16/12/2022

fake news

Ricordate i giornali e i comunicati che, durante la guerra,  con la fronte aggrottata e lo sguardo carico di malizia e diffidenza, leggevamo "tra le righe"? Ci sforzavamo di distinguere il vero dal falso e soprattutto di scoprire se non stavano dicendo il falso per far credere il vero, o il vero per far credere il falso.
C'era il falso-vero e  vero-falso...

Ancora da Europa 33 di Georges Simenon, ed. Adelphi

il francobollo

Forse non sono normale, ma è un'esperienza che ho voluto fare.
E non sono pentito.
Dovevo spedire due buste e mi servivano due francobolli. 
Entro in tabaccheria e chiedo due francobolli.
La giovane tabaccaia apre il libro dei francobolli, tutte le tabaccherie hanno questa specie di libro che contiene i francobolli.
Mi dispiace, dice, ne ho solo uno.
Meglio di niente, faccio io.
Pago un euro e venti, la tariffa per le buste fino a 20 grammi, prendo il francobollo, lo appiccico sulla busta, esco e imbuco.
La strada, Via Zanardi nell'ultimo tratto prima di porta Lame, è piena di negozi quindi m'incammino verso porta Lame sperando di incrociare un'altra tabaccheria.
Passo davanti l'ufficio postale, c'è molta gente nell'anticamera, che forse sta aspettando l'apertura dell'ingresso. Sono solo le 8 e quindici. 
Passo davanti l'edicola, entro, compro il giornale, sono tentato di chiedere se vende francobolli,  ma scarto l'idea, a Bologna le edicole non vendono francobolli,  questa poi sta a pochi metri dall'ufficio postale e da una tabaccheria, figuriamoci. 
Esco dall'edicola e proseguendo vedo un'insegna con la T. 
Bingo! Un'altra tabaccheria proprio vicino alla porta.
Affretto il passo, non vorrei finissero i francobolli ma, quando arrivo, un'altra delusione, la T è solo il richiamo per un distributore automatico di sigarette.
Basta, ci rinuncio e torno sui miei passi.
Ma, passando di nuovo davanti l'ufficio postale, getto lo sguardo dentro e vedo solo tre persone, così decido di entrare. 
Ritiro il numero P002 il secondo per le operazioni postali, sul tabellone sono accesi il numero A001, altre operazioni,  e P001, operazioni postali, entrambi assegnati allo sportello 05, l'unico che abbia una persona al lavoro. 
Bene, il prossimo P sono io, quindi sarà una cosa veloce, sono solo le 8 e venticinque. 
Approfitto dell'attesa per sedermi e leggere il giornale, sempre però tenendo d'occhio il tabellone.
Fra il pubblico in attesa un uomo sta facendo battute ad alta voce sulla disorganizzazione delle poste, vuole evidentemente farsi sentire dai 3 impiegati presenti, uno solo dei quali dedicati al pubblico. 
Scatta il tabellone, A002, è  il turno dello spiritoso ma in quel momento arriva uno che "deve solo chiedere una cosa veloce" e lo spiritoso si dimostra anche gentile lasciandolo passare.
Quando però vediamo l'impiegato alzarsi per andare nel retro a cercare la "cosa veloce" abbiamo tutti la sensazione di esserci fatti fregare, ma con un certo sollievo generale l'impiegato torna subito per dire che non ha trovato nulla.
Il tizio se ne va ringraziando per la gentilezza lo spiritoso che, finalmente, può procedere con le sue operazioni, f24, prelievi, ecc. 
Finito. Cambio di numero sul tabellone, A003.
Mannaggia, il P non si muove.
Continuo a leggere il giornale, sono già alla cronaca locale.
Nuovo cambio, A004.
Mi sembra di essere alle corse di cavalli e di avere puntato sul più brocco.
Intanto arriva uno che va dritto senza esitazioni allo sportello 05. 
Devo chiedere un'informazione, dice.
Prenda il numero, fa l'impiegato. 
Ma è solo un'informazione!
Mi spiace, ma ci sono solo io e dobbiamo rispettare le precedenze!
Giusto, però il mio P002 era uscito prima dell'A004....
Devo fare qualcosa, mi alzo vado al totem dei biglietti e prendo un altro biglietto della lotteria: A006.
Intanto il tizio dell'informazione torna alla carica dello sportello 05 e dice, vorrei parlare con il direttore. 
Non c'è il direttore, fa l'impiegato senza scomporsi.
Informazione a questo punto si arrende e se ne va.
Adesso è il turno della A005, sono emozionato, fra poco sarà il mio turno.
La A005 se ne va, ma non esce l'A006, bensì il P002. Sono quasi deluso, ma vado allo sportello 05.
Mi serve un francobollo, dico.
L'impiegato mi guarda, forse pensa che voglio prenderlo per il culo, sicuramente aveva registrato la mia presenza da quasi un'ora ma, dopo un attimo di silenzio, recupera il suo autocontrollo e mi chiede: da quanto?
Un euro e venti, dico.
Quindi si alza, va a prenderlo, torna, pago, stampa una ricevuta e mi consegna il francobollo. 
Fine dell'avventura.

11/12/2022

Frontiere

 Frontiere aperte o chiuse? Per il momento si chiude, non si fa altro che chiudere. In Turchia si procede per tappe. Ogni mese una diversa categoria di lavoratori stranieri viene invitata ad andare a esercitare altrove il suo mestiere. 

Due mesi fa erano i parrucchieri e le manicuriste. Il mese scorso è stato il turno delle ballerine di nightclub e degli artisti in genere. 

È ingeneroso sorridere delle goffaggini di chi sta cercando di trarsi d'impaccio. Ma a volte, nei locali notturni di Pera o di Ankara, che sia il Tabarin o il Moulin Rouge, il Montparnasse o lo Chat Noir, è difficile fare altrimenti. 

Un tempo le entraineuse erano quasi tutte ungheresi. Lasciavano il loro paese in gruppo e le si ritrovava dovunque, al Cairo, ad Atene, a Sofia, a Belgrado, sempre belle, sempre vestite in modo splendido. 

Si chiudono le frontiere. E dall'oggi al domani bisogna trovare delle ballerine turche. Fino a qualche anno fa uscivano solo velate e adesso eccole che ballano in abiti succinti e prendono posto al tavolo dei clienti per farsi offrire champagne!

Come potrebbero non essere d'una goffaggine commovente?


Da Europa 33 di Georges Simenon. Ed. Adelphi