30/12/2005
la durata della vita
Quando Dio ebbe creato il mondo e volle fissare la durata della vita a ogni creatura, venne l'asino e domandò: "Signore, io quanto vivrò ?". "Trent'anni" rispose Dio. "Ah, Signore" ribattè l'asino "è lunga. Pensa qunt'è faticosa la mia vita: portare carichi pesanti dalla mattina fino a tarda notte, trascinar sacchi di grano al mulino per far mangiare il pane agli altri, buscarsi busse e calci come incoraggiamento e ristoro. Fammi uno sconto, è una vita troppo lunga." Dio s'impietosì e gli scontò diciott'anni. Allora l'asino se ne andò racconsolato e comparve il cane. "Quanti anni vuoi vivere ?" gli chiese Dio. "All'asino trent'anni son sembrati troppi, ma a te andranno bene." "Signore" rispose il cane "pensa a quanto mi tocca correre, i piedi non mi reggeranno per tanto tempo; e quando non avrò più voce sufficiente per abbaiare e avrò perso i denti per mordere, non mi resterà che far la spola da un canto all'altro ringhiando." Dio riconobbe che aveva ragione e gli fece uno sconto di dodici anni. Venne poi la scimmia. "Tu sarai ben contenta di vivere trent'anni, no?" disse Dio "tu non hai da faticare come l'asino e il cane e sei sempre di buon'umore." "Ah, Signore, è tutta apparenza, le cose stanno diversamente. Quando piove pappa di miglio mi manca il cucchiaio. Mi tocca sempre far smorfie e buffonate per far ridere la gente, e quando mi buttano una mela, mi basta un morso, uh quant'è aspra ! Non ci s'immagina le volte che dietro lo scherzo c'è solo tristezza. No, per trent'anni non ci resisto." Dio le fece grazia e le scontò dieci anni.
Alla fine comparve l'uomo, era tutto allegro, vispo ed arzillo, e pregò Dio di fissare la sua durata. "Vivrai trent'anni" disse il Signore "ti basta ?" "Così poco?" gridò l'uomo "quando mi sarò costruito la casa e avrò acceso il fuoco nel focolare, proprio nel mio, quando avrò piantato alberi che fioriscono e dàn frutto e sarò pronto a trar soddisfazioni dalla vita, proprio allora devo morire? Signore, allungami la durata !" "Ti assegnerò i diciotto anni che ho tolto all'asino" disse Dio. "Son troppo pochi" ribattè l'uomo. "Avrai anche i dodici del cane." "Ancora troppo pochi." "Suvvia" disse Dio "ci aggiungerò anche i dieci della scimmia, ma poi basta." L'uomo se ne andò, ma non si può dire che fosse soddisfatto.
L'uomo visse dunque settant'anni. I primi trenta sono i suoi anni umani, che fanno presto a passare; è sereno e in buona salute, lavora con gioia e per lui è un piacere essere al mondo. Vengono poi i diciott'anni dell'asino, quando non fa che portar pesi uno dopo l'altro: il grano che serve a nutrire gli altri deve portarlo lui, e sono colpi e pedate ciò che riceve in cambio della fedeltà al servizio. Ed ecco i dodici anni del cane, quando se ne sta in un canto a ringhiare e non ha più i denti per mordere. Passati questi, arrivano a conclusione i dieci anni della scimmia: l'uomo non ha più testa e rincretinisce, fa delle sciocchezze e i bambini si prendono gioco di lui. (*)
Insomma, mi restano ancora tre anni da asino....
5am
nota: questa fiaba è tratta da "Fiabe scelte" di Jakob e Wilhelm Grimm, a cura di Luciana Marinangeli, ed. SuperBur Classici