchè non l'ho proprio registrata).
Uè dico ! (scusate, stavo tornando da Milano) E' morto Arafat, mica uno qualunque, uno che sta in mezzo, volente o nolente, a buona parte delle guerre che si sono combattute dopo la II mondiale, per non parlare del suo ruolo nella storia del terrorismo dalla fine degli anni 60 in poi.
Ma voi appassionatevi pure alle vicende del simpatico Walter, raccontateci pure dei quattro mortaretti che sono stati lanciati in campo, di come porta i capelli la mezz'ala.
Very very interesting.
Fortunatamente su Radio24 c'è una giornalista che sa il fatto suo e non va a farfalle come fate voi. Maria Giovanna Maglie, che lavorava dalle vostre parti, ma che probabilmente non valeva la pena trattenere, come anche Santalmassi e come chissà quanti altri giornalisti con la G maiuscola, che forse potevano fare ombra al vespino vostro.
Ah, buona poi quella che ho sentito nel mini-notiziario che avete mandato quando lorsignori hanno dovuto sospendere la partitella per cambiarsi la canottiera: Un tizio (un ministro, un sottosegretario, boh ? Sicuramente un pirla) ha proposto questa bella pensata: introdurre un articolo del codice penale per poter processare i commercianti taglieggiati dalla mafia, nel caso non sporgano denuncia contro i loro ricattatori. “Così forniremo loro un pretesto per opporsi al pagamento del pizzo” (riporto quasi testualmente). Ridiamo per non piangere: ecco a Voi una delle efficaci misure del governo contro la criminalità.
Da aggiungere al già lungo elenco dei traguardi raggiunti in fatto di sicurezza dei cittadini.
Sarebbe stato meglio aveste ripreso a parlare di Zenga.
Succede di tutto ma, davanti al pallone, alla Rai non frega un cazzo di niente.
5am
03/11/2004
Conoscete per caso un ragazzo di Boston
la cui faccia ricorda il crollo di una diga?
(dedicato a John Kerry)
"Lui adesso vive ad Atlantide
con un cappello pieno di ricordi
ha la faccia di uno che ha capito
e anche un principio di tristezza in fondo all'anima
nasconde sotto il letto barattoli di birra disperata
e a volte ritiene di essere un eroe
Lui adesso vive in California
da 7 anni sotto una veranda ad aspettare le nuvole
è diventato un grosso suonatore di chitarre
e stravede per una donna chiamata Lisa
quando le dice tu sei quella con cui vivere
gli si forma una ruga sulla guancia sinistra
Lui adesso vive nel terzo raggio
dove ha imparato a non fare più domande del tipo
conoscete per caso una ragazza di Roma
la cui faccia ricorda il crollo di una diga?
io la incontrai un giorno ed imparai il suo nome
ma mi portò lontano il vizio dell'amore
E così pensava l'uomo di passaggio
mentre volava alto sul cielo di Napoli
rubatele pure i soldi rubatele anche i ricordi
ma lasciatele sempre la sua dolce curiosità
ditele che l'ho perduta quando l'ho capita
ditele che la perdono per averla tradita."
***
Mi dispiace che tu abbia perso.
Non che nutrissi una cieca fiducia in te, ma proprio non potevo pensare che le vincesse l'uomo che si è fatto impallinare come un fesso a casa sua e che, per tutta reazione, ha iniziato a radere al suolo una buona fetta di Asia, senza neppure scalfire coloro che l'avevano provocato e preso per i fondelli.
Forse qualcosa mi sfugge, o forse è sfuggita ai milioni di americani che l'hanno votato, ma non riesco a farmene una ragione.
Peccato, caro John, consoliamoci ascoltando questa bellissima e triste canzone (*).
5am
(*): il testo fra virgolette è quello della canzone Atlantide di Francesco De Gregori, dall'album Buffalo Bill.
la cui faccia ricorda il crollo di una diga?
