30/10/2002

Fotografie mentali

Da 25 anni non possiedo una macchina fotografica.
Eppure la fotografia fu la mia grande passione di gioventù.
Dai 14 ai 18 anni non mi sono mai separato dalla mia yashica. Ero sempre in giro a fotografare.
E quando non stavo facendo fotografie ero in camera oscura a sviluppare rullini ed a stampare foto.
Per completare l'opera facevo anche lavori saltuari come apprendista fotografo.
D'estate in un laboratorio e durante le fiere a fotografare gli stand.
Poi basta. Di punto in bianco, senza alcun motivo, non ho più desiderato fotografare.

Ho eliminato tutta l'attrezzatura ed ho cominciato a fare foto mentali.

Questa mattina guidando ho sfogliato l'album delle foto della Turchia:

Cennet Island (l'Isola Paradiso), alla periferia di Marmaris: un bel moletto di legno dove contemporaneamente sentivi il profumo del sole, del mare e del legno.

Un altro bel molo di legno (si dice per caso pier ?) a Cnidos, questa volta il molo si addentra parecchio in mare. A terra c'è una specie di bar dove sono riuscito a mangiare due calamari (un'impresa mangiare pesce in Turchia) e, sulla sinistra, il teatro di Afrodite.

Instanbul, dopo aver passato una buona mezzora nella moschea Blu, seduto sul tappeto a guardami intorno, esco per strada ed accetto un invito per un tè in un bazaar di tappeti.

Le api ed il miele.
I bambini all'uscita di scuola, con una elegante divisa, modello Oxford.

Gli alberi profumati di mediterraneo.

Il noleggio dell'auto, in un vecchio garage, auto in discreto stato rispetto alla media turca, con la quale ho percorso 3500 kilometri senza alcun problema. Appuntamento fra 10 giorni, alle 10.30, all'aeroporto distante 500 kilometri dalla città dove ho preso l'auto. Io c'ero, il meccanico pure. Tutto perfetto.
Perfetta organizzazione turca.

La raccolta del cotone: Kilometri di trattori e camion carichi di balle di cotone appena raccolto.

L'isola delle tartarughe: nemmeno una tartaruga, ma in compenso migliaia di turisti in cerca di tartarughe.

Colazione a base di Pyta ed Ayran in un caffè di una città di cui non ricordo più il nome.

Merenda con un panino farcito di aringhe alla fine del giro sul Bosforo.

Buonanotte
5AM