24/11/2002

Oui

Mi rendo conto che la gioventù moderna è molto più cosmopolita di quanto non lo fossi io ai miei tempi.
Sicuramente la maggior parte di Voi saprà che in certe regioni francofone Oui (= sì) si pronuncia aspirando, emettendo in certi casi niente più che un sospiro, come un trasalimento, come un’improvvisa eccitazione meravigliata per una carezza inaspettata in un punto particolarmente sensibile.
Bene io scoprii questa semplice verità in uno dei miei soliti viaggi di lavoro all’estero.
1985 Yverdon, nel Vaudois, Svizzera Francese, vicino a Losanna.
Sono lì con il Milillo per verificare i conti della Hermès Precisa s.a., un’azienda un po’ antiquata che produceva macchine da scrivere e molte perdite di bilancio.
Cercate di immaginare la scena.
Io e Milillo siamo nella nostra sala di revisori e stiamo interrogando la responsabile dei crediti dell’azienda, una brava ragioniera valligiana, come donna niente che potesse scatenare le fantasie di due ignorantoni terra terra come il sottoscritto (da Bologna) ed il Milillo (da Milano).
Chiarito questo iniziano le nostre domande, ovviamente in francese.
Io il francese l’ho studiato a Riccione, un’estate del 1983, perché nel piano di studi c’era anche un esame di francese. Ho molto orecchio per le lingue, quindi mi bastò quell’estate fidanzarmi con una ragazza belga (che però era di stirpe vallone, perché si chiamava Irka Vanitsen) per imparare sufficientemente il francese parlato (per la grammatica un buon bignami tascabile aveva già fatto la sua parte). Milillo non aveva per niente orecchio, però probabilmente il francese l’aveva studiato fin dalle scuole medie, quindi qualche stentata frase riusciva anche lui a produrla.
Cominciamo dunque a passare in rassegna l’elenco dei crediti, noi da una parte del tavolo, lei dall’altra, un po’ emozionata, in fondo eravamo pur sempre i revisori.
Alle nostre domande lei comincia a rispondere con il suo “oui” sospirosissimo. Io e Milillo sul momento non capiamo e ci guardiamo. Io penso che Milillo le stia facendo piedino sotto al tavolo, lui pensa la stessa cosa di me.
Il tabulato è lungo ed è un crescendo di sospiri.
Ad un certo punto non riusciamo più a trattenere le risate.
Milillo finge un improvviso attacco di tosse e starnuti.
Io fingo un attacco di dissenteria e mi rifugio in bagno dove mi metto a ridere fino alle lacrime.
Al mio ritorno la brava donna è uscita. Milillo ha sospeso la riunione.

Italiani all’estero….

Buongiorno a tutti !

5AM