14/03/2007

come stare meglio, spendendo meno e sentendosi pure meno coglioni

Sono qui, alle 4.30 di qesta mattina, con la cannula dell'aerosol piantata nel naso, un dito che sanguina dopo aver rotto in malo modo la fialetta del sobrepin e sto pensando che sono un vero pirla.

Finalmente ci sei arrivato, penserete voi, e io sono d'accordo, ma voglio comunque raccontare il percorso che mi ha portato a questa semplice verità.

Capita, è normale, di buscarsi un raffreddore d'inverno.
Molti, come me, però lo ignorano e tirano avanti non cambiando di un millimetro le proprie abitudini. Semplicemente fanno le stesse cose, ma con due pacchetti di fazzolettini usa e getta in tasca.
E questo è il peccato originale, la noncuranza, specialmente se, non ancora guarito, continui ad andare a nuotare, si fa per dire (sarebbe meglio "trascinarsi galleggiando lungo una corsia d'acqua"), in piscina.
E proprio dopo una di quelle incaute nuotate, una bella mattina ti ritrovi con un orecchio chiuso. Sei completamente sordo.
Lasci allora passare due giorni per capire se la situazione si sblocca, ma non succede nulla, devi proprio entrare nel circuito visita-cura, che solo al pensarci già ti senti stanco.
Il secondo peccato, la presunzione, arriva ora: due anni prima hai avuto un tappo di cerume, dunque decidi che anche questa volta il tuo orecchio si è chiuso per lo stesso motivo.
Fai un breve calcolo: mezz'ora per passare a ritirare la richiesta di intervento dal tuo medico, quindici minuti al telefono per la prenotazione al cup e un'ora, viaggio incluso, per l'intervento vero e proprio.
Meno di due ore perse, non c'è male, il bianconiglio che è in te è visibilmente soddisfatto del programmino e comincia a metterlo in atto telefonando alla segretaria del medico: "Buongiorno, avrei bisogno di un impegnativa per farmi togliere un tappo di cerume da un orecchio".
"Passi a ritirarla verso mezzogiorno", replica efficiente e un pò annoiata la segretaria, che preferirebbe telefonate un pò più emozionanti di questa.
L'incastro è perfetto: dall'ufficio al cliente dove devo andare, con una minima deviazione rispetto alla strada che avrei fatto, c'è proprio lo studio del mio medico. Rispetterò il primo obiettivo, anzi impiegherò molto meno della mezz'ora prevista.
Il tutto sempre attaccato al telefono, interrompendo solo quei pochi minuti necessari per ritirare il certificato e salutare nel corridoio il dottore, che mi chiede come stanno i bambini (in effetti la cosa più notevole di me), ma non mi dice, sigh !: "aspetta un attimo, coglione, che ti guardo quest'orecchio".
Lui non me lo dice e io me ne vado nella mia beata stupidaggine, contento di non aver fatto un'ora di attesa per una visita come si deve.
La punizione, il purgatorio dell'attendere, pagare e subire, sta nel resto.
Attendere due settimane per la visita.
Arrivare, pagare un conto di 28 euro, sedersi, mostrare l'orecchio e sentirsi dire che non è affatto un tappo di cerume, bensì un versamento di catarro dal naso all'orecchio e, infine, ascoltare attentamente la prescrizione per il ciclo di aerosol che dovrò fare per i dieci giorni a venire.
Nulla che il tuo medico non avrebbe potuto fare, subito e gratuitamente.
Poi vabbè, pur sapendo che a casa hai tutto il necessario per fare aerosol )con tutta la famiglia che tieni l'apparecchio d'inverno marcia a pieno regime), vai comunque a comprare le medicine che ti ha prescritto l'otorino: i nomi sono diversi e te ne fotti se tua moglie strilla che tanto sono la stessa roba ( e tu lo sai che ha ragione) e paghi altri 30 euro.
Poi non leggi le istruzioni e ti ferisci spezzando la fialetta di vetro.
Poi ti metti a scrivere.
A futura memoria.

Buongiorno a tutti.
5am