(dedicato a John Kerry)
"Lui adesso vive ad Atlantide
con un cappello pieno di ricordi
ha la faccia di uno che ha capito
e anche un principio di tristezza in fondo all'anima
nasconde sotto il letto barattoli di birra disperata
e a volte ritiene di essere un eroe
Lui adesso vive in California
da 7 anni sotto una veranda ad aspettare le nuvole
è diventato un grosso suonatore di chitarre
e stravede per una donna chiamata Lisa
quando le dice tu sei quella con cui vivere
gli si forma una ruga sulla guancia sinistra
Lui adesso vive nel terzo raggio
dove ha imparato a non fare più domande del tipo
conoscete per caso una ragazza di Roma
la cui faccia ricorda il crollo di una diga?
io la incontrai un giorno ed imparai il suo nome
ma mi portò lontano il vizio dell'amore
E così pensava l'uomo di passaggio
mentre volava alto sul cielo di Napoli
rubatele pure i soldi rubatele anche i ricordi
ma lasciatele sempre la sua dolce curiosità
ditele che l'ho perduta quando l'ho capita
ditele che la perdono per averla tradita."
***
Mi dispiace che tu abbia perso.
Non che nutrissi una cieca fiducia in te, ma proprio non potevo pensare che le vincesse l'uomo che si è fatto impallinare come un fesso a casa sua e che, per tutta reazione, ha iniziato a radere al suolo una buona fetta di Asia, senza neppure scalfire coloro che l'avevano provocato e preso per i fondelli.
Forse qualcosa mi sfugge, o forse è sfuggita ai milioni di americani che l'hanno votato, ma non riesco a farmene una ragione.
Peccato, caro John, consoliamoci ascoltando questa bellissima e triste canzone (*).
5am
(*): il testo fra virgolette è quello della canzone Atlantide di Francesco De Gregori, dall'album Buffalo Bill.
Safagna
Dialettale, bolognese, meglio csa fagna; in italiano: cosa facciamo, nel senso filosofico-esistenziale di cosa ci stiamo a fare qui.
Safagna, in “Lavorare con lentezza” è il nome immaginario del molto reale quartiere-(ex)ghetto del Pilastro.
Dico ex-ghetto perchè ormai è uno dei quartieri simbolo del proletariato bolognese, e le sue linee architettoniche, direttamente derivate dalla Germania Est degli anni cinquanta, così squallide e così poeticamente rappresentate dalla bella fotografia del film, sono ormai parte di noi.
La nostra consuetudine al brutto è stata plasmata dalle lunghe domeniche passate in quelle cornici, senza avere granchè da fare se non sognare qualche esotica avventura che avremmo dovuto vivere in posti migliori. E allora cosa ci stiamo a fare qui ? Safagna, appunto.
E cosa ci stavamo a fare lì, a diciassette anni, troppo giovani per essere completamente coinvolti e troppo cresciuti per non essere affascinati dal comprendere che qualcosa stava succedendo, nascevano le radio libere, “ma libere veramente”, si provava, per l'ultima volta nel ventesimo secolo, a fare la rivoluzione.
Mi sono riconosciuto nei due sfigati protagonisti del film.
E forse ci siamo riconosciuti in tanti, anche fuori Bologna.
5am
Dialettale, bolognese, meglio csa fagna; in italiano: cosa facciamo, nel senso filosofico-esistenziale di cosa ci stiamo a fare qui.
Safagna, in “Lavorare con lentezza” è il nome immaginario del molto reale quartiere-(ex)ghetto del Pilastro.
Dico ex-ghetto perchè ormai è uno dei quartieri simbolo del proletariato bolognese, e le sue linee architettoniche, direttamente derivate dalla Germania Est degli anni cinquanta, così squallide e così poeticamente rappresentate dalla bella fotografia del film, sono ormai parte di noi.
La nostra consuetudine al brutto è stata plasmata dalle lunghe domeniche passate in quelle cornici, senza avere granchè da fare se non sognare qualche esotica avventura che avremmo dovuto vivere in posti migliori. E allora cosa ci stiamo a fare qui ? Safagna, appunto.
E cosa ci stavamo a fare lì, a diciassette anni, troppo giovani per essere completamente coinvolti e troppo cresciuti per non essere affascinati dal comprendere che qualcosa stava succedendo, nascevano le radio libere, “ma libere veramente”, si provava, per l'ultima volta nel ventesimo secolo, a fare la rivoluzione.
Mi sono riconosciuto nei due sfigati protagonisti del film.
E forse ci siamo riconosciuti in tanti, anche fuori Bologna.
5am
Subscribe to:
Posts (Atom)